SALONE DEL LIBRO DI TORINO 2014. L'EDITORIA PUGLIESE PER LA CRESCITA REALE DEL TERRITORIO 

IL NOSTRO CONTRIBUTO CON LA COLLANA "TESTIMONIANZE"    

 

     Nell'ambito della Fiera del Libro di Torino 2014 è stato organizzato un Incontro, a cura della Regione Puglia - Assessorato al Mediterraneo, Cultura e Turismo, e dell'Associazione Pugliese Editori, sul tema "L'Editoria pugliese racconta il Territorio". Alla manifestazione, dedicata ad un tema molto significativo, siamo stati invitati anche noi. Quello che segue è per l'appunto il nostro intervento, fatto pervenire agli organizzatori dell'Incontro, tenutosi venerdì 9 maggio 2014, alle ore 14,00, nel Padiglione della Puglia. 

 

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 LA VITALITA’ CULTURALE DELLA PUGLIA

 

 

Le piccole e medie case editrici in Puglia hanno un motivo in più per svolgere la propria peculiare e insostituibile funzione, legato alla necessità di “raccontare” il territorio con verità, scientificità e meticolosità. E’ un compito, s’intende, che deve essere realizzato di concerto con l’editoria nazionale e le istituzioni pubbliche, politiche e culturali, ma che, nell’ambito delle proprie competenze, non può essere né confuso né delegato ad altri.

In questo senso, malgrado le difficoltà generali del momento, ci sembra molto importante il ruolo svolto dalle case editrici pugliesi, che stanno contribuendo, ormai da non pochi anni, a scoprire e valorizzare l’enorme patrimonio culturale della Puglia, regione giovane per eccellenza.

Nello specifico, riteniamo utile soffermarci sull’esperienza della collana “Testimonianze”, edita dalle Edizioni del Rosone di Foggia e giunta al suo quattordicesimo volume.

La collana ha offerto ed offre un punto d’incontro tra una casa editrice pugliese e alcuni studiosi legati al territorio. Da una parte, dunque, l’iniziativa del prof. Franco Marasca, che negli anni Settanta del secolo scorso, tra Milano, Troia e Foggia, ha dato vita alla sua creatura editoriale, in un’ottica sin dall’inizio ben precisa, ancorata alla Puglia, ma sempre attenta ad evitare i rischi del provincialismo. La casa editrice, oggi vanto della moglie, prof.ssa Falina Martino, e della figlia, dr.ssa Marida Marasca, che hanno continuato il suo lavoro, dopo la prematura scomparsa, si è saldata con le esperienze di due studiosi di San Severo, lo scrivente, italianista e docente a contratto presso l’Università di Foggia, sulla cattedra di Letteratura Italiana Contemporanea, e il direttore della Biblioteca Comunale, dr. Benito Mundi, anche lui, purtroppo, oggi scomparso.

 La collana “Testimonianze” è nata nel 2002 con un’ambizione consapevole della necessità di confrontarsi con la realtà, quella di offrire dei testi letterari e dei volumi di critica incentrati sulla Puglia, vista non come un’isola, ma come una realtà viva e vitale, inserita in un ampio sistema di scambi e di esperienze.

La Puglia è una regione che è fiorita letterariamente soprattutto nel Novecento e che, d’altra parte, è stata in passato troppo trascurata. Questo dato di fatto ha agito da sprone per colmare le lacune, per portare alla luce pagine e opere ingiustamente dimenticate, per esaminare in modo adeguato aspetti della creatività regionale, sempre con l’occhio di chi non perde mai di vista il contesto generale.

La stessa immagine di copertina rende bene, a nostro parere, le intenzioni. Si tratta della riproduzione di una xilografia contenuta nel volume di Bernardino Corio Historia di Milano, del 1503, un’opera stampata da Alessandro Minuziano, tipografo-editore di San Severo, che ha operato nella città lombarda, dove ha anche insegnato, nelle Scuole Palatine. “E’ bello doppo il morire vivere anchora”, si legge in questa xilografia, così compitamente classica, ed è un invito ad operare in modo virtuoso, lasciando dei segni della propria operosità.

Il primo volume, nel 2002, è stato Incontri memorabili, l’ultimo regalo di un grande vecchio della cultura pugliese, Pasquale Soccio, nato a San Marco in Lamis nel 1907 e scomparso nel 2001. Dopo aver superato molteplici ostacoli, sia economici che fisici, Soccio si laureò a Roma, nel Magistero, avviandosi alla carriera di insegnante. Fu prima maestro, poi professore di storia e filosofia, infine preside, per molti anni, nell’antico liceo classico “Bonghi” di Lucera. La sua opera più importante è Gargano segreto, ma l’elenco consta di numerosi libri e saggi, alcuni dei quali pubblicati sulla rivista “Nuova Antologia”. Incontri memorabili è un testo lasciato inedito da Soccio, in cui si parla dei rapporti avuti con personaggi del calibro di Benedetto Croce, Giovanni Gentile, Giuseppe Ungaretti, Cesare Angelini ed altri.

