IL VOLUME DOUBLE-FACE DEI “BOOKSBROTHERS” FOGGIANI
DALLA CARTA AL WEB E RITORNO
E’un libro che incuriosisce sin dalla sua struttura “double
face”, quasi fosse un impermeabile o una giacca risvoltabile: ci riferiamo al
volume da poco pubblicato dalla BooksBrothers di Foggia, che da una parte si
intitola “Frammenti di cose volgari”, a cura di Maurizio Cotrona, mentre
dall’altra “Acqua passata”, a cura di Antonio Gurrado. Due testi al prezzo di
uno, insomma, intimamente fusi come gemelli siamesi, ma che hanno persino una
numerazione delle pagine diversa. Unico, in ogni caso, è il prezzo, 15 euro, che
diventa 12 se il testo viene ordine on-line, tramite l’omonimo sito telamatico
della BooksBrothers.
Il libro, da poco presentato a Foggia e in procinto di essere
ospitato anche in altre città, presenta molti motivi di interesse, legati ad una
scommessa davvero importante e finora senz’altro vinta: si può fare della
cultura di alto livello partendo da Foggia? Ebbene, la risposta è positiva,
parola di Michele Trecca ed Enzo Verrengia, i fratelli di libro, che nel 1996
hanno lanciato la loro sfida, chiamando a raccolta, anno dopo anno, vari altri
compagni d’avventura, numerosi dei quali ospitati nel volume in questione.
La definizione di BooksBrothers, fornita dai diretti
interessati, è quella di “un’associazione di pronto intervento letterario attiva
in emergenze tipo: esordienti malmenati e malmessi, outsider alla riscossa,
manoscritti orfani, padri eretici e snaturati, minori abbandonati, frutti
contaminati, opere incestuose, capolavori al macero, recensioni in taglio basso,
autori al margine del caos...”. Un’ampia casistica, insomma, che può trovare
delle risposte intorno ad una casa editrice e ad un sito telematico.
Ulteriori notizie ci vengono offerte dalla omonima prefazione
di “Acqua passata”, a firma di Michele Trecca, un brano che colpisce soprattutto
per il suo entusiasmo, figlio però di una visione realistica delle cose, e
dunque molto più significativo e contagioso. Nel 1996 nessuno voleva pubblicare
un volume di pregio come “Macerazioni divertenti” di Giuseppe Annese, lo
scrittore sanseverese amico di Flaiano. Ci pensarono i fratelli del libro,
arricchendo la letteratura novecentesca di un lavoro di indubbie qualità,
trasformatosi ben presto in un piccolo classico.
Da allora i frutti
sono stati numerosi, come racconta ancora Trecca, elencando titoli e risultati.
Si pensi solo all’antologia “Sporco al sole”, riservata ai narratori meridionali
under 25, o alla collana di volumetti “Zerozerosud”, con lavori di Soccio,
Casiglio ed Enrico Fraccacreta, con la sua fortunata biografia di Andrea
Pazienza (“Il giovane Pazienza”). Un cammino che culmina con la nascita di una
libreria foggiana e con un lutto personale, una gioia ed un dolore, che
scandiscono, come sempre, i giorni della vita dell’uomo.
Di qui, poi, “Acqua passata” diventa un articolato catalogo,
in cui sono elencati tutti i contributi ospitati sul sito della di BooksBrothers,
dal 2006 in poi. Una serie di scritti divisi in due categorie, Massa Critica e
Area Creativa, ossia contributi critici e creativi, in parte ospitati nella
seconda sezione del libro, più interessante per forza di cose, “Frammenti di
cose volgari”. Il titolo evoca volutamente quello del “Canzoniere” di Petrarca,
per parlare di brani che sono “pezzi del nostro tempo”, come scrive Maurizio
Cotrona nella relativa introduzione, “Quello che posso dire di questa
antologia”.
Cotrona non si dilunga inutilmente, ma va subito al sodo: si
tratta di una silloge di scritti significativi, scelti tra i tanti elencati in
“Acqua passata” e che in parte, ricordiamo, sono stati ospitati anche sulle
pagine dell’inserto culturale de “l’Attacco”. I nomi? Si va dagli autori già
citati ai vari Gurrado, Mimmo e Romano, per citarne qualcuno; ma l’elenco è
lungo. Leggendo le biografie finali, si nota la presenza di scrittori e critici
appartenenti a tutte le regioni d’Italia, così da imprimere al volume una chiara
valenza nazionale.
Le circa 360 pagine antologiche offrono testi dalle
caratteristiche molto varie. Si passa da alcune eleganti e informate recensioni,
che talvolta assumono l’aspetto di veri e propri saggi, a racconti
“giovanilisti”, scritti con un linguaggio non di rado esplicito e prosaico. In
mezzo, c’è un’ampia gamma di interventi, più o meno significativi, a seconda dei
gusti del lettore, chiamato inevitabilmente a fare delle scelte.
Tra le recensioni non sfugga quella che Trecca ha dedicato al
celebre “Gomorra” di Saviano, nel 2006, prima che l’opera e lo scrittore
diventassero un caso nazionale. “Le parole per Saviano – si legge – sono mezzo e
non fine. Saviano le usa per capire il mondo che ha attorno, per rimettere i
fatti in un ordine verosimile, mentre il sistema (che è molto più ampio ed
articolato rispetto ai semplici clan e gruppi di fuoco) le parole e i segni li
usa per opprimere, soffocare, costringere”. Più che di un libro, conclude il
recensore, si tratta di “una speranza”, quella di un mondo dove certe storie
possano diventare un semplice ricordo e non una triste realtà.
Enzo Verrengia, poi, offre degli esempi della sua vena critica
e giornalistica, di casa anche sulla “Gazzetta del Mezzogiorno” (il riferimento
è ad “Illegittima difesa”), ma anche del suo mestiere di scrittore, con il
riuscito racconto “Scorie”.
Ovvio che ognuno troverà, come del resto è accaduto a noi, in
questi contributi dei brani di valore ed altri che avrebbe volentieri
estromesso, ma questo, si sa, è il rischio di ogni antologia che si rispetti.
Resta, alla fine, la testimonianza di un lavoro collettivo che non si ferma qui, ma guarda con fiducia e tenacia lontano, malgrado le ricorrenti profezie sulla morte del libro nell’era di internet. In questo caso, gli scritti sono partiti dalla carta, sono stati diffusi on-line, ma alla fine sono pur sempre ritornati sulla carta. Un segnale di speranza per gli innamorati del libro, quello che si tocca, si sfoglia, si carezza, si conserva negli scaffali.
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