UN SAGGIO DI ANGELO RUSSI
DON GIOBBE RUOCCO A SAN SEVERO
Le vie della storia, come quelle
del Signore, sono infinite e così capita di trovare dei significativi agganci
con la realtà pugliese in volumi che sin dal titolo sembrano riferirsi a
tutt’altro ambito geografico. E’ il caso di “Giobbe Ruocco, Capri,
Russi, nato nella città dei
campanili sessantatre anni fa, è un docente ordinario di Storia Romana nella
Facoltà di Lettere dell’Università dell’Aquila e presso
In terra dauna avviene forse l’episodio più doloroso della sua esistenza: la sospensione e poi addirittura l’allontanamento definitivo dal servizio. In altri termini, Ruocco viene cacciato dalla scuola fino al 1944, dopo la caduta del regime.
Lavorando su questo episodio, pur avendo a disposizione poche fonti dirette, Russi da par suo ricostruisce una pagina molto significativa, che ha anche una valenza generale, mostrando la complessità dei rapporti tra Chiesa Cattolica e Fascismo, notoriamente in attrito sul tema dell’educazione dei giovani. Ma di quale grave colpa si è reso colpevole questo sacerdote campano diventato docente di lettere italiane? Nell’anno scolastico 1925-26 egli aveva contestato il testo di una “Preghiera della Mattina”, composta dal direttore della scuola, Giuseppe Pezzano, ritenendola, con molte argomentazioni, “acattolica”, contraria allo spirito della Chiesa. Il testo della preghiera, però, era stato accettato dal vescovo della diocesi sanseverese, mons. Oronzo Durante, e don Giobbe si ritrovò praticamente solo, di fronte agli altri docenti dell’istituto.
L’atto di insubordinazione di Ruocco fu probabilmente aggravato dal suo carattere fiero e spigoloso, oltre che dalla sua vicinanza al Partito Popolare di don Sturzo, al quale aveva aderito a Capri, chiamando in causa aggravanti politiche. Tutto questo finì per costargli caro e la punizione appare a dir poco incredibile per un lettore di oggi, tanto grande è la sproporzione tra la colpa e la punizione.
Dal saggio di Angelo Russi, nel complesso, viene fuori uno spaccato straordinariamente vivo della San Severo dei primi anni del Ventennio, nella quale erano molto vivi i fermenti politici e sociali, ma emergono anche alcune costanti del comportamento umano, che rendono davvero interessante la lettura di questo saggio, esemplare, è appena il caso di dirlo, anche da un punto di vista metodologico.