QUANDO CONTA METTERE LE MANI SUI FINANZIAMENTI PUBBLICI...
TUTTO FERMO PER LA BIBLIOTECA COMUNALE DI SAN SEVERO
All’inizio dell’anno su queste stesse pagine abbiamo parlato a
lungo della biblioteca comunale di San Severo, squallidamente abbandonata, ormai
da qualche anno, nella palestra di una scuola media cittadina. Qui, migliaia di
libri, ammassati dentro dei cartoni, attendono, con sempre minore speranza, la
liberazione dalla loro prigionia.
San Severo, si sa, è una città di gente molto colta, che non ha bisogno di volumi. Erano di questa opinione l’ex sindaco Santarelli e l’ex assessore alla cultura Monaco, che autorizzarono lo squallido trasferimento, dando il via libera ad un’agenzia di trasporti, l’unica che in questa storia non ha colpa, visto che ha fatto il suo lavoro a pagamento.
Poveri mortali come noi cercarono di far capire a questi
scienziati che i libri non si spostano senza avere una sede idonea e dignitosa,
senza uno straccio di progetto; meglio attendere tempi migliori, spostando,
magari, oggetti meno ingombranti e delicati, se proprio manca lo spazio. Nulla
da fare. Erano in arrivo dei finanziamenti pubblici, poi utilizzati non certo
per le strutture del complesso di San Francesco, come tutti hanno potuto
verificare, e la logica fu posta sotto i piedi.
A tutt’oggi, i poveri libri, imprigionati nella palestra, cercano ancora il novello Petrarca che li liberi dagli “ergastula”, dalla loro prigione, insomma, nell’indifferenza della pubblica opinione locale e dei cosiddetti uomini di cultura, che hanno ormai accumulato tutto lo scibile e possono tranquillamente evitarsi le continue trasferte a Foggia, come siamo costretti a fare noi. Poveri ignoranti.
Da oltre un anno, però, è entrata in carica una nuova amministrazione comunale, guidata dal sindaco Savino, che sull’argomento ha sempre mostrato di essere sensibile. Peccato, però, che i fatti siano ancora completamente assenti e, con l’estate alle porte, è facile pensare che tutto se ne riparlerà, nella migliore delle ipotesi, in autunno. Tra il parlare e il fare i fatti, purtroppo, c’è una grande differenza.
Il sindaco si era impegnato, nei mesi scorsi, a portare la
biblioteca comunale (intitolata, per ironia della sorte, ad un umanista,
Alessandro Minuziano, uno che i libri li stampava e li amava) in una sede
prestigiosa, identificata in alcuni locali di Palazzo Celestini, liberati da
poco dagli uffici comunali, trasferiti a loro volta in una nuova sede. Nei
giorni scorsi, poi, intervistato da un’emittente cittadina, ha parlato ancora di
ipotesi: la biblioteca potrebbe essere anche essere spostata nella sede dell’ex
Pascoli di Largo Sanità, visto che l’Università di Foggia ha soppresso i corsi
decentrati aperti a San Severo, e dunque non è proprio il caso di concedere
quella sede all’Ateneo foggiano.
Anche questa ipotesi è interessante, anzi, si lascia preferire alla prima, visto che si potrebbe creare una cittadella della cultura di prim’ordine, in grado di ridare lustro a questa comunità, sempre più innamorata del fumo delle batterie e dei torcinelli, e molto meno della cultura, quella vera, che si ottiene con sacrifici e costanza.
Le ipotesi, insomma, ci sarebbero, ma quello che manca è una precisa volontà di superare lo stallo attuale, che qualcuno vorrebbe far dimenticare pubblicizzando alcune iniziative relative alla lettura, organizzate, caso strano, proprio dalla Biblioteca comunale. Ma con quali libri? Forse i ragazzi possono accontentarsi di qualche centinaio di testi, ma se il grosso dei volumi giace ammassato nella famigerata palestra, è inutile parlare di quello che non è disponibile. E’ come parlare continuamente di chi non c’è più: si crea solo dolore inutile.
Una serie programmazione della materia è indispensabile. Tra
l’altro, se la scelta ricadrà sul Pascoli, bisognerà anche verificare il
possibile adeguamento dei lavori, attualmente in corso.
Ai politici, che hanno scelto di svolgere questo compito,
l’opinione pubblica chiede di assumere delle decisioni e di portarle a termine,
possibilmente nel più breve tempo possibile. Ci rendiamo conto che la vita
amministrativa di una città è fatta di tanti problemi, ma ad un certo punto
servono delle scelte precise, da portare avanti con chiarezza, e possibilmente
ascoltando anche i consigli,quelli disinteressati, degli addetti ai lavori.
Molto meglio ascoltare chi ama i libri, piuttosto che ascoltare chi pensa ai
finanziamenti pubblici… La differenza si vede!