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IL VALORE DELLA POESIA SECONDO RITROVATO
In questa pubblicazione egli affronta un argomento che lo
appassiona sia come critico che come autore, ossia la poesia. Sul versante
compositivo, infatti, ha pubblicato tre sillogi, l’ultima delle quali, “Come chi
non torna”, è del 2008.
Come critico, invece, Ritrovato collabora a varie riviste
specializzate, a livello nazionale, da “ClanDestino” a “Incroci”, e proprio da
questo versante della sua attività ha tratto i saggi che formano il volumetto in
questione. Si tratta di contributi che vanno dal 2003 al 2008, ripresi e rivisti
per l’occasione, uniti da un evidente filo rosso, quello dell’importanza della
poesia, della sua necessità anche in questo esordio di terzo millennio.
Ritrovato è ben consapevole, ovviamente, delle caratteristiche
della nostra epoca, nella quale la poesia vive un’esistenza difficile, di
nicchia. I versi, si sa, non si vendono e per lo più i libri sono pubblicati a
spese dell’autore; ma la debolezza attuale della poesia presenta anche degli
elementi di forza, a partire dalla sua sincerità, dalla sua capacità di sfuggire
ai condizionamenti del mercato editoriale.
Nella “Nota d’avvio” l’autore espone le sue idee generali
sull’argomento, parlando significativamente di “religiosità orizzontale della
poesia”, della sua capacità di essere libera e vera, di esprimere una realtà
profonda e insieme inesauribile, sempre gravida di sorprese. Si nota come
Ritrovato senta con forza l’importanza del tema, fino a riprendere alcune
argomentazioni di Carlo Bo, come questa “La letteratura è la vita stessa e cioè
la parte migliore e vera della vita”. Di qui il richiamo ad una religiosità
terrena, ad un bisogno potente e prepotente, che si esprime distillando le
parole.
Nei vari saggi vengono affrontati molti aspetti legati al
confronto quotidiano con una realtà ancora magmatica. Si pensi, ad esempio, allo
scritto “Pensiero e mito meridiano. La poesia oltre il sud”. Esiste una poesia
di buon livello nelle terre dell’antico Regno di Napoli? A leggere certe
antologie, confezionate a Milano, Cristo sembrerebbe essersi fermato anche più
su di Eboli, ma questo dipende in buona parte dalla realtà del mercato
editoriale, oltre che dalla scarsità di lettori meridionali. Ritrovato però non
si ferma a questa constatazione ed allarga la sua visuale al Leopardi letto da
Franco Cassano, tessendo l’elogio di un’immaginazione che rappresenta una
risorsa per l’umanità.
Le pagine del critico si presentano generalmente dense, con
una fitta rete di richiami alla più recente produzione specialistica. Il lettore
ideale è spesso proprio l’addetto ai lavori, ai quali aggiungeremmo gli studenti
universitari, invitati a prendere coscienza della pregnante “differenza” della
poesia, che non è solo formale, ma anche e soprattutto etica.
L’ultimo saggio, “La letteratura in pericolo. Qualche
antidoto”, segna il coerente arrivo della perlustrazione critica del Nostro.
L’editoria pensa a far tornare i propri conti, la scuola si arrampica sugli
specchi, con dei docenti che faticano per “riuscire a essere più autorevoli di
un giornalino di adolescenti che consiglia di leggere Moccia, invece di Pavese”.
La situazione è seria, ma non disperata, e non a caso Ritrovato offre tre
possibili antidoti, rappresentati dalla lentezza, dal silenzio e dalla verità.
Di qui l’epilogo del libro: “Agli studenti, che ora lavorano su computer sempre
più veloci, chiedo invece di coltivare in silenzio, e con pazienza, il valore
del tempo, e di mettersi in ascolto della bellezza… come quando ci si
riappropria dell’anima di un paesaggio al termine di una escursione, o della
quiete di una cameretta dopo una giornata frenetica. La verità, allora, non sarà
la fine ma il fine di questo mondo, e noi riusciremo a sopportare, come insegna
la letteratura, le nostre imperfezioni”.
Insomma, in un mondo povero di valori, Ritrovato auspica che
resti in vita almeno quello della letteratura, pur con tutti i suoi limiti e i
suoi condizionamenti terreni.