AGOSTO 2008

LA RAI RIMANDA IL SERVIZIO SU "LA DAMA FORESTIERA"

 

Nei giorni scorsi, alla fine di agosto del 2008, la Rai ha riproposto, a diffusione nazionale, il bel servizio realizzato da Enzo Del Vecchio a San Severo, in occasione della serata di presentazione ufficiale del vino “La Dama Forestiera”.

La televisione estiva, insomma, riserva anche delle sorprese positive, come quella in questione, che riporta in primo piano una riuscita operazione culturale realizzata nella città dell’Alto Tavoliere, che ha già avuto una vasta eco, ma che evidentemente continua ad interessare il mondo dell’informazione e della cultura.

D’altra parte, il vino “La Dama Forestiera”, realizzato dalle Cantine d’Araprì di San Severo, è ancora in vendita e delizia il palato degli intenditori. Si tratta, com’è noto, di un vino spumante, una cuvée ottenuta da uve a bacca nera, Montepulciano e Pinot Nero, offerta al pubblico dopo cinque anni di invecchiamento, in una elegante bottiglia magnum. 

Prendendo spunto da ciò, abbiamo pensato bene di pubblicare il primo e l’ultimo capitolo del romanzo, edito dalla Rusconi di Milano, nel 1983, e da tempo esaurito. In fondo, sarebbe doveroso ripubblicarlo, come ha rimarcato Enzo Del Vecchio, e questo è anche l’auspicio che abbiamo direttamente espresso nella serata di presentazione ufficiale, nella quale abbiamo parlato dei temi salienti del quarto ed ultimo romanzo dell’indimenticato preside, scomparso nel 1995 a 74 anni.

L’opera racconta della parte finale della vita di Michele di Sangro (1824-1891), ultimo principe di San Severo, erede di una dinastia secolare, giunta ormai all’epilogo. La vicenda viene ricostruita in modo sostanzialmente fedele, ma, com’è logico, con tutte le modifiche richieste dalla fantasia e dalla necessità di rendere appassionante l’opera. Il principe, come viene descritto proprio nel capitolo iniziale, torna nel castello di Torremaggiore (Torremezza, nel romanzo), in compagnia di Elisa Craig, che altri non è se non la nota Elisa Croghan, la sua compagna (1845-1912). Inglese di nascita, aveva conosciuto a Parigi Michele di Sangro e lo aveva seguito in quest’avventura pugliese. Michele voleva favorire il progresso dell’agricoltura e Elisa sarà la sua appassionata ma ferma esecutrice testamentaria.

Il romanzo viene raccontato da un immaginario segretario, che un bel giorno del 1872 viene avvisato del prossimo arrivo del principe. Erano dodici anni che lavorava alle sue dipendenze, ma non lo aveva mai incontrato, pur percependo regolarmente lo stipendio. E’ un evento importante, che scuote la vita dell’intera comunità.

Il capitolo porta in scena tutti i protagonisti, a partire ovviamente dal malinconico e stanco Michele di Sangro, che appare più anziano di quanto realmente fosse e abituato a porre una certa distanza tra sé e il prossimo. Elisa, donna non più giovanissima, porta con sé il fascino di un personaggio abituato a ben altri palcoscenici. Non manca, poi, un richiamo alle due sorelle del principe, entrambe duchesse. Ci sono, dunque, tutti gli ingredienti narrativi per un romanzo che si rispetti.

Elisa, lo si comprende subito, lascerà il segno nel placido mondo provinciale pugliese, malgrado le resistenze che verranno dai familiari di lui e dai soliti furbi, che non mancano mai.

Michele vuole giovare all’agricoltura, ma fare del bene al prossimo in modo duraturo è difficile, come sottolinea Casiglio. Morendo, il principe lascia un testamento che privilegia Elisa, ma che viene subito contestato, aprendo una guerra giudiziaria, per la gioia degli avvocati. Il testamento della donna, però, risulterà inattaccabile, e così ci spostiamo all’“Epilogo provvisorio”, nel quale parla idealmente lo stesso autore, spostandosi nel presente.

Elisa, fedele interprete della volontà dell’ultimo di Sangro, lascia alla comunità di San Severo un latifondo di oltre 1.600 ettari, per promuovere, con le relative rendite, il progresso e la prosperità dell’agricoltura. Ma il risultato è stato ottenuto? Solo in parte, nota lo scrittore, che sottolinea i limiti di una concezione dell’agricoltura che lascia da solo il singolo contadino, “con la sua furberia, dote più apprezzata che apprezzabile”, come si legge. Ben altre erano le intenzioni e ben altre le possibilità insite nella scelta di Michele di Sangro e della sua fedele compagna, che ancor oggi riposa in terra pugliese, a Torremaggiore, nella “cappella stuccata” ricordata nel capoverso finale. Insieme con l’ultimo feudatario e con lei c’è Luisa, la fedele cameriera.

 Il romanzo di Casiglio chiude una stagione intensa e prolifica, segnata da altri tre lavori simili, “Il conservatore”, “Acqua e sale” e “La strada francesca”. La penna di Casiglio in seguito non tacerà del tutto, piuttosto ripiegherà sui saggi e, nella narrativa, sui racconti. Di certo, lo scrittore era convinto di aver detto tutto quanto c’era da dire, e le sue parole continuano ad essere ancor oggi di stretta attualità.

Speriamo che il connubio tra il vino e la letteratura, che ha portato al successo dello spumante “La Dama Forestiera”, possa favorire anche una ripubblicazione del romanzo del 1983, oltre a costituire un esempio per iniziative ampiamente meritevoli del palcoscenico nazionale raggiunto.  

 

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