INTRODUZIONE

 

    

        Questo libro, come del resto ricorda il sottotitolo, rappresenta il naturale completamento di quello apparso l’anno scorso. Si può dire, anzi, che sia nato, per certi versi, nello stesso periodo.

         Mentre, infatti, seguivamo i cinque percorsi destinati a formare le Occasioni letterarie pugliesi, del 2004, nella nostra mente facevano capolino altre occasioni di critica, altri accattivanti spunti, altri suggestivi itinerari, che richiedevano un nostro coinvolgimento, pur non potendo trovare al momento una idonea collocazione. Sul nostro scrittoio si sono, pian piano, accumulati tomi, opuscoli, quaderni di appunti, articoli di terza pagina, nostri e di altri, una notevole quantità di materiale, insomma, che reclamava soddisfazione. 

         Di qui la stesura di quest’opera, Saggi, scrittori e paesaggi, che rappresenta, nella sua autonomia, l’altro lato della medaglia del precedente volume. 

         Crediamo che nel complesso non sarà difficile scorgere degli elementi di continuità, come anche di discontinuità.

         Da una parte, infatti, abbiamo proseguito nella nostra ricerca sul territorio, cercando le memorie letterarie di una regione di fondamentale importanza, come la Puglia, luogo di incontri per eccellenza, passando ancora una volta attraverso scrittori appartenenti al territorio, scrittori che hanno percorso la regione, scrittori che ad essa si sono rifatti in qualche modo.

         E’ un insieme di spunti e di scoperte che continua ad attrarci e a fornire nuovi elementi, formando un’avvincente ragnatela, parola d’obbligo, ormai, visto che viviamo tutti all’ombra della grande rete. Si passa, così, da una novella di Verga come Certi argomenti, in cui viene descritta la disavventura dei due protagonisti nei pressi di Bovino, nella zona del Subappennino Dauno, ad un articolo di d’Annunzio, in cui sono chiamati in causa due importanti comuni del Foggiano, per poi diffonderci su alcuni dei protagonisti della letteratura pugliese, come Nino Casiglio, Mariateresa Di Lascia e Giuseppe Cassieri. Ma nell’affresco c’è spazio anche per le tappe pugliesi di Baldini, Alvaro e Piovene, per illustri critici, per innamorati della Puglia come Francesco Gabrieli, e non mancano persino dei pezzi apparentemente di frontiera, ma preziosi, a ben pensarci, per completare il quadro generale.

         La letteratura non ama i compartimenti stagni, e una volta di più abbiamo voluto dimostrarlo con questi nostri scritti, che portano in primo piano, inoltre, storie di personaggi di non comune levatura, di realtà conventuali che si sono legate per secoli all’arte, di scrittori riemersi dall’oblio, che meritavano questo salvataggio alla memoria collettiva.

         Ai più monolitici percorsi delle Occasioni del 2004 abbiamo sostituito un quadro più mosso e curioso, ma si spera altrettanto interessante ed acuto, che si snoda attraverso sedici contributi, articolati per affinità tematica e per riferimenti cronologici.

          L’attenzione alla geografia, richiamata nel titolo, ci ha portato ad indugiare volentieri sulle realtà naturali del mondo pugliese, che fanno da sfondo agli autori e ai libri di cui abbiamo parlato, fino al penultimo capitolo, Itinerari pugliesi, che è poi il più ampio di tutti.

         Più in generale, in quest’opera abbiamo anche colto qualche occasione per esprimere più direttamente il nostro coinvolgimento, per spiegare predilezioni e scelte, per richiamare la nostra esperienza e il nostro attaccamento al libro (e di qui l’epilogo, intitolato, appunto, Amor di libro).

          La visuale, ovviamente, pretende di essere sempre quella dell’italianista, del critico che ama le pagine che compone e cerca di comunicare questo sentimento al Lettore, rendendolo per certi versi complice o, almeno, offrendogli qualche spunto più congeniale al suo mondo. La stessa struttura di Saggi, scrittori e paesaggi, comune ai nostri giorni ad un’ampia gamma di lavori, persino di narrativa, dovrebbe aumentare, almeno nelle intenzioni, le possibilità di approccio.

          Un testo di critica, sia ben chiaro, si giustifica o meno per il contributo scientifico che è in grado di offrire, per la sua capacità di ampliare il quadro delle conoscenze in materia. In seconda battuta, però, ci piacerebbe che questo nostro volume, frutto di tanto impegno nelle sue varie fasi, dal reperimento e dallo studio delle fonti fino alle verifiche e al labor limae, offrisse un aiuto nel riconoscere e nel valorizzare i pregi culturali del territorio.

          Chi ama la bellezza, riprendendo un illustre nesso, è anche buono; chi indugia sulle memorie che appaiono da ogni angolo della sua terra, proverà la necessità di amarla, impegnandosi per renderla migliore.    

          Detto ciò, non ci resta che entrare nel cuore dell’opera, con la quale abbiamo inteso completare un discorso, spinti da un’imperiosa necessità, quasi dovessimo pagare un debito. E forse è proprio così.  

           L’auspicio finale, ancora una volta, è che i nostri propositi e il nostro lavoro possano trovare un positivo riscontro nel giudizio dei Lettori.

           FRANCESCO GIULIANI

 

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