UNA TERRA UNA VITA

UNA PREZIOSA ANTOLOGIA POETICA DI SERRICCHIO

 

           

        Per gli amanti del verso è un libro da non perdere: ci riferiamo alla densa silloge di poesie di Cristanziano Serricchio intitolata “Una terra una vita”, da poco in libreria, per i tipi della casa editrice foggiana Sentieri Meridiani (pp. 127, euro 14).

        Serricchio è un nome che non ha bisogno di presentazioni. Classe 1922, ha al suo attivo ben 18 raccolte di versi e 4 volumi di narrativa; di lui si sono occupati i più grandi critici italiani e nel 2003 Mario Luzi gli ha consegnato il premio "Una vita per la poesia".

        L’antologia appena edita si avvale della prefazione di Sergio D’Amaro, che ha sottolineato il nesso vitale e prezioso che lo lega alla Puglia (Serricchio è “pittore e scalpellino della sua anima montana e marina”). Osservazioni criticamente molto fini si leggono anche nella postfazione del volume, a firma di Emerico Giachery, e nei risvolti della copertina, a firma di Daniele Maria Pegorari.

         Serricchio in questa silloge attinge a tutta la sua produzione, sin dal primo volume, “Nubilo et sereno”, apparso nel lontano 1950, passando poi attraverso momenti di grande rilievo come L’estate degli ulivi”, del 1973, e Stele daunie, del 1978. Un cammino limpido e coerente, il suo, dettato dall’interno, che lo pone nel novero dei protagonisti della poesia contemporanea nazionale.

        Pagina dopo pagina, l’antologia ripropone il prodigio di una lirica limpida e luminosa, aerea e delicata, che porta con sé, senza impaccio, l’eco di un’antica tradizione classica e l’amore per una terra, microcosmo vitale e assorbente, ma mai asfissiante. I cieli, gli ulivi, le distese marine, le pietre, sono quelli, ma non solo quelli; la poesia è sempre al di là dell’oggetto, nella magia della visione, nell’universalità del messaggio, nell’eternità dei sentimenti. La poesia di Serricchio non tradisce mai lo sforzo espressivo, anzi, possiede una sicurezza figlia di una lenta decantazione, quasi fossero le gocce che filtrano in una grotta a lui ben nota (si veda, a tal proposito, la lirica Grotta Scaloria-Occhiopinto). In questo modo appaiono vivificati ed alleggeriti anche i temi eterni del rimpianto per le cose che passano, del ritorno alle radici, del richiamo agli affetti.

        Tra le tante poesie c’è solo l’imbarazzo della scelta, a partire da quella posta in apertura, Se cerchi un paese, tratta dalla già citata raccolta del 1973. A completare il mosaico, concorrono anche liriche in vernacolo, accompagnate dalla traduzione in italiana, tra le quali spicca l’ampia Dove so'.

        Una terra una vita è dunque la testimonianza di come la poesia possa diventare la punta di un aureo triangolo, che congiunge e insieme sovrasta la vita e la terra natia.         

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