ORGANIZZATA DALL’UNESCO CLUB

A SAN SEVERO LA PRIMA GIORNATA DEL LIBRO

 

             

        UNA PIACEVOLE NOVITA’

        Si è tenuta lo scorso 24 gennaio, nella Biblioteca Comunale di Piazza San Francesco, la prima Giornata del Libro, organizzata dall’Unesco Club di San Severo, con il patrocinio dell’Amministrazione comunale.

        La serata ha visto la presentazione di un volume di studi del prof. Domenico Cofano, ordinario di Letteratura Italiana presso l’Università di Foggia, e una relazione del prof. Domenico Sisto, associato di Letteratura Italiana presso l’Università di Bari, sul tema Il libro in Italia e in Puglia.

        Il saluto delle autorità è stato portato dall’ins. Michele Monaco, assessore alla cultura, il quale ha sottolineato l’importanza della lettura, evidenziando la necessità di uno sforzo collettivo per rendere il libro sempre più diffuso, a tutti i livelli. Di qui, ha aggiunto, il rilievo assunto dalla Giornata del Libro, promossa dall’Unesco Club, che va nella direzione giusta. Egli ha anche posto l’accento su alcuni momenti significativi della recente vita culturale cittadina.

        Ha poi preso la parola il dr. Benito Mundi, direttore emerito della Biblioteca e del Museo civico, che ha ricordato il nesso stringente che esiste tra sviluppo del libro e progresso civile. San Severo ha visto aumentare negli ultimi anni gli spazi riservati al libro, con l’apertura di una libreria pura e il rafforzamento della presenza di altri operatori del settore, il che è positivo. Si tratta ora di continuare su questa direzione, e la Giornata del libro intende diventare un’abitudine per i sanseveresi, ragion per cui sarà ripetuta regolarmente, per proporre altri testi di valore.

        Mundi ha poi presentato gli ospiti, il prof. Domenico Cofano, che ha saputo diventare in pochi anni un punto di riferimento assoluto per la cultura in Capitanata, e il prof. Pietro Sisto, studioso di biblioteconomia, oltre che firma della terza pagina della “Gazzetta del Mezzogiorno”.

        Successivamente, è toccato al prof. Francesco Giuliani soffermarsi sull’ultimo lavoro di Cofano, una raccolta di saggi intitolata “In forma di messaggi. Dante e altri”, edita dalle Edizioni del Rosone di Foggia.

 

 

Da sinistra: prof. Sisto, ins. Monaco, dr. Mundi, prof. Giuliani, prof. Cofano

 

 

        DA DANTE AI GIORNI NOSTRI

       Cofano, nato a Monopoli, docente di scuola barese, con la passione per i primi secoli della nostra letteratura, trasmessagli da Francesco Tateo, è da qualche anno ordinario di Letteratura italiana presso l’Università di Foggia.

        Nel libro in questione egli ha unito undici saggi, per lo più di recente pubblicazione, che offrono un quadro fedele dei suoi interessi e della sua operosità. A Dante, in particolare, si collegano i primi cinque scritti. I primi due, Tacere è bello. Il silenzio nella Divina Commedia e L’irradiazione intratestuale di Inferno V, offrono delle acute letture del poema, mentre gli altri tre si legano alla storia dell’interpretazione dantesca e fanno da ponte verso la seconda parte del volume, dedicata all’Ottocento e al Novecento, con una chiara attenzione, tra l’altro, verso la letteratura contemporanea, rivelata soprattutto dai due ultimi contributi, La letteratura della Daunia dal secondo dopoguerra ad oggi e Il crocevia mediterraneo nella narrativa italiana contemporanea.

       A unire il tutto c’è sicuramente la viva curiosità dello studioso, che, dopo aver individuato e circoscritto con precisione l’argomento, va al fondo delle questioni, attraverso un confronto serrato ma mai pedante con i testi e i documenti. Le pagine che scrive sono sempre un arrivo, il frutto di un attento esame  preliminare, rivelato, tra l’altro, dalla sicura conoscenza del dibattito critico, ma anche dall’uso di un ampio periodare, che a qualcuno potrà sembrare ostico, ma nel quale si riflette una sentita esigenza di completezza. E’ un lavoro di cesello, ha rimarcato Giuliani, che si apprezza ancor più in un’epoca come la nostra, in cui la parola troppo spesso suona vuota.

