NOVITA’ LIBRARIE
SULLE ORME DEI VIAGGIATORI
E’ da poco in libreria un importante volume dei Meridiani della Mondadori
dedicato ai viaggiatori italiani. Il testo si intitola “Scrittori italiani di
viaggio. 1700-1861” ed è a cura di Luca Clerici (pp. 1732, euro 55), un esperto
dell’argomento, che insegna all’Università di Milano e che ha già dato alle
stampe dei lavori molto significativi, tra cui, per i tipi della Bonnard, un
prezioso repertorio di nomi e di opere.
Il volume dei Meridiani, come si può arguire dall’indicazione cronologica, sarà
completato da un seguito altrettanto corposo, che giungerà fino ai nostri
giorni.
L’interesse per le opere dei viaggiatori continua ad aumentare di anno in anno,
grazie anche alla sempre maggiore attenzione che gli italiani rivolgono verso la
propria realtà territoriale, la propria provincia, la propria regione. E’ un
interesse positivo, specie se permetterà una sempre maggiore valorizzazione
delle specificità e delle risorse del territorio, in un’ottica però sempre
aperta al prossimo, all’altro che ci guarda e che può avere un punto di vista
differente.
Sul piano più specificamente letterario, il genere della letteratura odeporica
(è lo stesso che dire “di viaggio”) presenta numerosi problemi di definizione,
che animano un vivace dibattito tra gli addetti ai lavori, come si nota leggendo
l’ampia Introduzione di Clerici, che si sofferma su numerosi punti cruciali,
inclusa la circolazione dei testi e le questioni relative alla struttura dei
vari lavori. Clerici ricorda che nel periodo da lui indagato nel Meridiano gli
italiani viaggiavano meno degli stranieri, rimanendo per lo più all’interno
della nazione, per quanto divisa in vari stati. In compenso, però, quei pochi
che viaggiavano scrivevano volentieri,servendosi di modelli e tipologie quanto
mai vari.
Nel volume sono stati antologizzati 58 testi, divisi in 5 sezioni, “Italia”,
“Nord”, “Sud”, “Est”, “Ovest”. Pertanto, ad una prima parte in cui sono
protagoniste le regioni italiane, fa seguito un cammino che, scandito attraverso
la rosa dei venti, trasporta il lettore in tutte le parti del mondo, incluse le
zone più inconsuete. Di qui il rilievo di un’opera, come quella in questione,
che si pone essa stessa come uno strumento maturo di orientamento, facendo
tesoro delle conoscenze accumulate e di ricognizioni sul campo che diventano
sempre più capillari.
Nel Settecento il viaggio è più aristocratico, mentre nell’Ottocento diventa più
popolare, aprendosi ad ambiti sociali sempre più vasti, fino all’odierna,
inarrestabile crescita del turismo. Va detto, in ogni caso, che la tendenza
degli uomini a viaggiare e raccontare è antichissima, tant’è vero che una
partenza si trova descritta già nella babilonese “Epopea di Gilgamesch”,
databile al 2900 avanti Cristo.
Gli autori inclusi nel Meridiano talvolta sono molto conosciuti, come Alessandro
Volta, Lazzaro Spallanzani, Pietro Verri, ma spesso sono poco o per nulla noti,
rappresentando delle vere e proprie scoperte, almeno per il grande pubblico. Le
pagine dell’antologia sono precedute, com’è d’uso, da delle utili introduzioni,
che offrono anche dei riferimenti bibliografici.
Nella sezione italiana, contenente brani di 18 autori, un buon risalto viene
dato alle “Relazioni sulla Puglia” di Giuseppe Maria Galanti (1743-1806), uno
studioso di legge e di economia esperto e attento. Le relazioni, edite nel 1952
a cura di Tommaso Fiore e poi riproposte dalla Capone di Lecce a cura di Enzo
Panareo, sono relative all’anno di grazia 1791. La Puglia soffre per la mancanza
di tribunali, per le angherie dei feudatari e degli ecclesiastici, ed ha bisogno
di riforme. Galanti, che si rivolge al re di Napoli, non nasconde la realtà
dietro le parole, anzi, scrive in modo chiaro ed efficace. Le considerazioni
generali si affiancano a delle notazioni sulle varie città, che rendono il tutto
pregevole.
Ma questo è solo un esempio del ricco materiale contenuto in questo “Scrittori
italiani di viaggio. 1700-1861”, che sa ben coniugare il rigore scientifico con
l’interesse del lettore.