IN GIRO PER SAN SEVERO OSSERVANDO LE SUE SCULTURE
OMAGGIO A MATTEO GERMANO
UNA VENA FLUENTE
Nei giorni scorsi sono stati inaugurati due nuovi monumenti, dedicati rispettivamente a Vincenzo Muccioli e all’ex sindaco Pasquale Iantoschi, entrambi legati al nome dello scultore Matteo Germano, un personaggio che da alcuni decenni si muove come protagonista nel panorama scultoreo pugliese (ma non solo regionale).
Nato a San Severo nel 1937, Germano ha mosso i primi passi sulle orme di un artista del calibro di Luigi Schingo, rivelando una spiccata propensione per la scultura. Dopo aver appreso i rudimenti dell’arte, ha seguito dei corsi regolari presso l’Accademia di Belle Arti di Foggia, addestrando alla perfezione l’occhio e la mano.
Di qui l’instancabile attività di artista e di maestro, che ha fatto di lui anche un punto di riferimento per le nuove generazioni. Nella sua bottega sanseverese, Germano trascorre molte ore ogni giorno, specie ora che ha lasciato l’insegnamento elementare, dopo aver raggiunto il limite dei fatidici quarant’anni di professione.
Chiunque venga nella nostra città, non può non accorgersi della presenza delle sue opere. Chi percorre via Alessandro Minuziano, ad esempio, si imbatte nel Monumento al Contadino Sanseverese, che rappresenta un anziano lavoratore, che finalmente può riposare, anche se il suo volto è pensieroso ed austero.
E’ un modo per ricordare che tante ricchezze della nostra terra sono il frutto dell’opera di questi infaticabili lavoratori, che appresero, nell’Ottocento, a sfruttare le qualità della terra pugliese, impiantando ovunque vigneti di qualità.
Il monumento è accompagnato dai versi di Umberto Fraccacreta, tratti da “Il Pane”.
Continuando verso piazza Incoronazione, poi, si trova il busto dedicato al prof. Nino Casiglio. Solo Germano, del resto, era in grado di unire alla conoscenza della tecnica artistica anche quella dell’intellettuale scomparso, sul quale ricorda anche un gustoso aneddoto, risalente al 1989. In quell’anno, Germano chiese a Casiglio delle parole di presentazione per una personale di scultura; Casiglio accettò, ma ad una precisa condizione: di poter frequentare, per almeno una settimana, lo studio dello scultore.
Fu così che ogni pomeriggio, per alcuni giorni, il romanziere restò delle ore a guardare i tanti modelli che affollano il regno artistico di Germano, cercando di carpirne i segreti. Alla fine, venne fuori uno scritto concreto e insieme profondo, che non ha nulla dello stile di certi critici d’arte di professione, che si nascondono dietro il linguaggio figurato e qualche dotto riferimento, messo lì apposta, per impressionare il lettore, per confonderlo e far nascere in lui un senso di inferiorità.
Busto di Vincenzo Muccioli (Villa comunale di San Severo)
DA MUCCIOLI A DON FELICE CANELLI
Se si giunge nell’interno della Villa Comunale, invece, si trova il busto di Vincenzo Muccioli, appena inaugurato, che rappresenta il frutto della sua perfetta maturità di artista.
Scomparso nel 1995 a 61 anni, dopo aver lottato a viso aperto e con tutte le sue forze contro il flagello della droga, il fondatore della comunità terapeutica di San Patrignano, a pochi passi da Rimini e San Marino, ha aiutato anche numerosi giovani della nostra terra, e di qui il legame sottolineato dall’Amministrazione Comunale di San Severo, che si è rivolta subito a Germano, il quale ha realizzato, con tutta probabilità, il primo busto dedicato in assoluto a Muccioli.
In esso, l’artista ha saputo rendere la carica vitale dell’uomo, coniugando le sue fattezze fisiche con le sue doti interiori, la sua capacità di confrontarsi con i lati oscuri e dolorosi della società, da un lato, e, dall’altro, la sua contagiosa tenacia, che lo ha portato a costruire una delle comunità terapeutiche più grandi d’Europa.
Una simbiosi perfetta, che vuole fungere da monito per i giovani tentati dalla droga, spingendoli ad una scelta di dignità e di responsabilità.
L’ultima tappa di questo sommario tour locale ci porta su corso Gramsci, il viale delle Palme, dove sorge il busto dedicato all’ex sindaco democristiano Pasquale Iantoschi, che negli anni Sessanta guidò una maggioranza di centro-destra, per poi propendere per una soluzione di centro-sinistra, fino alla sua morte prematura, nel 1969, a soli 50 anni.
Ma, ovviamente, la fama di Germano non si può certo limitare all’ambito locale. Nel corso degli anni ha tenuto mostre, personali e collettive, in numerose città, anche all’estero, e le sue sculture sono presenti in vari musei.
Particolarmente richiesti, tra l’altro, sono i suoi lavori su Padre Pio, un soggetto a lui caro anche per motivi religiosi. Proprio a quest’ambito, del resto, ci porta la realizzazione, quasi ultimata, del portale bronzeo della chiesa di Croce Santa, a San Severo. Si tratta di un lavoro di cesello, di pazienza, che lo impegna da tempo e che sta per giungere alle battute conclusive, con la prossima fusione a Verona.
La porta, con i suoi soggetti sacri, sarà posta di fronte all’imponente statua di don Felice Canelli, anch’essa, ovviamente (è appena il caso di dirlo!), frutto della maestria di Germano.
(L'articolo apparve nel 2004, qualche mese prima della scomparsa dell'artista)