LA PUGLIA IN
TRENO DI AURELIA FOLLIERO
Nel 1880 viene pubblicato a Firenze un interessante volume, Lagune,
monti e caverne, che presenta un sottotitolo esplicativo, Ricordi dei
miei viaggi. L’autrice è Aurelia Folliero, un nome che viene spesso
ricordato per il suo impegno a favore della promozione della donna, svolto
attraverso la pubblicistica, ma anche con più concrete iniziative nell’ambito
dell’istruzione. Possiamo definirla senz’altro una femminista, sia pure
moderata.
Nata a Napoli nel 1827 (altre fonti però parlano del 1824) e scomparsa a
Firenze nel 1895, Aurelia è nipote di Matilde Perrino, autrice della
settecentesca Lettera ad un suo amico nella quale racconta di un suo
viaggio in Puglia, ed è figlia di Cecilia De Luna, anche lei scrittrice e
intellettuale. Aurelia è una donna di vasti orizzonti, che vive a Parigi e a
Londra, conoscendo personalità del mondo culturale. Poi, nel 1860, tornata in
Italia, svolge un’intensa attività giornalistica. Nel 1872, in particolare,
diventa direttrice della rivista Cornelia, che ha come sottotitolo
Rivista letteraria educativa dedicata principalmente agli interessi morali e
materiali delle donne italiane. Come scriverà la Folliero, la rivista
«intende nobilitare la donna», ponendo la giusta attenzione sul tema
dell’istruzione e dandole la giusta consapevolezza dei suoi diritti e dei suoi
doveri. Inoltre, si propone di combattere «in Italia i pregiudizi e le
superstizioni, e di chiedere l’uguaglianza dei diritti sociali fra le donne e
l’uomo». Questi temi ritornano anche nel volume Questioni sociali,
apparso nel 1882.
Nell’opera Lagune, monti e
caverne, consultabile su internet, l’autrice raccoglie i suoi scritti
odeporici, partendo da Venezia e spaziando anche all’estero. Osservatrice
attenta e controllata della realtà, la Folliero passa dalle descrizioni dei
paesaggi alle notazioni economiche, usando una scrittura asciutta ma pregnante.
Il capitolo che più ci interessa è il secondo, Un mese in Ferrovia,
scritto nel 1872 a Firenze, in cui l’autrice ci parla dei suoi viaggi in
Campania e Puglia, alla scoperta di località talvolta pochissimo note, come per
l’appunto quelle pugliesi, anche se la situazione sta migliorando, grazie alla
recente costruzione della linea adriatica.
Partendo da Napoli, la Folliero giunge a Caserta per poi imbattersi nei
«monotoni dintorni di Foggia». Alcune località pugliesi destano subito la sua
attenzione, come Cerignola, «nota ai buongustai per i suoi deliziosi formaggi»,
e Barletta, legata alla celebra disfida cantata dal d’Azeglio.
Ne viene fuori un ritratto asciutto e fedele. Le località sono belle, ma
alla donna non sfugge la mancanza d’acqua potabile, che costringe la gente «a
limosinare per acqua come gli affamati limosinano per pane. Nella stessa Bari,
la Società delle ferrovie era costretta a prender l’acqua pel servizio a
quaranta chilometri di distanza». Il capoluogo di regione, con il suo fiorente
commercio, viene descritto in modo molto positivo. La nuova Bari ha strade
dritte e ben illuminate, con dei luoghi particolarmente rilevanti, degni di una
città di prim’ordine, come il bellissimo teatro e il Caffè del Risorgimento.
Non mancano, poi, le attenzioni sui monumenti e sulla festa di San
Nicola, che richiama molti forestieri. La Folliero è incuriosita dalla ‘manna’
del santo, per la quale mette a confronto le tesi dei devoti e quelle molto più
terrene degli scettici. Al centro dei festeggiamenti ci sono le donne, con i
loro abiti eleganti, che «non di rado recidono sino la loro ricca capellatura
per farne pubblico omaggio alla statua» del santo. Diverso però è il discorso
quando si parla del ruolo sociale delle donne nel mondo meridionale e così, in
un’altra pagina del capitolo, la Folliero noterà che troppo spesso le donne «non
hanno opinioni o idee proprie né alcuna influenza sociale; leggono poco o niente
affatto». Insomma, c’è ancora molto da lavorare.
Un’altra zona oggetto delle descrizioni della Folliero è il Tarantino. Da
Castellaneta in poi il paesaggio gli appare incantevole, degno di soddisfare la
fantasia di ogni pittore. Le descrizioni diventano meticolose e si uniscono, a
Taranto, all’attenzione per la coltivazione dei mitili: «L’aspetto del paese è
poca cosa, ma interessa la vista dei due mari, il mar grande all’ovest e il
piccolo all’est; in questo si vedono delle palafitte che riserrano lo spazio ove
crescono le ostriche ed altre conchiglie brune, dette nella provincia cozze».
Queste rappresentano una buona risorsa economica per una città come Taranto, che
non conserva quasi più nulla dell’antico splendore. I pregi naturalistici,
comunque, «fanno sperare per lei il ritorno di giorni migliori». L’auspicio di
un nuovo sviluppo espresso dalla Folliero 150 anni fa rimane quanto mai attuale.
Aurelia Folliero è una scrittrice e giornalista napoletana nota per le
sue opere e il suo impegno femminista. Nel 1872 diventa direttrice della rivista
Cornelia, oggetto di vari studi, a partire dalla monografia del 2012 di
Patrizia Guida (La rivista post-unitaria «Cornelia»). Nel 1880 la
Folliero pubblica un volume di viaggi, Lagune, monti e caverne (Firenze,
Tipografia Cooperativa), consultabile su internet, in cui raccoglie anche pagine
sulla Puglia, ed in particolare su Bari e Taranto. Ne viene fuori un ritratto
asciutto ma pregnante di una regione meridionale poco nota, ma ricca di
attrattive.