LETTERATURA E TERRITORIO NEI VOLUMI DI FRANCESCO GIULIANI

 

       

        

        L'autore che ci pregiamo di presentare, Francesco Giuliani, nativo di San Severo, dove risiede, ha un duplice primato professionale e intellettuale tanto che mi pare quasi d'obbligo definirlo un enfant prodige. Infatti se si osserva la sua scheda di studente prima e di docente poi saltano agli occhi encomiabili risultati: maturato con il massimo dei voti nel 1980 al liceo classico di San Severo e laureato anche con il massimo dei voti in Lettere all'Università di Bari nel 1985; e, infine, spostando l'attenzione sulla carriera di docente di Italiano e Latino nei Licei, risulta primo assoluto nella graduatoria di merito della provincia di Foggia nel concorso a cattedre ordinario nel 1992; oltre, naturalmente, ad alcune idoneità a pubblici concorsi come ricercatore nell'Università di Bari, e come contrattista presso le Università di Pescara e di Foggia nelle rispettive Facoltà di Lingue e di Lettere. Insomma una carriera a tutto tondo! Ma un primato, nell'ambito intellettuale-letterario in Capitanata, Francesco Giuliani, a mio avviso, lo detiene, rapportandolo all'età, anche per quanto riguarda la produzione di opere e di saggi editi. Se pensate che ha appena superato i quarant'anni e ha già all'attivo più di venti pubblicazioni tra analisi letteraria, linguistica, critica testuale e ricerca storica sul territorio, in prevalenza sulla città di San Severo: un bel salvacondotto per onori e risultati sempre più ambìti.

        Insieme con il professor Raffaele Cera, che ha conosciuto e apprezzato Francesco Giuliani come docente, appunto, di Lettere, nel liceo di Torremaggiore, che egli ha diretto negli ultimi anni della sua lunga e proficua esperienza di Preside, vogliamo raggiungere, attraverso l'incontro odierno, un duplice scopo: innanzitutto far conoscere al pubblico sammarchese questo giovane autore con un così già ampio ventaglio di conoscenze e di studi di un certo rilievo; ma anche, cogliere a volo il momento della presentazione qui a San Marco della sua ultima fatica intitolata Occasioni letterarie pugliesi, Edizioni del Rosone, Foggia 2004, inclusa nella Collana Testimonianze, diretta da Benito Mundi, anch'egli di San Severo, già Direttore della civica biblioteca del suo paese, e, attualmente, vice presidente della Fondazione di Cultura Angelo e Pasquale Soccio, per rievocare indirettamente, attraverso l'analisi di alcuni saggi compresi nella raccolta, su cui si soffermerà meglio il professor Cera, un passato glorioso della nostra cittadina garganica che affiora in più parti in quest'opera di Giuliani. Basta prendere come punto di riferimento proprio l'analisi che egli compie riguardo ai felici volumi Gargano segreto e Incontri memorabili del già ricordato Pasquale Soccio; per continuare con la novella Fortezza di Edmondo De Amicis, ambientata quasi certamente a Castelpagano, cioè Castedde, per dirla in gergo sammarchese; per finire con il saggio su Riccardo Bacchelli e il Gargano: se si pensa che l'autore del celebre romanzo Il mulino del Po ha visitato per ben due volte il Gargano: la prima nel 1929 quando ha alloggiato proprio qui a San Marco, ospite del professor Giustiniano Serrilli, suo compagno di studi presso l'Ateneo di Bologna, e, successivamente, nel dopoguerra, ospite a Rodi Garganico della signora donna Giuseppina Russo, vedova dello stesso professor Serrilli.

       

       

        

       

    

      Tutto questo costituisce motivo di vanto poiché, è possibile per noi sammarchesi rimarcare un passato storico-culturale più glorioso e meno grigio e dolente di quello di oggi, per quanto si dica, non so se in maniera adeguata o forzata, che la nostra cittadina resta un punto di snodo importante di cultura nell'intero territorio di Capitanata.

