L’ULTIMO LAVORO DI DOMENICO COFANO

DA DANTE AL FUTURO PROSSIMO

 

 

 Per intitolare il suo ultimo lavoro, “In forma di messaggi”. Dante e altri (Edizioni del Rosone, Foggia, pp. 253, euro 20), Domenico Cofano ha scelto una citazione dantesca, tratta precisamente dal quinto canto del Purgatorio, nel quale due anime vanno incontro a Dante e a Virgilio in qualità di messaggeri, di ambasciatori della loro schiera. Le anime vogliono saperne di più (“Di vostra condizion fatene saggi”), e proprio a questo bisogno di conoscenza vogliono rispondere le pagine del libro.

          Cofano, nato a Monopoli, docente di scuola barese, con la passione per i primi secoli della nostra letteratura, trasmessagli da Francesco Tateo, è da qualche anno ordinario di Letteratura italiana presso l’Università di Foggia, alla cui nascita ha contribuito sin dal primo momento. In queste vesti ha saputo diventare ben presto uno dei protagonisti del dibattito culturale della Capitanata.

           Nel libro in questione egli ha unito undici saggi, per lo più di recente pubblicazione, che offrono un quadro fedele dei suoi interessi e della sua operosità. A Dante, in particolare, si collegano i primi cinque scritti. I primi due, Tacere è bello. Il silenzio nella Divina Commedia e L’irradiazione intratestuale di Inferno V, offrono delle acute letture del poema, mentre gli altri tre si legano alla storia dell’interpretazione dantesca e fanno da ponte verso la seconda parte del volume, dedicata all’Ottocento e al Novecento, con una chiara attenzione, tra l’altro, verso la letteratura contemporanea, rivelata soprattutto dai due ultimi contributi, La letteratura della Daunia dal secondo dopoguerra ad oggi e Il crocevia mediterraneo nella narrativa italiana contemporanea.

 

        

 

       A unire il tutto c’è sicuramente la viva curiosità dello studioso, che, dopo aver individuato e circoscritto con precisione l’argomento, va al fondo delle questioni, attraverso un confronto serrato ma mai pedante con i testi e i documenti. Le pagine che scrive sono sempre un arrivo, il frutto di un attento esame  preliminare, rivelato, tra l’altro, dalla sicura conoscenza del dibattito critico, ma anche dall’uso di un ampio periodare, che a qualcuno potrà sembrare ostico, ma nel quale si riflette una sentita esigenza di completezza. E’ un lavoro di cesello, per molti versi, che si apprezza ancor più in un’epoca come la nostra, in cui la parola troppo spesso suona vuota.
        Le pagine di Cofano, come del resto chiarisce l’Avvertenza bibliografica, sono rivolte agli addetti ai lavori, agli studiosi e agli studenti universitari, ma anche le persone colte potranno trovare stimoli interessanti. A tal proposito, segnaliamo il saggio iniziale, sul silenzio nella “Divina Commedia”, che affronta un argomento coinvolgente. Canto dopo canto, ricorda lo studioso con dovizia di riferimenti alle varie figure retoriche utilizzate, la parola nel poema appare sempre più debole e l’approdo è proprio il silenzio, nella contemplazione finale del Creatore. Il Verbo, insomma, sostituisce il verbo.

       Ricco di interesse ci sembra anche il nono capitolo, Letteratura e dialetto, in cui l’autore condensa un tema complesso e articolato, seguendolo attraverso i secoli, senza farsi trascinare da posizioni critiche alla moda o stravaganti. I suoi “paletti” sull’uso del dialetto a scuola (“quando non coopera alla creatività linguistica, emergendo dalla sua condizione degradata e subalterna, è, ontologicamente, a tutti i livelli, uno strumento dimidiato e circoscritto, che non va assolutamente mitizzato”) e in letteratura appaiono, a tal proposito, chiari, oltre che condivisibili.

       Non sfugga, poi, l’ultimo saggio del libro, Il crocevia mediterraneo nella narrativa italiana contemporanea, in cui il tema rivela tutta la sua sostanziale problematicità, malgrado l’apparenza. Di certo, il futuro ha bisogno del Mediterraneo e di quel ponte naturale che è la Puglia.

        In questo modo, il volume di Cofano, partito da lontano, giunge fino a noi e getta uno sguardo sul futuro prossimo.

 

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