PREMESSA

 

     

      Abbiamo raccolto in questo libro dieci saggi articolati in quattro diversi itinerari. Si tratta di studi recenti, composti nell’ultima parte del 1999 e nel corso di quest’anno, quasi tutti inediti. Solo il saggio su casa Pascoli e il suo allievo meridionale è apparso nel 1998 su di un annuario scolastico e in estratto (Un allievo di Pascoli: Ernesto Mandes), ma in una versione più breve e meno documentata. La successiva disponibilità di altro materiale, nel rispetto della continuità della ricerca, ci ha spinto ad una nuova redazione.

      Il primo itinerario è legato alle novelle di Verga, un autore che amiamo e al quale abbiamo già dedicato due testi, La novella “Vagabondaggio” e i vagabondi verghiani, nel 1992, e I due cicli del “Don Candeloro e C.i, nel 1994. Ad essi si ricollega idealmente questo nuovo studio, condotto attraverso l’analisi di quattro novelle, due estravaganti e due incluse in volume dal Catanese. 

       Il filo rosso che le unisce è contenutistico. Siamo partiti dal tema dell’inondazione, che colpisce gli animali, posti in primo piano, e gli uomini, in Nella stalla, e i soli uomini, ne La Barberina di Marcantonio; poi l’inondazione ha assunto un aspetto più isolano, si è trasformata in una di lava, prodotta dall’Etna, in Un’altra inondazione e in L’agonia d’un villaggio.

       Si tratta di novelle con chiare affinità tra di loro, ma anche ricche di peculiarità. Si pensi, ad esempio, alla stupenda opera Nella stalla, nella quale Verga rende gli animali protagonisti assoluti, come e più che nella Storia dell’asino di S. Giuseppe; a La Barberina di Marcantonio, che ci presenta un Verga che ai lettori comuni risulterà inedito, visto che ambienta la novella nel Veneto; all’inquietante processione nelle tenebre degli abitanti di Nicolosi, che sperano in un miracolo per fermare l’arrivo della lava, ne L’agonia d’un villaggio.

 

 

 

        Si tratta di opere meno comunemente note, ma nelle quali rifulge la grandezza di Verga. 

        Il secondo itinerario è dedicato a Giovanni e Mariù Pascoli e all’allievo pugliese, che resterà devoto al suo insegnante a Livorno fino alla morte.

        Il terzo itinerario si lega ai nostri interessi sul Futurismo, seguendo le gesta di due seguaci di Marinetti, Mario Carli, seguito nel suo nostos nella terra nativa, dopo tanti anni, e un toscanaccio, come Emilio Settimelli, che ebbe l’eccesso come motto e che, fervido anticlericale qual era, negli anni Quaranta pubblicò una Vita di Carducci in cui il Vate muore cristianamente, che non poteva non incuriosirci.

        Il terzo saggio è quello sul maestro di entrambi, Effetì, che negli anni Venti pubblica una traduzione della Germania di Tacito.      

        L’ultimo itinerario è dedicato a due scrittori pugliesi che meritano migliori fortune. Il primo, Giuseppe Annese, ha rappresentato il classico intellettuale emigrato al Nord, a Milano, dove si chiude la sua non lunga vita; il secondo, Nino Casiglio, ha vissuto sempre in Puglia, in un aureo equilibro tra provincialismo ed esterofilia.

        In alcuni casi la scintilla è nata proprio scoprendo una comunanza di natali, che ci ha inorgoglito, ma ci ha fatto anche meditare su quanto labili siano le etichette e su quanto intricate e particolari siano le strade degli uomini e degli scrittori. Al di sopra degli itinerari, tutti i saggi ci sembrano, a loro volta, uniti da un viscerale amore per la ricerca letteraria, che trova i suoi autori prediletti negli ultimi due secoli e li segue, con un occhio costante ai testi, in varie direzioni geografiche, senza preclusioni e barriere.

 

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