NEL CORSO DEL CONVEGNO NAZIONALE DELL'USFI

PRESENTATO A PADOVA IL LIBRO LA PAROLA PESANTE

 

     Lo scorso 8 settembre, a Padova, nell’ambito del congresso nazionale dell’USFI, Unione Stampa Filatelica Italiana, è stato ufficialmente presentato il volume di Francesco Giuliani La parola pesante. Lingua e letteratura nei francobolli italiani (Edizioni del Rosone, Foggia, 2018, pref. di Rosario Coluccia).

     L’USFI opera dal lontano 1966 nel settore della filatelia e della storia postale, aggregando giornalisti e scrittori di provata esperienza e professionalità. L’attuale presidente è il giornalista professionista Fabio Bonacina. Uno dei momenti forti è lo svolgimento dell’annuale congresso, che si è tenuto negli anni scorsi, rispettivamente, a Castefidardo, Salerno e Genova, per poi spostarsi, nel 2018, a Padova, nel centro cittadino, in un hotel a pochi passi dalla splendida Basilica di Sant’Antonio.

    

 

     I lavori, con la collaborazione diretta di numerosi soci e la guida attenta e impeccabile di Bruno Crevato Selvaggi, che ha imposto un rispetto assoluto dei tempi e del programma, si sono protratti dal 7 al 9 settembre. Numerosi sono stati i relatori, giunti da varie parti d’Italia e anche dall’estero, come nel caso della caporedattrice della rivista francese «L’écho de la timbrologie». Gli interventi hanno riguardato numerosi ambiti della filatelia e della storia postale, affrontando campi spesso affascinanti. Sabato 8, tra l’altro, si è avuta la presentazione ufficiale dei cataloghi filatelici Sassone e Unificato, validi per il 2019, con la partecipazione dei responsabili delle due aziende.

     Poi, alle 15,50, è stata la volta del prof. Francesco Giuliani, che ha presentato il suo ultimo volume dedicato al proficuo incontro tra letteratura, linguistica e filatelia. Giuliani, membro dell’USFI e dell’Accademia Italiana di Filatelia e Storia, collaboratore delle riviste dell’Unificato «l’Arte del Francobollo» e «Storie di Posta» e de «Il collezionista» della Bolaffi, ha posto l’accento sulla storia del termine ‘francobollo’, soffermandosi sulle prime attestazioni del vocabolo, che comunque affonda le radici nella lingua italiana, senza influssi stranieri.

     Utilizzando le immagini proiettate dal computer, Giuliani ha ricordato alcuni particolari usi della lingua nei francobolli italiani, sottolineandone l’importanza. Il titolo del libro, tra l’altro, vuole porre proprio l’accento sul rilievo che assumono le diciture nei francobolli, strumenti diffusissimi e fondamentali nella storia della comunicazione italiana, dal 1850 in poi.

     Non sono mancati degli spunti di attualità. Giuliani ha ricordato tra l’altro le discussioni nate l’anno scorso, in seguito all’emissione di un valore postale per celebrare il «bacalà alla vicentina», come si legge sulla vignetta. La scelta del termine «bacalà», con una sola c, ha rappresentato un vistoso errore, che non può trovare giustificazioni nell’uso veneto. Il vocabolo andava almeno messo in evidenza attraverso delle virgolette o un carattere diverso, al fine di evitare equivoci e imprecisioni che non si giustificano nell’uso formale e nazionale della lingua italiana. Ne è seguita una discussione accesa ma sempre molto corretta con alcuni studiosi veneti, che la pensavano in modo diverso. Giuliani, da parte sua, ha portato in appoggio l’opinione del prof. Rosario Coluccia, accademico della Crusca, che ha firmato la prefazione del volume.

    Le discussioni hanno confermato l’interesse incontrato dal volume di Francesco Giuliani, che ha affrontato da un punto di vista originale aspetti e problematiche notevoli e significative.       

 

 

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