"...MAMMA, TI RACCONTO IL PETRUZZELLI
L'INVITO ALLA LIRICA DI VITALIANO IANNUZZI
Da più parti ci si lamenta della mancanza, nelle nostre scuole, di un’adeguata
educazione musicale, tale da permettere alle nuove generazioni di familiarizzare
con un patrimonio nazionale di straordinario rilievo. I giovani conoscono la
musica leggera, in tutte le sue tendenze e sfumature, com’è giusto che sia, ma
non sono messi in grado, per lo più, di apprezzare quella classica, e questo è
davvero un peccato.
Si tratta di lamentele giustissime, che si scontrano con la realtà di un mondo
scolastico spesso distratto o privo di strumenti adeguati. Per offrire un
contributo concreto, passando dalle parole ai fatti, è appena giunto in libreria
un libro di Vitaliano Iannuzzi, intitolato “…mamma, ti racconto il Petruzzelli”
(Edizioni del Rosone, Foggia, pp. 100, euro 14).
Iannuzzi, titolare della cattedra di Pianoforte principale presso il
Conservatorio “Piccinni” di Bari, ha al suo attivo un'intensa carriera
concertistica e numerose iniziative che uniscono l’aspetto musicale a quello
didattico. In questo senso, il libro in questione si inserisce in un fertile
solco di attività che puntano a diffondere la musica classica presso le giovani
generazioni. Più in particolare, Iannuzzi mira a rivitalizzare il fascino del
melodramma italiano, che per secoli ha reso la nostra lingua un punto di
riferimento obbligato anche per gli artisti stranieri. E’ noto, del resto, che
lo stesso Mozart ha utilizzato un testo in italiano, composto da Lorenzo da
Ponte, per i suoi capolavori, dal “Don Giovanni” a “Le nozze di Figaro”.
Oggi, però, l’immagine del melodramma è, per così dire, polverosa e offuscata.
Le serate liriche appaiono manifestazioni per anziani o per vip ingioiellati e
impellicciati. Un’occasione di gala, insomma, non un momento di piacere, una
parentesi per avvertire il fascino dell’incontro tra le sette note e le parole.
E se i giovani fossero finalmente educati alla fruizione delle opere liriche,
quali conseguenze si potrebbero avere? Sicuramente positive, è appena il caso di
sottolinearlo, e per questo motivo Iannuzzi ha composto un libro che si rivolge
direttamente agli studenti degli ultimi anni delle classi elementari, ma è
adatto anche agli adolescenti della scuola media di primo grado.
“…mamma, ti racconto il Petruzzelli” è un quaderno di lavoro, accattivante e
stimolante, come dev’essere, basato sulle esperienze di una normalissima
famiglia barese, in cui spicca la figura di un nonno arzillo e intraprendente,
con la passione della musica lirica. Sarà lui a guidare il giovane nipote sulla
strada dell’amore per l’opera, offrendogli occasioni di ogni genere.
Il nonno raccoglie tra i rifiuti i vecchi dischi in vinile e li ascolta,
cantandone i motivi durante la giornata. Con lui, il giovane nipote farà la
conoscenza diretta con il mitico teatro “Petruzzelli”, barbaramente distrutto
nel 1991 e finalmente riaperto al pubblico nel 2009.
Proprio alla stagione lirica della rinascita fa riferimento Iannuzzi. In un
capitolo, che si intitola “A teatro con la benedizione di S. Nicola”, si legge:
“Questa domenica, 6 dicembre 2009, il nonno è euforico. E’ contentissimo.
Alzatosi prestissimo, è uscito per comprare dei dolcetti. Ha avuto due biglietti
per il loggione da un amico che gli vuole un gran bene. In casa si festeggia. La
mamma è contenta perché stasera nonno e nipote andranno al Teatro Petruzzelli.
Intanto il giradischi del nonno diffonde ad alto volume le belle melodie della
Turandot di Puccini”.
La gioia dell’evento si trasmette ai lettori, invitandoli ad una conoscenza
diretta con un mondo affascinante e composito, formato da cantanti, orchestrali,
loggionisti e tante altre figure strettamente legate ad una rappresentazione
lirica.
Le schede del libro sono ricche di inviti all’ascolto di brani lirici, per lo
più facilmente reperibili, da Puccini a Mascagni, magari attraverso internet, ma
anche di riferimenti culturali, legati al mondo del cinema, nel quale ci sono
molte pellicole interessanti, da “Il giovane Toscanini”, per la regia di Franco
Zeffirelli, del 1988, a “Io e Beethoven”, del 2007. Quest’ultimo film, è bene
ricordarlo, parla di una giovane allieva del conservatorio di musica di Vienna,
scelta da Beethoven come collaboratrice e copista della nona sinfonia, quella
dell’inno europeo.
Gli spunti, insomma, sono molteplici, resi in modo adeguato alle esigenze dei
giovani lettori, invitati, inoltre, a disegnare, in appositi spazi, le proprie
impressioni e le proprie trasposizioni personali del tema. Non mancano, poi,
degli inviti all’utilizzo del dialetto, in appositi spazi tratteggiati, sulla
base della convinzione che “la lingua di un paese, come la musica, unisce, ma il
dialetto, come la musica, identifica, fa gruppo, fa comunità”.
Questo richiamo al vernacolo, in verità, ci convince meno, ma Iannuzzi difende
le sue scelte nella introduzione, auspicando anche che il libro possa essere
completato da un cd composto dalla grande orchestra del Teatro Petruzzelli,
continuando, così, questa operazione culturale che ci sembra di ottimo livello e
di solida costruzione didattica e argomentativa.
Alla qualità della proposta didattico-musicale contribuisce senz’altro la
grafica del volume, squisitamente curata dalle Edizioni del Rosone, che stanno
giustamente puntando su proposte editoriali aperte alle nuove generazioni,
sempre più strategiche e cruciali per il nostro futuro.