RIPROPOSTO UN SAGGIO DI PASQUALE SOCCIO
UNA LUNGA STORIA DI POVERTA’
E’ stato da poco riproposto un ampio ed interessante lavoro di Pasquale Soccio, intitolato Pauperismo, brigantaggio ed emigrazione in Terra di Capitanata (Sentieri Meridiani Edizioni, Foggia, pp. 109, euro 12).
Il libro ha il merito di aver offerto all’attenzione dei lettori uno studio di Soccio praticamente sconosciuto, che risale al 1974, quando venne presentato al secondo Convegno su “Distretti rurali e città minori”, per poi essere pubblicato prima in un testo più breve sulla “Rassegna di Studi Dauni”, nel 1976, poi, in forma ampliata e definitiva, nel 1977 (non nel 1974) negli atti ufficiali del convegno, editi a Bari. La nota di pagina 4 del volumetto appena edito va in tal senso integrata.
Il lavoro si avvale di un’avvertenza di Sergio D’Amaro, che è anche il direttore della collana Le perle del Gargano, inaugurata proprio da questo scritto. Egli opportunamente sottolinea che il lavoro di Soccio tocca questioni cruciali: “Attuale è ancora oggi l’emigrazione, attuale è ancora la criminalità, attuali sono ancora i fenomeni di arretratezza e di cronica patologia sociale che si riscontrano nelle zone più svantaggiate del territorio collinare e montuoso”.
D’Amaro ricorda anche che alla base di questo lavoro, oltre al contributo della Comunità Montana, c’è la collaborazione tra il Centro di Documentazione sull’Emigrazione e la Fondazione Soccio, ai quali si è aggregata anche l’associazione “Gli amici di Joseph Tusiani”.
Segue poi una Nota introduttiva, a firma di Matteo Coco, che però parte da una valutazione piuttosto pessimistica sulle attenzioni riservate a Soccio, un autore che non è stato affatto dimenticato negli ultimi anni. Andrebbe ricordata, a tal proposito, la nascita di un parco letterario, che porta anche il nome dell’opera più importante di Soccio, “San Michele Arcangelo-Gargano segreto”. Inoltre, proprio per il centenario della nascita, “La Capitanata”, la rivista della Biblioteca Provinciale di Foggia, ha ospitato nel 2007 un saggio dello scrivente su “Pasquale Soccio e i suoi libri”, incentrato sulla biblioteca del preside, oggi conservata a San Marco in Lamis nella sede della Fondazione Soccio.
Il quadro, insomma, è più articolato, specie se si assume una visuale meno ristretta. Ma veniamo al lavoro di Soccio, che rivela una volta di più il suo scrupolo di attento ricercatore.
Non esiste un nesso ben determinato tra pauperismo, brigantaggio ed emigrazione, spiega l’autore. Cronologicamente, la povertà esiste da sempre, mentre il brigantaggio si è sviluppato nell’Ottocento e l’emigrazione dall’unità d’Italia fino ad oggi, ossia fino agli anni Settanta in cui scrive. In ogni caso, le varie problematiche storiche rientrano nell’ambito della questione meridionale, e per questo motivo il saggio di Soccio si trasforma, inevitabilmente, in un’ampia disamina dei problemi che hanno condizionato e in qualche modo condizionano la nostra esistenza. Si pensi, ad esempio, alla Dogana delle pecore e alla questione della divisione dei demani.
La storia della Capitanata appare una lunga vicenda di povertà e di sfruttamento, che ha conosciuto molti rivolgimenti storici, ma pochi cambiamenti reali. Anche l’unità d’Italia, sancita da plebisciti di dubbia, per usare un eufemismo, regolarità, ha sostanzialmente riproposto lo status quo. Di qui il brigantaggio, altro argomento sul quale Soccio indulge volentieri.
Il lettore troverà in questo lavoro numerose notizie, attinte da varie fonti, anche d’archivio, e dunque di prima mano, che appaiono molto interessanti. Non mancano, d’altra parte, gli autori canonici nella formazione intellettuale di Soccio, a partire dagli onnipresenti Vico e Croce.
Gli oltre trent’anni trascorsi si notano, certo, dato l’argomento, ma la validità dell’impianto storico e anche l’attualità del testo sono al di sopra di ogni discussione. Ed è per questo che il libro si raccomanda alla lettura, per ricordare una volta di più la rilevata ed articolata figura di intellettuale di Soccio, uno dei protagonisti della cultura pugliese del Novecento.