       Ma tornando alla produzione complessiva dell'intera opera vorrei per sommi capi citare per argomenti i vari titoli: Francesco Giuliani è un autore versatile, nel senso pieno della parola, in quanto affronta, pur rimanendo nell'ambito strettamente linguistico-letterario e storico, svariati temi, la maggior parte dei quali ha delle forti ripercussioni nell'ambito della Puglia in genere e della Capitanata in specie. Basti ricordare i suoi lavori sugli intellettuali più in vista di San Severo nel Novecento: dai due scritti su Umberto Fraccacreta, L'eterno e il transitorio e i Poemetti scelti, a Nino Casiglio, La lezione sbagliata, al poeta futurista Mario Carli. Ma la sua indagine scopre orizzonti più vasti incontrando autori classici della letteratura italiana poiché egli riesce a offrirci dei saggi anche sugli Idillii alpini di Giosuè Carducci, oltre all'opera su D'Annunzio a Fiume, alle Presenze animali nei "Canti" di Leopardi, agli studi su alcune novelle di Giovanni Verga.Francesco Giuliani è iscritto dal 1989 all'Albo dei Giornalisti Pubblicisti di Bari e collabora a varie testate. Ha recensito qualche centinaia di testi di rilevanza territoriale e nazionale. E' socio dal 1998, per l'importanza dei suoi studi, della Società di Storia Patria per la Puglia: infatti vanno ricordati i suoi studi sulla storia e la biografia di alcuni personaggi di San Severo: Angelo Fraccacreta, il dolore di una vita; Il teatro a San Severo, dal Real Borboni al Verdi; Appunti cronologici sulla città di San Severo; San Severo nel Novecento.

        Mi vorrei soffermare su qualche aspetto importante di alcune opere di Giuliani, soprattutto quelle con­cernenti le indagini sull'ambiente sanseverese. Egli rimane, fino a questo momento, il biografo ufficiale di un bravo scrittore, suo conterraneo, Nino Casiglio. Personalmente ho letto la maggior parte dei romanzi e sono convinto, come penso lo sia chi lo ha frequentato direttamente o solo attraverso i libri, della grande cultura che egli possedeva e che, come i veri scrittori di razza, la sanno trasferire nelle loro opere; per questo credo che non vada dimenticato e che venga continuamente, se è possibile, rivalutato, con la ripubblicazione di qualche suo romanzo o con altri lavori critici, tali da permettere una continuazione e un impegno in senso rafforzativo del corpus letterario di Casiglio, soprattutto in un'epoca, come la nostra, in cui i temi culturali soccombono, o addirittura scompaiono di fronte al dio denaro e al relativo mito del consumismo; pertanto, eccetto i nomi gloriosi della storia letteraria che trovano sempre spazio in ogni collana e in ogni edizione, per gli altri pare non ci sia mai spazio: e certamente anche Casiglio rientra in questa casistica, seppure in maniera immeritata.

        Giuliani, dicevo, resta finora l'unico studioso che abbia affrontato seriamente un'analisi, attingendo alle fonti dirette e primigenie dei suoi romanzi, tutti pubblicati da case editrici nazionali, a partire da Il conservatore, ad Acqua e sale, La strada Francesca e, l'ultimo, La dama forestiera del 1983.

        Casiglio era uno scrittore, secondo Giuliani, che si chiedeva del perché delle cose andando fino in fondo ai caratteri dei suoi personaggi e agli ambienti descritti restando sempre attento a ricercare uomini veri, seppure apparentemente sconfitti dai fatti e dalla storia, la quale non sempre conduce al bene e alla vittoria di una società più equa ed umana. Per questo nell'ambito meridionale la sua è una voce isolata e questo Giuliani lo conferma attraverso una attenta disamina del pensiero e della produzione letteraria da cui si ricavano le note qualità artistiche della sua eredità di uomo e di scrittore.
        Precedente alla raccolta di saggi che vogliamo qui presentare, Giuliani, sempre nella stessa Collana diretta da Benito Mundi per conto delle Edizioni del Rosone di Foggia, ha pubblicato un altro volume di studi intitolato Viaggi letterari nella pianura. La pubblicazione dei Viaggi letterari precede di due anni quella delle Occasioni letterarie: la prima del 2002 e la seconda del 2004. Ma c'è un unico filo conduttore in entrambe le opere: gli intellettuali pugliesi e il loro rapporto con la letteratura e gli scrittori nazionali. La pianura, naturalmente, è il Tavoliere delle Puglie con le sue sfaccettature antropologiche e geografiche, non solo come ricchezza dei terreni, ma anche come carrefour di romei e di pastori di un tempo e oggi di industria alimentare e di turismo. E per tutto il Novecento essa ha costituito un punto di incontro tra le diverse componenti sociali, ma soprattutto culturali: si badi che il centro dello storicismo politico-filosofico era situato nella nostra Regione, cioè a Bari, presso l'Editore Laterza dove Benedetto Croce aveva la sua fucina di pensiero, oltre che la sua Collana editoriale di Filosofia. La Puglia, quindi, nella prima metà del secolo, è un crocevia di sapere e di saperi.

