TRACCE DI ORSA NELLA DAUNIA
Orsara di Puglia è un piccolo comune del Subappennino, posto a 635 metri sul livello del mare, che da qualche anno sta guadagnando l’attenzione di molti per le sue manifestazioni jazzistiche e per i suoi ristoranti. La strada per raggiungere la bella località è purtroppo malconcia (e usiamo un eufemismo!), ma i luoghi sono incantevoli.
L’occasione per parlare di questo comune subappenninico, nel cui stemma spiccano un’orsa ed un orsetto, ci viene data dalla pubblicazione di un testo, intitolato “Tracce di orsa nella Daunia”, sottotitolato “Ipotesi sulla più antica denominazione di Orsara di Puglia” (Edizioni del Rosone, Foggia, pp. 78, euro 13). L’autore è Giuseppe Zurlo, un brindisino di Mesagne stabilitosi da anni nel comune subappenninico, che insegna lingue e letterature straniere nel liceo di Bovino.
Si tratta di un’opera per molti versi singolare, che affronta un argomento che apparentemente non ha molti segreti, almeno a leggere il Dizionario di Toponomastica dell’UTET, nel quale c’è una voce, a firma di Carla Marcato, dell’Università di Udine, che collega con sicurezza il nome del paese alla presenza di orsi: “il toponimo ha evidente origine dallo zoonimo ‘ursus’, con il suffisso –aria, a designare un luogo ove è presente l’elemento indicato da un dato sostantivo”. A tal fine, la studiosa chiama in causa il Rohlfs e ricorda che il comune è attestato nel Catalogus Baronum, della metà del XII secolo (fonte che non ci sembra utilizzata da Zurlo). Il comune, insomma, nel Medioevo si chiamava Ursaria, e le sue origini sembrerebbero legate proprio a questo periodo.
Malgrado tutto, però, Zurlo nota che il territorio era abitato già in precedenza, e pertanto, stando ai reperti archeologici, “doveva avere un nome anche molto prima sia del VI-VII secolo d.C., sia dell’arrivo dei Romani”. Di qui l’approdo nel mondo greco, cercando etimologie e nessi. In realtà, il fatto che un territorio fosse abitato prima della nascita di un comune non significa che questo stesso comune già esistesse o che il suo nome fosse necessariamente legato a quello attuale; di per sé, il dato, che va approfondito e definito, può provare tutto e il contrario di tutto. Insomma, Orsara è probabilmente uno dei tanti paesi nati nel Medioevo, verità che un tempo era considerata una sorta di disonore, da nascondere con leggende e discutibili appigli storici, e il suo nome si lega senza troppi segreti alla presenza degli orsi, come del resto Orsara Bormida, in provincia di Alessandria, secondo quanto si legge nello stesso Dizionario di Toponomastica. Che poi nessuno li abbia visti o ne abbia trovato le ossa, è un altro elemento di secondaria importanza. Nel Medioevo dovevano starci o, almeno, si pensava che ci fossero.
Zurlo, in ogni caso, alla fine delle sue ricerche, che salgono a ritroso nel tempo, lega il toponimo all’orso, ad un’antica popolazione dauna e al sambuco, albero molto presente nella zona. Egli stesso è ben consapevole che si tratta pur sempre di ipotesi, che necessitano di ulteriori verifiche, il che lo salva dall’affogare nelle paludi di una materia di per sé infida e multidisciplinare, nella quale le fonti scarseggiano.