TEMPO DI CRISI
I SACRIFICI (FALSI) DEI NOSTRI POLITICI
In tempi di tagli e di sacrifici il cittadino comune, quello che guadagna poco più di mille euro al mese, è giustamente arrabbiato. Se è un dipendente dello Stato, sa già che il suo stipendio resterà bloccato per un bel pezzo, mentre in nome della stessa negativa congiuntura economica, magari, certi professionisti si sentiranno in dovere di aumentare i propri onorari, quasi sempre in nero, s’intende.
E’ la crisi, dicono i nostri politici, e tocca a tutti pagare,
loro per primi. La scure di Tremonti, aggiungono, non ha risparmiato i privilegi
dei partiti e della casta, e per dimostrarlo citano i tagli appena approvati.
Ma sarà proprio così? Intanto, noi ricordiamo bene di aver
votato, anni fa, insieme con la stragrande maggioranza degli italiani,
l’apposito referendum contro il finanziamento pubblico ai partiti, ragion per
cui anche un euro preso da questi signori ci sembra rubato alle nostre tasche
nel peggiore dei modi. Figuriamoci la cascata di denaro che si sono attribuiti
con l’inganno e che ricevono da ogni parte, in modo lecito ed illecito! Ne sanno
qualcosa certi politici che parlano di onestà e comprano gli immobili a quattro
soldi.
Ma quello che ci fa arrabbiare di più sono le decine e decine
di articoli che si leggono in questi giorni. Ormai è una gara a chi propone i
tagli più consistenti. Centro-destra e centro-sinistra fanno a gara per ridurre
le indennità dei consiglieri, le auto blu, le spese per le trasferte e le
missioni. E’ una bella sfida, non c’è dubbio, più interessante delle elezioni
politiche.
Alla Provincia di Brindisi tagliano le auto blu, mentre alla
Regione Puglia addirittura si parla di ridurre il numero dei ricchissimi
consiglieri regionali. Sono 70, ma per qualcuno dovrebbero essere 50, per altri
40. Verrebbe da dire: chi offre di meno?
Lodevole iniziativa, non c’è che dire; peccato che si parli
della prossima legislatura, ossia, nel migliore dei casi, tra 5 anni, e peccato
che nel frattempo siano pendenti i ricorsi dei loro amici, che vorrebbero
portare i consiglieri a 78, applicando furbescamente la legge elettorale. E se 8
consiglieri restano fuori, è facile pensare che troveranno degli incarichi
altrettanto lautamente remunerati. Quanto ai propositi lodevoli, resteranno, è
facile scommettere, semplici chiacchiere. Basta dare la colpa all’altro
schieramento, e il gioco è fatto. “Noi lo volevamo, gli altri si sono tirati
indietro”. E così qualcuno chiederà di avere anche una medaglia al valor civile.
Per Vendola il governo vuole affamare le Regioni,
costringendole a tagliare i servizi sociali. Lodevole preoccupazione, non c’è
dubbio; peccato solo che per gli assessori esterni si sprecheranno alcuni
milioni di euro nel quinquennio. Era proprio necessario, con tutti i politicanti
già a libro paga?
E che dire dei tagli negli altri enti locali? Economia fino
all’osso, come ai tempi mitici di Quintino Sella. Via consigli d’amministrazione
troppo numerosi, via consulenze a molti zeri. Austerità.
Un sindaco si lamenta dei tagli ai finanziamenti e dei debiti
fuori bilancio lasciati dal suo predecessore. Poi, però, assume amici e clienti
per incarichi non necessari. Se i palazzi del potere sono ancora tanto presi
d’assalto, è segno che il miele c’è sempre. Per non parlare di certi presunti
tecnici con tessere ad hoc in tasca, che richiedono ed ottengono da regioni,
provincie e comuni somme favolose. E’ questa l’austerità dei politici?
E’ noto che il presidente della Repubblica in Italia costa
molto più della regina d’Inghilterra, mentre i dipendenti della Camera e del
Senato hanno stipendi che la gente comune può solo sognare. Ma anche questa
gente farà sacrifici, è certo. Lo dice il giornale: gli onorevoli diminuiranno
di numero e perderanno una parte dei loro privilegi. Quando? Questo non si sa.
Peccato che una data certa ci sia già: è quella dei sacrifici della gente
comune. C’è il bilancio da risanare: si inizia subito.