       Ma insieme a Croce anche intellettuali di prim'ordine incontrano sulla loro strada la vita intellettuale di provincia, ma protesa verso grandi ideali culturali e ideologici; ci riferiamo a Francesco De Sanctis, autore della magnifica Storia della Letteratura italiana, che incrocia le terre del Tavoliere, San Severo compresa, essendo deputato di quel Collegio dal 1866 al 1875. Questo viaggio culturale di Giuliani ha una lunghezza storica di più di un secolo, in quanto altri intellettuali appaiono nel panorama delle terre di Capitanata, a partire da Umberto Fraccacreta prima, per proseguire con il noto poeta futurista Mario Carli; per terminare il cammino nella seconda metà del Novecento con altre figure di rilievo, ossia Vittorio Marchese prima ed Emanuele Italia dopo. Di quest'ultimo, oriundo delle Marche, ma trasferito per motivi di lavoro a San Severo, Giuliani riesce a trovare degli addentellati tra i luoghi di origine del poeta e scrittore e il paese di elezione, cioè San Severo.

        Riguardo invece all'ultimo libro, quello concernente l'odierna manifestazione, vorrei soffermarmi, seppur brevemente, sui due saggi su Pasquale Soccio, di cui ho avuto l'onore, immeritatamente, di essere stato, insieme all'amico professor Matteo Coco, l'attuale Presidente del Consiglio comunale sammarchese, uno degli ultimi allievi a cui il Preside Soccio ha prestato la sua intelligenza, la sua cultura, il suo affetto paterno. Giuliani analizza in maniera precisa e completa due volume di Soccio: Gargano segreto nelle sue varie edizioni, a partire dalla prima del 1965 che gli è valsa la vittoria al Premio Gargano di quell'anno, fino all'edizione di lusso del 2000 voluta dalla Comunità montana del Gargano, e Incontri memorabili, l'opera postuma curata da Benito Mundi, che narra in prima persona gli incontri e le amicizie con i grandi artisti e intellettuali di fama nazionale e internazionale, e che hanno fatto di Soccio una figura nitida ed emblematica dell'intero panorama culturale pugliese, ma anche, oserei dire, meridionale.

 

 

      

       Per ciò che concerne Gargano segreto Giuliani riesce a offrire un'indagine completa dei motivi ispiratori del testo socciano; con l'aggiunta di nuovi capitoli (e il sottoscritto è stato colui al quale lo scrittore ha dettato interi paragrafi), frutto di una visione moderna e diversa della natura contaminata di larga parte del Promontorio. Giuliani dà una visione completa di questo libro con le sue sfumature di stile rondista e di approccio verso i luoghi, l'ambiente e le tradizioni intorno ai quali si muove l'ispirazione di Soccio. L'autore, quindi, sa dare compattezza alla materia analizzata attraverso le molteplici sfaccettature che la caratterizzano, con lo sguardo sempre di chi ha un segreto intendimento: quello di riuscire a creare un vero e proprio connubio tra arte, critica stilistica e ispirazione, a cui il libro di Soccio non si sottrae; ma sempre con l'intento di trovare dei punti di riferimento con il territorio descritto.

        Quel che possiamo aggiungere riguardo allo stile sobrio e dettagliato, adottato da Giuliani nelle opere summenzionate, possiamo dire che egli, attraverso lo scavo di notizie e informazioni, le più pertinenti, come avviene in alcune pagine, sonda l'animo degli scrittori con un linguaggio esso stesso poetico in cui non si scorge più l'indagine critica ma il delinearsi di una vera e propria narrazione nella narrazione. E l'autore di questi aspetti è in grado di scandire le movenze dell'animo e dei sentimenti più reconditi.

