UN LIBRO DI MAYER ED ORLANDINI
LA GRANDE STORIA DI PADRE PIO
E’ da poco in libreria, ma ha già attratto le attenzioni di molti lettori: ci
riferiamo al volume “La grande storia di Padre Pio” (Cairo Editore, Milano, pp.
462, euro 14), scritto a quattro mani da due giornalisti, Sandro Mayer e Osvaldo
Orlandini. Il primo, con una lunga carriera alle spalle, è oggi direttore del
settimanale “Dipiù”, dove Orlandini è il suo vice.
Su padre Pio sono stati scritti tantissimi lavori, ma evidentemente non sono
ancora sufficienti a chiarire il senso di una presenza così dirompente nel
quadro del Novecento.
Il volume in questione non si basa su ricerche inedite di archivio, non presenta
tesi sconvolgenti, non ha un apparato di note, ma ha il non comune pregio della
leggibilità e della chiarezza. Di qui la capacità di entrare subito in sintonia
con il lettore, al quale i due autori si rivolgono spesso, sottolineandone
l’importanza (“Devi sapere, lettore che stai per entrare in una storia che
assomiglia alle favole: ci troverai i buoni e i cattivi… Tuttavia questa non è
una favola, lettore, ma vita vera”).
L’esistenza di Francesco Forgione viene seguita dall’inizio alla fine, dal 1887
al 1968, con una narrazione fedele e dettagliata, ma mai prolissa. I particolari
indispensabili vengono forniti immediatamente, facendo appello all’esperienza
dell’uomo comune. Al di là dei sensazionalismi e delle opinioni preconcette,
resta il succo, la vicenda di un frate nato in un’umile famiglia del
Beneventano, che conosce la povertà e la sofferenza, ma che non perde mai la
bussola della sua missione spirituale.
Mayer e Orlandini non hanno dubbi sulla rettitudine e sull’assoluta onestà di
padre Pio, non discutono le sue virtù soprannaturali, ma lasciano sempre che
siano i fatti a parlare, visti nella loro essenzialità, accortamente e
misuratamente illuminati.
I due autori sanno bene quanto siano pochi i lettori in Italia, e pertanto
tendono ad allargare la fascia dei potenziali fruitori. E’ un “romanzo”, come si
legge in copertina, dalla gradevole ed apprezzabile popolarità.
Chi vive nella stessa provincia che ha visto le gesta di padre Pio troverà,
inoltre, numerose descrizioni d’ambiente relative a luoghi noti. Si incontra,
così, la Foggia dal clima irrespirabile, che spinge il giovane frate a cercare
rifugio sul Gargano. Il convento di San Giovanni Rotondo, spiega a padre Pio un
confratello, “è in collina, ai piedi d’una montagna brulla e lontano
dall’abitato. Non c’è davvero niente attorno, ma l’aria è proprio buona; alla
sera, poi, si leva una leggera brezza rinfrescante e secondo me tu riuscirai a
respirare bene!”. Padre Pio si lascia convincere e il libro ce lo descrive
mentre sale sull’aspro Gargano, in un paese di pastori e contadini destinato a
diventare un punto di riferimento per milioni di fedeli.
“La grande storia di Padre Pio”, insomma, raggiunge il suo obiettivo di una seria ed attenta divulgazione, contribuendo a far conoscere al grande pubblico le vicende di Francesco Forgione, protagonista di un film che vede come personaggi secondari papi, vescovi, sacerdoti, frati, fedeli famosi e meno noti. E’ una grande folla di uomini, nella quale il lettore si trova subito a proprio agio.