SULLE PAGINE DI “PROA ITALIA”, PUBBLICATA A FOGGIA

LE ARGUZIE E LE VERITA’ DI LINO ANGIULI

 

E’ da poco in libreria il secondo numero della rivista semestrale “Proa Italia”, edita a Foggia dalla “Sentieri Meridiani” di Michele Vigilante. Si tratta di un’iniziativa di ampio respiro, che ha la sua base nel capoluogo della Capitanata, ma punta lontano, con l’obiettivo dichiarato di far da tramite tra la cultura italiana e quella in lingua spagnola.

Il fascicolo, di poco meno di 200 pagine, è ricco di contributi che spaziano in vari ambiti. Tra le pagine più interessanti dobbiamo segnalare quelle intitolate “Varietà”, a firma di Lino Angiuli, che offrono un riuscitissimo esempio di scrittura breve.

Angiuli è oggi uno tra i più affermati poeti italiani, oltre che un faro della poesia pugliese. Nato a Valenzano nel 1946, vive e lavora a Monopoli, nel Barese. Instancabile animatore culturale, dirige con Raffaele Nigro la rivista “Incroci” ed ha al suo attivo numerosi volumi di liriche, dei quali si sono occupati molti ed autorevoli critici.

Poeta, dunque, ma anche mente pensante, uomo che ama riflettere, e a questa componente speculativa e ironicamente corrosiva si lega la produzione dei pensieri racchiusi in “Varietà”. Si tratta di aforismi, di massime, di arguzie, di verità universali, che nascono dalla vita quotidiana e dall’amore per la parola.

La scrittura breve è molto congeniale alla nostra epoca, alla nostra società caotica e nevrotica, dove tutto si svolge all’insegna della velocità, talvolta persino quando non si ha fretta o si vive in piccoli centri. Già un secolo fa il padre del Futurismo, Marinetti, invitava a dire tutto velocemente, per adeguarsi al ritmo esistenziale della società contemporanea; ma la tradizione di questo genere di scrittura è ben più antica ed illustre, come ha dimostrato tra l’altro Gino Ruozzi, che ha dedicato agli aforismi italiani due ponderosi volumi dei Meridiani della Mondadori, che sono un po’il breviario degli appassionati dell’argomento.

Angiuli si muove con sicurezza in un genere letterario in cui ogni singolo termine pesa, è determinante per ottenere l’effetto finale. L’esperienza del letterato si unisce al gusto dell’ironia, alla capacità di scoprire i mille quotidiani paradossi, le mille contraddizioni che condizionano più o meno profondamente la nostra esistenza. Talvolta vengono alla luce delle verità che gli uomini non amano sottolineare, ma lo scrittore non usa mai un tono risentito, proprio di chi vuole affondare i colpi o forzare i toni verso il nichilismo.

Il dominio della forma e un senso dell’ironia che potremmo definire manzoniano, per rendere l’idea, sono una risorsa preziosa per lui. Il mondo, si sa, è imperfetto, pieno di assurdità, ma non bisogna disperare, ci suggerisce Angiuli, che confida nel balsamo dell’intelligenza per comunicare al lettore un messaggio di equilibrio, di misura. Nella vita c’è spazio anche per il sorriso e la consolazione offerti dall’arte.

Le pagine apparse su “Proa” hanno un precedente significativo nella produzione di Angiuli, ed il riferimento è ad un volumetto del 2005, edito a Viterbo da Malavoglia, che porta lo stesso titolo, per l’appunto “Varietà”. Si tratta di un libretto tirato in un numero limitato di copie e in un’edizione non venale, che presenta molte consonanze con i pensieri da poco proposti ai lettori della rivista foggiana. La mano dello scrittore, insomma, si riconosce immediatamente.

Angiuli offre un ampio campionario di situazioni e soluzioni, a partire da certe lapidarie e paradossali constatazioni, come in “Mica è semplice essere semplici!”, o come in questo lampo verbale: “Ma se do a Cesare quel ch’è di Cesare e a Dio quel ch’è di Dio, a me poi cosa rimane?”. Talvolta i pensieri dello scrittore hanno la struttura serrata di un sillogismo: “Il fumo uccide: lo Stato spaccia il fumo: lo Stato uccide”. Non manca, poi, l’autoironia, come in questo caso: “Ogni giorno mi giungono per e-mail un sacco di inviti ad acquistare Viagra et similia: ahimè, qualcuna deve aver parlato!”.

Frequenti sono i giochi verbali. Il Nostro fa leva sulle somiglianze dei suoni e dei significati per coltivare il suo amore per l’arguzia. Si passa da un pensiero come “Una giornata senza radio può diventare radiosa” ad uno di certo più profondo: “Chi non sa leggere non sa eleggere”. Ed è proprio così: l’ignoranza porta ad affidare il proprio voto a persone indegne, mentre la vera cultura si esprime anche attraverso un uso consapevole degli strumenti della democrazia.

Un'altra categoria è quella rappresentata dalle massime di valore universale, che fanno pensare a lungo, come questa: “Molti si ritengono vivi solo perché, provvisoriamente, abitano lontano dal cimitero”. Vivere, indubbiamente, è tutt’altra cosa che sopravvivere.

A questi esempi, tratti dalle pagine di “Proa Italia”, potremmo aggiungerne degli altri, prendendoli dal volumetto del 2005, ma riteniamo di aver reso l’idea di questa produzione, che si affianca ai più noti e numerosi libri di poesia dello scrittore pugliese, confermando la ricchezza e le qualità dell’opera letteraria di un personaggio singolare ed autorevole, come appunto Lino Angiuli.

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