        Non so se Giuliani conosca la raccolta di saggi del giornalista-scrittore del Corriere della Sera, Giovanni Russo, Baroni e contadini, pubblicata la prima volta nel 1955 presso l'Editore Laterza di Bari. Ebbene, uno dei capitoli di quel libro porta il titolo Le bandiere di San Severo e racconta di una sua visita agli inizi degli anni ‘50 nella città pugliese, che già allora, come riferisce l'autore, contava ben cinquantamila abitanti. Giovanni Russo arriva a San Severo in estate, in uno di quei giorni torridi, verso mezzogiorno inoltrato, nei roventi minuti di "un meriggiare pallido e assorto", per dirla con Montale, e scopre una città placida e assolata dalla controra, come sogliono dire i sanseveresi, con i braccianti raccolti a capannello davanti alla Camera del lavoro, dove è ubicata tuttora, verso il mercato rionale della frutta, i quali si godono la calura estiva a chiacchierare sulla vita politica locale e i guadagni dei frutti della terra produttiva circostante. Russo incontra anche alcuni notabili ed amministratori locali e da questa descrizione viene fuori un vero spaccato socio-antropologico di prima mano a cui gli studiosi di oggi dovrebbero, in un certo qual modo, attingere. Per esempio, nell'antologia curata da Davide Grittani, Verso Sud, per conto dell'Amministrazione provinciale di Foggia presso Grenzi Editore, non compare questo bel saggio di Giovanni Russo, e né l'altro sugli Ebrei di Sannicandro Garganico, mentre è riportata una pagina dal sapore amaro di Andrea Pazienza, oriundo di San Severo, geniale disegnatore, che ha rivoluzionato il fumetto italiano, personaggio singolare su cui è stato girato un film.

        Viene allora da chiedersi, per concludere il mio discorso, seppure da persona esterna, qual è la differenza tra i due aspetti storici dalla San Severo di allora a quella di adesso? Certamente, a mio modesto avviso, c'è un gran salto in avanti dagli anni cinquanta ad oggi. San Severo, attualmente, continua ad essere una città viva culturalmente, socialmente ed economicamente. Ha da un paio di anni la sede staccata della Facoltà di Agraria di Foggia, oltre a un bel teatro con una stagione lirica apprezzabile. Conserva dei musei storici e preistorici molto forniti come reperti; una ricca produzione di olio e vino, di quest'ultimo è famoso, per restare nell'ambito enologico, "il bianco" di San Severo. Anche dal punto di vista culturale ci sono tuttora dei fermenti, a partire dalla Società di Storia Patria alla sezione dell'Archeoclub d’Italia, che da anni si fa promotrice di convegni preistorici, protostorici e storici della Daunia; oltre a ben due quotidiani che riguardano solo la cronaca e le notizie di San Severo e una emittente televisiva locale. Ma San Severo si porta dietro anche tutte le magagne della società odierna, soprattutto del Sud, con una criminalità delle più organizzate di tutto il territorio di Capitanata, soprattutto nello spaccio di droga, essendo la città, a motivo dello scalo ferroviario e del transito della statale 16 e dell'autostrada 14, un punto di traffico dal Nord al Sud di corrieri della droga; oltre al racket della prostituzione e delle tangenti. Tutto questo sembra far diminuire l'importanza di questo centro agricolo preminente. Ma San Severo resta sempre e comunque un vivo, attivo e sano ambiente produttivo, civile e culturale. E la presentazione del volume di Giuliani ne è la prova indiscussa di tutto quanto abbiamo constatato e riferito.

 

     Presentazione del volume "Occasioni letterarie pugliesi" di Francesco Giuliani, svoltasi nell'auditorium della biblioteca comunale di San Marco in Lamis il 28 ottobre 2004.

        In: Leonardo Aucello, "Il filo di voce", Edizioni Le Nuove Muse, San Marco in Lamis, 2004, pp. 33-40.

 

        

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