        Le pagine di Cofano sono rivolte agli addetti ai lavori, agli studiosi e agli studenti universitari, ma anche le persone colte potranno trovare stimoli interessanti. A tal proposito, il relatore si è soffermato sul saggio iniziale, imperniato sul silenzio nella Divina Commedia, che affronta un argomento coinvolgente. Canto dopo canto, la parola nel poema appare sempre più debole e l’approdo è proprio il silenzio, nella contemplazione finale del Creatore. Il Verbo, insomma, sostituisce il verbo.

        Ricco di interesse è anche il nono capitolo, Letteratura e dialetto, in cui l’autore condensa un tema complesso e articolato, seguendolo attraverso i secoli, senza farsi trascinare da posizioni critiche alla moda o stravaganti. I suoi “paletti” sull’uso del dialetto a scuola (“quando non coopera alla creatività linguistica, emergendo dalla sua condizione degradata e subalterna, è, ontologicamente, a tutti i livelli, uno strumento dimidiato e circoscritto, che non va assolutamente mitizzato”) e in letteratura appaiono chiari, oltre che condivisibili.

       Nell’ultimo saggio del libro, poi, Il crocevia mediterraneo nella narrativa italiana contemporanea”, attraverso molti riferimenti alla narrativa e alla saggistica, si sottolinea come l’Europa, per ritrovarsi, ha bisogno del Mediterraneo e di quel ponte naturale che è la Puglia. In questo modo, ha concluso Giuliani, il volume di Cofano, partito da lontano, giunge fino a noi e getta uno sguardo sul futuro prossimo.

 

           

 

         L’AMORE PER IL LIBRO

        Ha poi preso la parola il prof. Pietro Sisto, che ha tenuto una relazione affabile ma densa e precisa sul libro, partendo dalla constatazione che oggi questo prezioso strumento di conoscenza vede ridursi sempre più i suoi spazi, di fronte all’invadenza dei mass-media. Il libro, però, non ha perso assolutamente il suo rilievo, anzi, e questo va sottolineato.

        Sisto ha ricordato che la stessa storia dell’uomo sarebbe stata diversa senza il libro, custode della memoria e dei valori del passato. Senza il libro, insomma, l’uomo avrebbe dovuto iniziare ogni volta da zero, e questo avrebbe provocato dei danni enormi. Tra l’altro, nel tempo è cambiato anche il modo di leggere, visto che in passato, nei monasteri, qualcuno leggeva a voce alta e tutti gli altri ascoltavano. Solo in seguito la lettura è diventata silenziosa e personale.

        Con le sue conoscenza, il relatore ha toccato vari temi, soffermandosi, ad esempio, sui materiali usati per realizzare un libro, dal papiro alla carta ricavata dagli stracci e poi dagli alberi, ricordando come il libro sia legato sia al mondo vegetale che animale.

        La nascita del testo a stampa, che ha rappresentato un grande progresso, è però stata accompagnata da alcune polemiche. Alcuni rimpiangevano i testi manoscritti, che si avvalevano di vivaci miniature e definivano il testo a stampa “nero”, poco vivace, insomma. Ma il tempo ha fatto venir meno certi pregiudizi, tipici, del resto, di ogni svolta nella storia dell’umanità.  

       Trovandosi a San Severo, Sisto si è soffermato su Agostino Columbre, già oggetto dei suoi studi. Zoologo e veterinario, Columbre (secondo altri Colombre, ed è la dicitura presente nella toponomastica cittadina), nato a San Severo intorno alla metà del XV secolo, è autore di un celebre trattato di mascalchia, apparso per la prima volta a Napoli nel 1490. Lasciata San Severo in giovane età, si trasferì a Venezia, dove fu chirurgo e insegnò chirurgia umana, passando infine a Napoli, al servizio degli Aragonesi. Il suo trattato ebbe nel giro di pochi anni ben sei edizioni e fu assai apprezzato in tutta Europa.        

        In seguito, ha preso la parola il prof. Cofano, che ha ringraziato gli organizzatori della serata, il relatore e tutti i convenuti, tra cui numerosi collaboratori della cattedra di Letteratura italiana dell’Università di Foggia.

        Non è mancato l’intervento dell’editrice Falina Marasca, che ha evidenziato come la collaborazione delle Edizioni del Rosone con la Facoltà di Lettere abbia già portato alla nascita di due collane. Un bilancio provvisorio, questo, ma già molto lusinghiero.

       La prima Giornata del libro, dunque, ha centrato tutti i suoi obiettivi, chiamando a raccolta un pubblico colto e competente, ponendosi come un forte stimolo per l’incremento della lettura a San Severo.

              

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