A FUTURA MEMORIA

INAUGURATA (PER MODO DI DIRE) LA BIBLIOTECA COMUNALE DI SAN SEVERO

MA NON E' UNA COSA SERIA...     

 

 

    Una scatola vuota, uno specchietto per le allodole, una manifestazione fantozziana: c’è solo l’imbarazzo della scelta, nei commenti della gente, a proposito dell’inaugurazione della Biblioteca Comunale, avvenuta nei giorni scorsi. Uno spettacolo che ha raggiunto il culmine del divertimento (amaro, purtroppo, specie per chi come noi passa il suo tempo sui libri…) nell’acceso scontro verbale, protrattosi a suon di grida e reciproci “complimenti”, tra il vice sindaco della vecchia amministrazione, Antonio Villani, membro della giunta di centro-sinistra che ha sfrattato la gloriosa “Minuziano” senza darle una nuova destinazione, e l’attuale sindaco di centro-destra Savino. Una bella sfida, insomma, a chi ha fatto più danni alla cultura sanseverese.

       Poco male, dirà il solito ottimista, l’importante è che la Biblioteca sia stata inaugurata. E qui purtroppo casca l’asino, facendo indignare anche i più tranquilli. La cerimonia c’è stata e c’era anche un po’ di gente a sentire il sindaco mentre parlava del rispetto di un impegno preso all’atto dell’elezione. Peccato, però, che i libri non ci sono e che la sede è stata subito dopo chiusa.

       Chiusa, chiusa, avete letto bene… Veniamo proprio ora dalla nuova struttura del “Pascoli”. Il portone è sbarrato, in orario di lavoro, e un cartello avverte che in questa fase la struttura non è operante e bisogna rivolgersi alla vecchia, sita nel complesso di San Francesco, dove peraltro i libri non ci sono da anni, sfrattati come oggetti inutili.

       Tanta fretta di inaugurare una struttura ancora vuota, con solo qualche testo per i bambini, lascia l’amaro in bocca e sa di presa in giro, per non essere volgari. Pensavamo che certi spettacoli appartenessero ad altre epoche, quando si spostavano le navi da un porto all’altro.

        Ma facciamo un po’ di ordine. Già da qualche anno scriviamo sulla triste sorte della gloriosa “Muniziano”. Era una bellissima struttura, perfettamente funzionante, nel complesso di San Francesco, con i suoi due rami, la biblioteca e il museo, entrambi affidati al compianto Benito Mundi. Con il suo pensionamento, si pensò di scindere l’incarico e poi, con l’avvento della maggioranza di centro-sinistra, di nominare una direttrice del museo.

       Una coesistenza che ha portato, di lì a poco tempo, con il pretesto di fare dei lavori (di fatto un bagno e poco più…), allo sfratto della biblioteca Minuziano, senza prevedere una sede alternativa. L’allora assessore alla cultura, Michele Monaco, e il sindaco, Michele Santarelli, presero questa incredibile decisione, mandando il camion di un’agenzia di trasporti a prelevare i libri. Destinazione una palestra e altri spazi dove i volumi sono rimasti fino ad oggi.

      Nel 2009 finalmente questi amministratori vengono mandati a casa, ma la situazione resta immutata, a conferma che non si tratta di problemi politici, ma di mancanza di sensibilità culturale, che caratterizza tutta la classe politica locale, purtroppo, da destra a sinistra.

      San Severo, città di cultura (così ha sancito ufficialmente la Regione) ha i suoi libri vietati al pubblico, e si tratta di 80-90 mila volumi, alcuni rari e preziosi, che si spera non siano stati danneggiati in questo lungo periodo di traslochi e di oscurantismo.

       C’è, però, l’ex edificio elementare intitolato a Giovanni Pascoli, che nei propositi doveva diventare la sede della Facoltà di Economia a San Severo. Tramontata la possibilità, si parla del Pascoli come sede della biblioteca, e l’attuale sindaco Savino, dal 2009, ne parla a più riprese. Pochi mesi e la biblioteca sarà inaugurata, ripete… 2009, 2010, 2011, 2012, il tempo passa e finalmente, dopo un primo spostamento di data, si arriva alla fatidica data del 24 novembre scorso.

       La sede apre, per chiudere subito dopo e rimanere interdetta al pubblico, comprese le mostre allestite per l’occasione dall’artista Teo De Palma, che giustamente resta senza parole, di fronte all’accaduto.

