LO SPILLO
GIORNALISMO E LIBERTA': I PRESUNTI MAESTRI...
In questi giorni molti giornalisti, ma anche molti lettori, hanno finalmente
potuto apprendere il vero significato della parola “libertà”. A spiegarlo ci si
sono messi in parecchi, come il presidente della Camera, passato in pochi anni
dalla lode di Mussolini, considerato il più grande statista del Novecento, al
ruolo di maestro di moralità. Ma a distribuire lezioni sono in tanti, come il
presidente della Regione Puglia, Vendola, che ce ne parla tra una poesia e
l’altra, e non mancano anche alcuni industriali italiani, da sempre una stirpe
di filantropi, abituati a strapagare gli operai, persino i fannulloni.
Cos’hanno detto di tanto importante queste persone? E’ semplice: ci hanno
indicato la direzione da seguire per utilizzare il concetto di libertà e per
distinguere il bene dal male. Mica una cosa da nulla! In parole povere, tutti i
giornalisti sono liberi di scrivere quello che vogliono, ma senza mai parlare
male dei potenti; in caso contrario, vengono relegati al rango di dossieristi,
servi dei padroni, complici degli affamatori del popolo. Per rimanere nello
status di giornalisti occorre sempre guardare agli scandali e alle ruberie
altrui, girando al largo dai terreni di caccia dei politicanti e degli
industrialotti arricchiti senza pagare le tasse.
Se ci si comporta così, si rischia pure di ottenere qualche incarico in
qualche Ente, magari come addetto stampa o autore di programmi. In caso
contrario, alla seconda ammonizione scatta l’espulsione e, per i più recidivi,
il sequestro preventivo dei computer e la perquisizione della sede di lavoro.
Non è censura preventiva, spiegano i maestri illuminati. E’ solo la giusta
interpretazione del termine “libertà”. Bisogna essere sempre liberi di seguire i
potenti. E’ più comodo e, soprattutto, conviene…