UN LIBRO A CURA DI DOMENICO COFANO E SEBASTIANO VALERIO
I "VERSI CONTROVERSI" DI DANTE
“Versi controversi” è un titolo senza dubbio stimolante, che è stato da poco utilizzato per un volume che raccoglie saggi danteschi firmati da alcuni dei maggiori studiosi sull’argomento (a cura di D. Cofano e S. Valerio, Edizioni del Rosone, Foggia, pp. 375, euro 24). L’iniziativa si lega alla Cattedra di Letteratura Italiana della facoltà di Lettere di Foggia e si inserisce nell’alveo di una particolare attenzione verso la Commedia dantesca. Già nel 2006 era stato edito il libro “Dante nei secoli. Momenti ed esempi di ricezione”, ed ora, appunto, è la volta di “Versi controversi”, che raccoglie il frutto di una serie di letture dantesche che vogliono rappresentare una delle direttrici di lavoro della giovane facoltà foggiana.
La passione per Dante, in effetti, lega molti studiosi che operano nell’ateneo del capoluogo, a partire, ovviamente, dai curatori del volume, ossia Domenico Cofano, ordinario di Letteratura italiana, che proprio di recente ha pubblicato alcuni nuovi studi specialistici nel volume “In forma di messaggi”, che porta la sua firma, e Sebastiano Valerio, associato nella stessa disciplina, che alterna saggi danteschi a perlustrazioni pugliesi, come quelle sul biccarese Giuseppe Checchia. Nella prefazione si sottolinea, poi, la collaborazione, offerta in vario modo, dal prof. Domenico Defilippis, dalla prof. ssa Cotugno e dalle dr.sse Giabakgi, Palmieri, Ricci e Pilone.
“Versi controversi” ha una veste editoriale indovinata, nelle sua pregnante semplicità. In copertina c’è una citazione montaliana, tratta da una lirica della tarda produzione, inclusa in “Altri versi”. Si tratta, per la precisione, della strofa iniziale, che termina così: “Ci troveremo allora in non so che punto/ se ha un senso dire punto dove non è spazio/ a discutere qualche verso controverso/ del divino poema”. L’accento, dunque, batte sulle cruces, sui passi danteschi soggetti ad interpretazioni divergenti. Siamo di fronte a degli ostacoli posti in alto, per usare un linguaggio sportivo, e a superare l’asticella sono stati invitati degli accademici di notevole esperienza, che insegnano in vari atenei, ricordati sulla copertina in rigoroso ordine alfabetico: Baranski, Giglio, Longo, Palumbo, Pegorari, Picone, Sarteschi, Scorrano, Tateo, Valerio.
Sin dai primi canti, la Divina Commedia è ricca di discussioni e di contrasti interpretativi, di modi diversi di rapportarsi al nostro massimo poema, che chiamano in causa gli antichi e i moderni, quelli più sensibili alla lettera e quelli più attenti a sviscerare i sensi delle scritture. In fondo, il fascino del poema passa anche attraverso le interminabili discussioni sul Veltro o sul “cui” del decimo canto dell’Inferno, quello, per intenderci, di Farinata e di Cavalcanti, al quale dedica una lunga e certosina analisi Zygmunt G. Baranski. Il suo saggio, intitolato “Guido Cavalcanti tra le cruces di Inferno IX-XI, ovvero Dante e la storia della ragione”, si distende per oltre 70 pagine e costituisce un contributo di straordinario rilievo, anche sul piano metodologico.
Ma non esistono solo i versi controversi, come dimostra il saggio di Michelangelo Picone, che parla di due canti controversi, quelli con i quali si conclude il Purgatorio. Da notare che lo studioso pubblica nello stesso volume anche un lavoro sui due primi canti dell’Inferno (“Inferno I e II: l’uno e l’altro viaggio”).
Non sfuggano, poi, le acute considerazioni di Francesco Tateo, che nel saggio “Il poema sacro”, che chiude il volume “Versi controversi”, parte dal famoso venticinquesimo canto del Paradiso, laddove si parla del “poema sacro/ al quale ha posto mano e cielo e terra”, offrendoci delle pagine di particolare spessore critico.
Ma tutti i saggi meritano una particolare attenzione. Gli studi, rivolti agli addetti ai lavori e agli studenti universitari, offrono un meditato contributo alla risoluzione di problemi esegetici vecchi di secoli, aggiungendo ulteriori elementi di giudizio e di conoscenza.
Queste pagine, inoltre, confermano la grande fortuna che ha la Divina Commedia nella nostra epoca e il ruolo sempre più ragguardevole svolto in quest’ambito dagli studiosi che operano nell’ateneo foggiano.