       Ma non è ancora tutto, purtroppo. Al danno, la beffa. Nei locali del Pascoli i libri non solo non ci sono ancora, ma non ci possono stare neppure tutti in futuro, dal momento che i locali sono insufficienti. Alcuni addetti ai lavori dicono che non ci vanno più del 30 per cento dei volumi, ragion per cui sarà necessario reperire altri spazi, che sarebbero poi quelli della vicina costruzione dell’ex ufficio del lavoro, per la quale servono ancora tempo e soldi. Bene che vada, ci vorrà un annetto circa, giusto il tempo di arrivare a fine consiliatura.

     Possibile che nessuno se ne sia accorto prima, mentre erano ancora in corso i lavori di rifacimento dei locali, protrattisi per anni? A cosa pensavano gli amministratori?

       Insomma, ricapitolando, San Severo possiede una bellissima costruzione liberty che è ancora priva di libri e che è in attesa di reale utilizzo, mentre il sindaco Savino e i suoi collaboratori fanno comunicati in cui parla di obiettivo raggiunto. Ci chiediamo: si pensa forse che i sanseveresi abbiano l’anello al naso e non si accorgano dei mostruosi limiti di programmazione di questa Amministrazione che ha una maggioranza bulgara e sta accumulando un fallimento dopo l’altro? Basti pensare, per fare solo un esempio, all’ex mercato del pesce di piazza Castello, terminato da oltre un anno e desolatamente chiuso. Al massimo, qualche privato lo apre, non sappiamo a che titolo, per venderci vino o altre merci! E’ questo è il modo di gestire i beni pubblici?
     Comunque la si veda, questa della Biblioteca non è una cosa seria. Se la biblioteca non era pronta, perché mai inaugurarla? E se è pronta, dove sono i libri e perché non è aperta al pubblico?

      Fatta così, l’inaugurazione del 24 novembre è desolante non per il litigio verbale tra politici, ma perché non sono stati rispettati i cittadini, quelli che si aspettano dal sindaco, dalla giunta, dai dirigenti, dai consulenti, dai dipendenti, insomma, da tutta quella gente che a diverso titolo ruota intorno a Palazzo di Città, la risoluzione di un problema importante come l’utilizzo della biblioteca comunale “Minuziano”.

      Chiediamo troppo, avvocato Savino?

L'articolo è apparso sul quotidiano l'Attacco, Foggia, 1° dicembre 2012, p. 1 e 22

----------------------------------

 

 A FUTURA MEMORIA

DA SANTARELLI E MONACO A SAVINO...

da "L'Attacco", inserto culturale, 5 giugno 2010, p. 22

 

 

QUANDO MANCA LA CULTURA!

LA VERGOGNOSA SCOMPARSA DELLA BIBLIOTECA "MINUZIANO" DI SAN SEVERO

 

       La scomparsa della Biblioteca Comunale e il furto al Museo Civico di San Severo hanno tenuto banco a lungo sulle pagine dei giornali, specie del nostro quotidiano, e non senza ragione. Si tratta, infatti, di due vicende strettamente legate tra loro, che rappresentano un esempio da manuale sul modo in cui non si dovrebbe gestire la cultura. Un intreccio negativo e assurdo tra politici, dirigenti e tecnici, sullo sfondo di un’opinione pubblica disinteressata e di un associazionismo culturale completamente assente da ogni dibattito sul futuro della città, interessato solo ad incamerare contributi economici. Sono cose che purtroppo succedono nella nostra realtà.

       La Biblioteca scomparsa è la gloriosa “Minunziano”, vecchia di 150 anni, i cui libri sono stati sistemati, in attesa di tempi migliori, in una palestra adibita a deposito. Caricati sul camion di un’impresa di traslochi, i volumi hanno tolto il disturbo, per liberare lo spazio al museo, in sprezzo di ogni logica e di ogni diritto all’informazione dei cittadini. In complesso, sono state allestite delle mirabolanti mostre a tema nel neonato museo MAT, il cui acronimo sembra tutto un programma, purtroppo.

       Ma andiamo con ordine. Non risaliremo alla metà dell’Ottocento, quando nasce la biblioteca civica, prima intitolata a re Ferdinando di Borbone, poi, all’indomani dell’Unità d’Italia, al celebre umanista e stampatore Alessandro Minuziano. Ci fermeremo a pochi decenni fa, quando iniziano a costituirsi, nell’ambito della biblioteca, i primi nuclei di un museo, che si arricchirà sempre più di materiale. All’inizio non c’è alcun problema, visto che il direttore è unico, ossia Benito Mundi; i guai iniziano con il suo pensionamento e con lo sdoppiamento delle strutture. La doppia direzione segna anche l’inizio della supremazia del museo ai danni della biblioteca, con i politici apertamente (e ottusamente) schierati a favore dei reperti contro i libri, a dispetto di ogni ragionamento logico, che vorrebbe un’equa considerazione, senza guerre intestine.