Nello stesso 2002 è stata la volta di Viaggi letterari nella pianura, un lavoro di critica firmato dallo scrivente, con la prefazione del prof. Domenico Cofano, ordinario di Letteratura italiana all’Università di Foggia, nell’ottica di favorire la collaborazione della casa editrice e della collana con il giovane ateneo di Capitanata, che vanta da poco più di un decennio una dinamica facoltà di Lettere (anche se oggi, in verità, le facoltà sono state sostituite dai dipartimenti…).

In questo lavoro il Tavoliere, seconda pianura italiana, diventa lo sfondo di opere di particolare rilievo. Tra i saggi contenuti, uno riguarda l'ultimo capitolo del Viaggio elettorale di Francesco De Sanctis, il celebre critico napoletano che per vari anni fu deputato del collegio di San Severo. A tal proposito, va rimarcato che si tratta proprio del periodo in cui De Sanctis scrive la sua celebre Storia della letteratura italiana. Un legame troppo spesso dimenticato, ma che è un vanto per il nostro territorio, culla rassicurante e riconoscente per uno studioso che non ha mai voluto rinunciare alle sfide della politica attiva.

I Viaggi letterari nella pianura, poi, chiamano in causa, tra l’altro, il maggiore futurista pugliese, Mario Carli, nato a San Severo, anche se fiorentino di formazione culturale, e l’autore decadentista Umberto Fraccacreta, noto come “poeta del Tavoliere”.

Nel 2004 è la volta di Occasioni letterarie pugliesi, in cui, accarezzando la suggestione di un titolo montaliano, la Puglia diventa, come chiarisce il titolo, l’“occasione” propizia per la nascita di pagine di notevole qualità, sulle quali abbiamo indugiato, sottolineandone i pregi. Si tratta di scritti di personaggi del calibro di Giovanni Pascoli, Riccardo Bacchelli e Edmondo De Amicis. Quest’ultimo viene chiamato in causa per una sua novella, Fortezza, edita nel 1872, che ancor oggi viene ospitata con grande risalto nel sito telematico dei Carabinieri. L’azione si svolge tra San Severo e i primi rilievi del Gargano, nel 1861. Un carabiniere viene rapito da alcuni feroci briganti, ma malgrado le torture non rivela le notizie in suo possesso. Alla fine, i suoi commilitoni intervengono, passando per le armi i rapitori. E’ un racconto che contiene anche un’idea di cooperazione tra le parti dell’Italia, tra Nord e Sud, in nome del bene comune, e che pertanto serba una sua attualità.

Belle sono anche le pagine garganiche di Bacchelli, l’autore della trilogia de Il mulino del Po, che ha scritto tra l’altro il lungo racconto Il brigante di Tacca del lupo, anch’esso legato alla cruenta fase del brigantaggio post-unitario.

Le ricerche successive, imperniate sullo stesso filone tematico, troveranno spazio nel volume Saggi, scrittori e paesaggi. Nuove occasioni letterarie pugliesi, edito nel 2005. I sedici capitoli di quest’opera compongono alla fine una sorta di mosaico critico, nel quale rientrano a pieno titolo autori appartenenti al territorio, ma anche scrittori che in qualche modo si sono relazionati con la Puglia, come Baldini, Alvaro e Piovene.

Il nesso tra la Puglia e Milano ritorna, in modo significativo, nel volume di liriche di Giuseppe Annese Morire di speranza, del 2004, a cura di Benito Mundi, con saggio critico di Francesco Giuliani. Annese, nato a San Severo nel 1932, trovò proprio nel capoluogo lombardo la sua collocazione naturale, lavorando come pubblicitario in alcune agenzie. Un “lombardopugliese”, com’è stato definito, che ci ha lasciato una produzione, apparsa postuma, in cui trova spazio la sua solitudine esistenziale, la sua visione dolente e malinconica dei giorni.

