UN LIBRO SU ROSARIO LABADESSA DI MARCELLO ARIANO
Ci sono tanti personaggi legati alla realtà pugliese che hanno
ottenuto dei ragguardevoli risultati, ma che restano ancora sconosciuti alla
stragrande maggioranza delle persone. Un motivo in più, questo, per
intensificare le ricerche e colmare le lacune. In questa direzione si muove da
tempo Marcello Ariano, che ha da poco pubblicato un libro dal titolo “Rosario
Labadessa. Cooperatore. Appunti per una biografia” (Edizioni del Rosone, Foggia,
pp. 135, euro 13).
Ariano, classe 1948, è nato a Torremaggiore ma vive da tempo a
Foggia. Laureato in Scienze politiche, coltiva da tempo la passione per la carta
stampata, collaborando a varie testate giornalistiche e pubblicando lavori di
storia, che alterna ai suoi versi, indubbiamente gradevoli ed ispirati. In
ambito storico si è interessato, tra l’altro, del sindaco Lorenzo Scillitani e
dell’educatore Giuseppe Crucinio, ma il suo terreno preferito di indagine è il
periodo fascista, con contributi importanti, ad esempio, su Gaetano Postiglione,
Araldo di Crollalanza e sui borghi rurali costruiti in quel periodo nel
Tavoliere.
A questo filone di indagine si lega anche la sua ultima
pubblicazione, incentrata, per l’appunto, su Rosario Labadessa, nato a San
Ferdinando di Puglia nel 1891 e scomparso a Roma nel 1963, dopo riposa. Si
tratta di un personaggio che ha lavorato assiduamente nell’ambito delle
cooperative, concepite come uno strumento fondamentale di promozione umana, come
una “società di persone, più che di capitali”, e dunque da difendere e
diffondere.
La sua vocazione cooperativistica matura all’indomani della
prima guerra mondiale e trova poi spazio nel Ventennio fascista. Labadessa
raggiunge i massimi livelli dirigenziali nazionali e nel 1934 diventa anche
parlamentare fascista, carica mantenuta fino alla caduta del regime. Nel secondo
dopoguerra la sua attività non si ferma e così, tra il blocco “rosso” e quello
“bianco”, sceglie il secondo, approdando nella Confederazione Cooperativa
Italiana, di ispirazione cattolica e politicamente vicina alla DC, dove fa
valere la sua lunga esperienza nel settore.
Ariano segue il cammino esistenziale di Labadessa con
attenzione, non senza un’utile e preziosa opera di inquadramento storico, per la
quale si avvale della conoscenza di una nutrita serie di studi, a partire,
ovviamente, da quelli di Renzo De Felice. Le sue conoscenze, del resto, vengono
riconosciute nella prefazione da Giuseppe Pardini, docente dell’Università del
Molise, che ritiene il libro utile e ben impostato dal punto di vista storico.
Ariano cita molti documenti di prima mano, relativi al gran numero di lavori pubblicati da Labadessa, corredando il tutto con una ricca componente iconografica, grazie anche alla disponibilità degli eredi di Labadessa, che si conferma un personaggio dalle idee chiare e positive, in grado di muoversi con sicurezza in un quadro turbolento e tragico come quello del Novecento. Alla fine, Ariano lo definisce “un combattente dell’idea cooperativa”, un uomo che è riuscito a trasformare il cooperativismo, inteso come correttivo della società capitalistica e forma di solidarismo, in una “vera e propria visione culturale, in un atteggiamento verso la vita e la realtà che non è più solo politico, ma fatto morale”.
Un testo, dunque, quello di Ariano, che amplia opportunamente le nostre conoscenze e che contiene una dedica ad un altro personaggio degno di considerazione, il foggiano Stefano Capone, scomparso prematuramente nel 2007.