     

Gli "inutili" libri vengono caricati e depositati in una palestra comunale...

 

      Si aggiunga, poi, l’arrivo dei finanziamenti chiesti dall’allora amministrazione Giuliani, che vengono gestiti dal sindaco Santarelli e dall’assessore alla cultura Monaco. Inizia così la pagina più brutta della cultura dell’ultimo periodo. Si coglie come pretesto la realizzazione di impellenti lavori nella struttura di San Francesco per sfrattare la biblioteca. Quali lavori? Quelli ai tetti dell’antico edificio, che lasciano filtrare copiosamente l’acqua? Quelli all’annessa chiesa di San Francesco, che è pericolante? Niente di tutto questo. I grandi lavori si riducono in sostanza alla creazione di alcuni bagni. Tutto qui. E i soldi arrivati? Le cifre, come hanno dichiarato gli interessati, sono cospicue. Per alcuni si parla di 700-800 mila euro. Dove sono finiti? Si aggiunga a ciò che a San Francesco non hanno realizzato neppure un sistema d’allarme degno di questo nome, come ha dimostrato il furto della fine di dicembre.

       L’importante, però, era togliere l’impaccio dei libri, sfrattati come fossero extracomunitari clandestini, senza preoccuparsi di trovare una sede alternativa. Tanto i libri non servono e sono solo pesanti! Spostare i reperti, più leggeri e più manovrabili? Non sia mai! E le mostre mirabolanti poi come si fanno a San Severo? I libri sono ormai superati, parola dei vecchi amministratori di San Severo e di qualche fin troppo interessato consigliere. La destinazione, così, diventa la palestra di una scuola, dove oggi si trovano malinconicamente inscatolati, in attesa di tempi migliori.

      E la nuova amministrazione comunale, entrata in carica l’anno scorso, cosa fa di diverso rispetto alla vecchia? Niente. Anzi, da Palazzo Celestini confermano il dirigente comunale preposto al museo, e diverso, chissà perché, da quello preposto alla biblioteca, e decantano le lodi delle mirabolanti mostre organizzate nel museo di San Severo. La biblioteca? Può attendere. E i 300 mila euro stanziati per il progetto Aracne, riservati proprio alla biblioteca? No problem: facciamo finta che la “Minuziano” esista, adibiamo all’uopo due stanzette, poi si vedrà. L’importante è tenere buono Mercurio, direttore della Provinciale di Foggia, indispettito dalla scarsa considerazione in cui la “Minuziano” è tenuta a San Severo. Prima o poi la nuova sede del Comune, in costruzione, sarà completata, liberando Palazzo Celestini, che sarà utilizzata per la nuova biblioteca.

       Questo è lo stato dell’arte nell’anno di grazia 2010. Ci chiediamo: al Nord queste cose sarebbero successe? Pensiamo proprio di no. Questa squallida vicenda ha messo in luce una volta di più l’assenza di sensibilità culturale da parte dei nostri politici, di qualsiasi colore siano, da un lato, ma anche da parte dell’opinione pubblica. Molti cittadini non si sono accorti di nulla o si sono subito rassegnati a non poter disporre dei libri esistenti nella “Minuziano”, invitando i propri figli, magari, ad andare su internet. E i più poveri, quelli che si recavano a fare ricerche ogni giorno? Peggio per loro se sono poveri!

      E i cosiddetti uomini di cultura, quelli che operano all’interno delle tante associazioni cittadine, cosa hanno fatto e detto di fronte a questo scempio? Salvo sporadiche eccezioni, nulla. Hanno girato la testa dall’altra parte. I motivi? Disinteresse reale per la cultura, certo, ma anche la solita furbizia meridionale, consistente nella paura di alienarsi le simpatie degli amministratori, che sono, poi, quelli che danno i contributi economici. Se si litiga con questa gente, c’è il rischio di non avere più soldi per i propri interessi, e dunque “chi se ne frega della biblioteca”.

      Un vero dibattito culturale sui problemi della città non esiste, né qui né in provincia; ci sono solo delle monadi che ritengono di fare cultura facendo parlare di sé, senza accorgersi che la cultura o dà frutti o non serve a niente. E i frutti si chiamano miglioramento della coscienza civica, dell’educazione, della sensibilità al bello; esattamente l’opposto di quello che avviene a San Severo, dove ci si pavoneggia con qualche mostra, con qualche iniziativa sporadica, dimenticando l’ingente prezzo che è stato richiesto alla città.