Con il sesto volume, nel 2006, la collana “Testimonianze” propone un classico del 1907, Il Gargano dello scrittore forlivese Antonio Beltramelli. Il suo reportage dello Sperone della penisola è ricco di pagine affascinanti, in cui si ritrova una terra isolata e povera di attenzioni da parte dello Stato, ma ricca di virtù umane e di sfondi paesaggistici incantevoli. Il volume, oltre ad un ampio saggio dello scrivente, presenta in appendice lo scritto di Beltramelli Terre sperdute, del 1905, apparso originariamente su di una rivista milanese, “Varietas”.
          La Puglia dunque è ovunque, come una trinità laica, con le sue tre province storiche, la Capitanata, la Terra di Bari e il Salento.

Due volumi portano invece la firma del prof. Raffaele Cera, prolifico e brillante autore, per molti anni preside nei licei statali. Si tratta delle due parti dell’opera I luoghi dello spirito, in cui Cera passa in rassegna alcune località italiane a lui particolarmente care, in cui la bellezza e la poesia si avvertono con maggiore forza. La prefazione è del noto scrittore garganico Joseph Tusiani, già docente universitario negli Stati Uniti, dove vive, senza mai dimenticarsi delle sue radici.

In altri due testi domina la figura di Alfredo Petrucci (1888-1969), nato a Sannicandro Garganico, uno tra i maggiori intellettuali pugliesi del Novecento. Direttore per lunghi anni del Gabinetto Nazionale delle Stampe, a Roma, Petrucci ci ha lasciato anche delle opere letterarie. Di qui l’idea di riproporre la silloge di novelle La povera vita, apparsa originariamente a Siena nel 1914. Per la prima volta un’opera narrativa di ragguardevole livello è ambientata nel Gargano.

L’altro volume è una monografia critica su Petrucci, intitolata Alfredo Petrucci. Le lettere, il Gargano e lo scrittore, a firma dello scrivente, che ha dedicato molte attenzioni a questo personaggio ingiustamente trascurato, malgrado i tanti meriti accumulati in una vita densa di studi e di pubblicazioni (suo figlio, tra l’altro, è Armando Petrucci, paleografo latino e studioso di fama internazionale, a lungo docente alla Normale di Pisa).

Nell’undicesimo volume, Ho viaggiato con l’apostolo Tommaso, non poteva mancare quello che alcuni critici ritengono il maggiore poeta del Novecento, ossia Cristanziano Serricchio, non a caso candidato proprio dalla Regione Puglia al Premio Nobel, con una scelta fortemente significativa e per niente ingiustificata. Serricchio qui ci mostra il volto del narratore, dell’uomo etico e spirituale, che per una serie di particolari circostanze si ritrova a viaggiare con le ossa dell’apostolo Tommaso, come richiamato nel titolo.

Né è meno significativa l’opera odeporica di Michele Vocino, già direttore generale presso il Ministero della Marina e deputato nella prima legislatura repubblicana, uomo delle istituzioni e del territorio, che ha vissuto a Roma ma ha sempre operato per la sua Puglia, con grande tenacia. Ebbene, Vocino, negli anni Trenta del secolo scorso, pubblica a Roma un libro di viaggi, “Nostalgie di mari lontani”, che viene riproposto con un sottotitolo, “Da Roma alle Americhe (con la Puglia nel cuore)”, che vuole sottolineare l’intensità di questo rapporto affettivo. Un libro che rappresenta una delle tante scoperte realizzabili se si rivolge l’attenzione al passato culturale della Puglia.

Le ultime chicche di questa collana sono, ancora una volta a nostra firma, Viaggi novecenteschi in terra di Puglia e Nel Nord della Puglia, studi su autori che hanno celebrato il territorio, pur non essendo, in alcuni casi, pugliesi, come il celebre storico dell’arte e padre del restauro moderno Cesare Brandi, innamoratissimo della nostra regione, che ha celebrato tra l’altro in “Pellegrino di Puglia” (prima ed. 1960). Ma potremmo aggiungere anche la polacca Kazimiera Alberti, che in Puglia trova scampo alle atrocità della guerra mondiale, che lasciano in lei un segno indelebile, anche se, per l’appunto, lenito dal sole di levante. 

La collana, come si vede, segue un suo cammino ben preciso, mirando a coniugare la qualità con l’immagine di una regione che è parte vitale di una fitta rete di esperienze e di cultura, una terra che merita molta più considerazione di quanta di solito le viene riconosciuta. Ma l’unico modo per rimettere in equilibrio i proverbiali piatti della bilancia, per portare alla luce la sua straordinaria ricchezza, passa attraverso lo studio attento e scientifico del territorio, di concerto con le istituzioni e le migliori energie intellettuali, che non mancano.

Non bisogna demordere, ma i risultati si vedono e l’obiettivo non sfuggirà ai tanti che operano per il comune obiettivo. Questa tavola rotonda, del resto, ne è la più chiara conferma.

FRANCESCO GIULIANI   

 

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