"IL PANE DEL SANTO NATALE" DI ALFREDO PETRUCCI

 

            L’anno scorso abbiamo proposto una novella natalizia del grande scrittore garganico Alfredo Petrucci, “Il fagottello misterioso (Novelletta di Natale)”. Quest’anno la scelta è caduta su di un altro brano, non meno bello del precedente, consono al periodo festivo: “Il pane del Santo Natale”. L’opera, inclusa nella raccolta “Arcobaleno”, pubblicata nel 1955 dalla SEI di Torino, ma risalente a vari anni prima, si rifà ad un racconto popolare ben attestato anche in Puglia. La narrazione, del resto, con la sua semplicità, ma anche con la sua intensità, rivela chiaramente le origini remote di questa pagina, in cui domina la forza della fede popolare.

      La protagonista vuole assolutamente andare ad omaggiare Gesù Bambino, nella notte di Natale, e non si ferma di fronte alle obiezioni delle altre donne, ispirate al buon senso pratico, che la invitano a pensare alla preparazione del pane. La “povera donnetta” si mette in cammino e alla fine la sua fede viene premiata da “dodici pezzi di pan buffetto, allora allora usciti dal forno”, che erano “allineati sulla tavola, e su ogni pezzo era impressa la stella del Signore”.

           A Natale tutti siamo presi dalla nostalgia della fanciullezza, di una fase della vita in cui l’esistenza appariva più leggera, più sognante. E’ un’aspirazione sacrosanta, che non bisogna né nascondere né reprimere. C’è un tempo per tutte le cose, e di fronte alla Nascita del Bambino Gesù si può anche riscoprire il piacere delle lacrime buone, quelle di pascoliana memoria, che ci rendono migliori.  

           Questo bel brano di Alfredo Petrucci ci sembra l’ideale per una riscoperta della nostra interiorità, al di fuori dei fuochi d’artificio della pubblicità e della sciocca allegria finalizzata a comperare qualche oggetto inutile. La letteratura serve anche a questo.  

           

 

 

IL PANE DEL SANTO NATALE

 

         La notte di Natale apparve in cielo una stella d'uno splendore mai visto, per indicare ai credenti la via dell'umile capanna dove il Bambino Gesù giaceva, riscaldato dall'alito d'un bue e d'un asinello.

     Di lontano si mossero, con le loro superbe caval­cature e i loro imponenti corteggi, i Re Magi, recando oro, incenso e mirra. Per balze e per dirupi scesero le pastorelle e i pastori; e chi aveva tra le mani un pollo e chi un agnello, chi un fiasco di vino e chi una forma di cacio, chi un'oca e chi un cestello di frutta, da offrire in dono al Bambino Gesù.

     Una povera donnetta quella notte stava facendo il pane in casa. Ed anche lei fu presa dal desiderio irresi­stibile di andare a vedere il Figlio di Dio. Ma le donne del vicinato cercarono di dissuaderla.

      - Perderai il tuo pane - dicevano.

      - Chi aspetterà che sia lievitato?

      - Chi lo porterà al forno?

      La donnetta non volle udir ragioni. Si staccò dalla madia, e con le mani ancora impiastricciate di pasta, uscì di casa e si mise in cammino.

    Per balze e per dirupi, guidata dal lume misterioso della stella, giunse anche lei all'umile capanna e vide il Bambino Gesù, adagiato sulla paglia d'una mangiatoia.    

         Il bue e l'asinello lo riscaldavano col loro fiato, Giuseppe e Maria gli sorridevano beati e un'aureola di raggi d'oro brillava intorno al suo capo.

           La donnetta cadde in ginocchio, congiunse le mani e lo adorò.

           Intanto giungevano a frotte le pastorelle e i pastori; e chi recava un pollo e chi un agnello, chi un fiasco di vino, chi una forma di cacio, chi un'oca e chi un cesto di frutta da offrire in dono al Bambino Gesù.

          E la donnetta, stando sempre ginocchioni, si chiese:

      - Che cosa potrò donargli ora io?

      In quel punto abbassò gli occhi e vide, con sua gran meraviglia, che la pasta rimastale fra le dita al momento di uscire di casa, s'era trasformata in un bel pezzo di pan buffetto.

      Offerse, come sollevata da un peso che la opprimeva, il suo dono al Bambino Gesù e prese in gran fretta la via del ritorno.

           Lungo il cammino pensava:

           - Che sarà stato del mio pane?

      E rimuginava fra sé e sé le parole delle vicine: «Chi avrebbe atteso che fosse lievitato? Chi lo avrebbe portato al forno?».

      E giunta a casa, corse subito alla madia.

     Ma la pasta non c’era più. In sua vece dodici pezzi di pan buffetto, allora allora usciti dal forno, erano allineati sulla tavola, e su ogni pezzo era impressa la stella del Signore.

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