       Il silenzio della cultura impedisce di rispondere e reagire di fronte alla barbarie che avanza, di fronte al deserto di iniziative valide, che possano aprire la strada alla risoluzione di problemi di grande rilievo, che coinvolgono i giovani. Ecco perché la vicenda dell’esilio della biblioteca è così emblematica, rappresentando una vera e propria cartina al tornasole. In caso contrario, qualche politico e qualche personaggio interessato a far parlare di sé credendosi un nuovo uomo della provvidenza non avrebbero potuto fare quello che hanno fatto. Sarebbero stati fermati e costretti a ragionare, magari davanti a quei camion inviati alla chetichella a San Francesco, senza aver prima predisposto una sede alternativa. C’è del marcio in Danimarca, ma anche da noi, purtroppo, nell’anno di grazia 2010.       

 

UN'INCREDIBILE VERGOGNA!

GIULIANI: “RIPORTARE SUBITO I LIBRI DELLA BIBLIOTECA A SAN FRANCESCO!”

 

Intervenendo dagli schermi di Tele Radio San Severo, il giornalista Francesco Giuliani si è esplicitamente collegato agli articoli pubblicati dall’“Attacco” sul furto al Museo sanseverese e sui successivi, inquietanti sviluppi, avanzando delle precise e concrete richieste alla nuova Amministrazione. In primo luogo, egli ha chiesto l’immediato ritorno nel complesso di San Francesco dei libri della gloriosa biblioteca comunale “Alessandro Minuziano”, oggi depositati in scatoloni in una palestra.

“Le responsabilità della desolante situazione attuale ricadono sulle spalle della vecchia Amministrazione cittadina, guidata da Santarelli, con assessore alla Cultura Monaco. I due, malgrado le proteste, hanno permesso che i volumi della “Minuziano” fossero imballati e portati altrove, per liberare lo spazio a favore del Museo cittadino, senza però preoccuparsi di trovare una nuova sede. Un trasloco alla cieca, quasi che i volumi fossero un inutile intralcio, per permettere un allargamento degli spazi museali. Il pretesto (non saprei chiamarlo diversamente) era la realizzazione di una serie di lavori, che poi si sono rivelati ben poca cosa. In un manifesto, però, il sindaco prometteva ai sanseveresi che i libri sarebbero poi ritornati a San Francesco, cosa mai avvenuta.

Oggi, a distanza di vari mesi dall’insediamento della nuova Amministrazione, tutto è fermo. I preziosi libri giacciono in una palestra, esposti al deterioramento, e a San Francesco, per giunta, non c’è nemmeno un antifurto degno di questo nome, come ha dimostrato il furto dei giorni scorsi.

Il sindaco attuale dovrebbe immediatamente prendere in mano la situazione, agendo almeno su tre fronti. Prima di tutto, andrebbe fatto un serio esame della situazione, magari nominando una commissione di esperti sull’utilizzo dei fondi stanziati per il complesso di San Francesco. C’è stato un uso coerente con l’assegnazione? Ci sono state carenze e superficialità? E’ stata usata la necessaria diligenza, trattandosi di soldi della collettività?

Poi, bisognerebbe predisporre le necessarie misure di sicurezza, per evitare che chiunque possa intrufolarsi di nuovo nei locali, facendo quello che vuole. Infine, ma è la cosa più importante,  bisognerebbe richiamare i camion che tempo fa hanno caricato i libri, per riportarli indietro. Non c’è nessun motivo per cui questo patrimonio librario debba rimanere ad ammuffire in una palestra. Così come sono stati per tanti anni in quella sede, così possono rimanerci ancora, almeno finché non si abbia la pronta, e sottolineo “pronta”, disponibilità di una nuova sede, nella quale, tra l’altro, potrebbe essere allocato il Museo, al posto della Biblioteca, visto che i reperti sono di più facile spostamento.

In ogni caso, ripristinando la coesistenza, si salvaguardano gli interessi dei cittadini, che sono, poi, quelli che veramente contano.

Certo, sarebbe anche il caso che il sindaco impedisse a qualcuno di firmare dei comunicati stampa a nome dell’Amministrazione Comunale. Savino, in quanto sindaco, è il capo dell’Amministrazione e non può evidentemente dissociarsi da questi comunicati, com’è invece avvenuto. E’ grave che qualcuno si sia permesso di scavalcarlo e sta al sindaco impedire che ciò si verifichi di nuovo.  

Quanto ai politici, ricordo che il loro compito è di risolvere i problemi, senza dare l’impressione di prestarsi ad operazioni che mirano solo a favorire interessi personali.

San Severo, inoltre, come ha ricordato il direttore della Biblioteca provinciale Mercurio, rischia seriamente di perdere 300 mila euro per quest’inspiegabile avversione alla Biblioteca comunale, un’istituzione vecchia di oltre un secolo e mezzo. Qualcuno dovrebbe aprire gli occhi su questa follia, correndo subito ai ripari”.

Torna al Menu