IL MATRIMONIO SECONDO I CONIUGI BUFALINO

    

Il matrimonio è un’istituzione decisamente in crisi, anche nella nostra città, dove pure si è ben lontani da certi eccessi da altre zone d’Italia o di altre nazioni. Malgrado tutto, la stragrande maggioranza delle persone continua a sposarsi o ad avere a che fare con i matrimoni altrui; per questo motivo, ci sentiamo di raccomandare, magari come regalo per le prossime festività, un bel volume di un grande scrittore, Gesualdo Bufalino, scomparso in un incidente stradale, nel 1996.

        Bufalino ha saputo guadagnarsi un posto di spicco, grazie all’altissima qualità dei suoi romanzi e dei suoi racconti, da “Diceria dell’untore” a “Le menzogne della notte”.

        Oltre a ciò, egli ha anche realizzato un’antologia dal titolo “Il matrimonio illustrato”, che la Bompiani ha da poco mandato in libreria in seconda edizione (pp. 344, euro 18).

Si tratta di un libro scritto a quattro mani con la moglie Giovanna, un’ex alunna sposata negli anni Ottanta. Proprio le nozze furono alla base dell’idea di offrire agli invitati, come bomboniera, una raccolta di scritti sul matrimonio, raccolta che è poi cresciuta fino a formare il testo di cui ci stiamo occupando.

L’argomento è indubbiamente accattivante, da sempre al centro di riflessioni, aspre critiche e freddure; oltre al vincolo, poi, c’è anche il sacramento, che non va trascurato.

La conseguenza è che i coniugi Bufalino hanno avuto buon gioco nel trovare una gran quantità di materiale, appartenente a tutte le epoche e a tutte le culture, ordinato secondo un nesso cronologico, in 5 capitoli, oltre a 3 appendici che riguardano l’opera lirica, il cinema e la coscienza collettiva. Ne deriva non una summa, ma un’antologia legata dal piacere della scoperta e della proposta al lettore.

Pensieri brevissimi e folgoranti si affiancano a riflessioni più ampie (ma sempre in senso relativo, dal momento che per lo più non superano le dimensioni di una pagina). Quanto agli autori, personaggi conosciutissimi si ritrovano accostati ad altri pressoché ignoti, che però riescono ad offrire degli spunti originali.

Idea portante, del resto intuibile, è l’ambivalenza del matrimonio, croce e delizia, momento di dolore e di piacere, esperienza da dimenticare o da esaltare. Nel piccolo, c’è tutta la storia dell’uomo, che esalta, in un papiro del XIV secolo a.C. l’incanto di un sogno d’amore coniugale, fatto da una donna, o l’ineffabile dolcezza del ricongiungimento, in un celebre passo dell’Odissea. Passi commoventi, che coesistono con la freddura di Antifane (IV a.C), che scrive: “Come! Lui ammogliato! Pensare che l’avevo lasciato in così buona salute!”.

Il pensiero del marito e della moglie si collega spesso al terzo incomodo, e così in un rondeau provenzale, d’epoca medievale, una donna dice: “Pazientate, marito mio, e non vi spiaccia./ Voi m’avrete domani, e il mio amico stanotte”. Il matrimonio, si sa, porta con sé l’idea del confronto, con tutto ciò che ad esso si collega, dal tradimento alla gelosia.

I vari pensatori sono divisi su tutto, anche sull’età del matrimonio, come nota Montaigne, citando tra l’altro Talete; quest’ultimo, a sua madre che lo sollecitava in tal senso, rispose prima che era troppo presto, poi che non era più tempo. Non c’è male come ragionamento!

Da Manzoni a Pavese, non c’è nessuno che si sia sottratto ad una riflessione sull’essenza del matrimonio, con dei risultati spesso memorabili. Del resto, l’obiettivo dei coniugi Bufalino è stato proprio questo, offrire un attimo di piacevole meditazione o di semplice divertimento, con il risultato, se possibile, di semplificarsi la vita, che è già di per sé tanto difficile.

Tra i tanti autori, segnaliamo un pensiero di L. de Tinseau, per il quale “Il matrimonio è come una fortezza assediata: chi è fuori vorrebbe entrare, chi è dentro vorrebbe uscire”. Detto in termini più popolareggianti, è quanto si legge nei Malavoglia, ai quali forse i coniugi Bufalino avrebbero dovuto attingere con più attenzione, non fosse altro per la comune origine siciliana: “Il matrimonio è come una trappola di topi; quelli che son dentro vorrebbero uscire, e gli altri ci girano intorno per entrarvi”.

Se Mussolini si distingue per una battuta laconica e greve (“I cornuti hanno sempre torto”), M. Duras, nel 1914, si avvicina al fondo della verità: “Il matrimonio è un castigo. Siamo puniti perché non abbiamo avuto la forza di stare soli”.

Il libro, nel complesso, è di gradevole e proficua lettura, offrendo anche un indice delle fonti, per eventuali approfondimenti. E’ facile immaginare che ognuno cercherà i pensieri più confacenti, più vicini al proprio pensiero sull’argomento, riflessioni che spesso è meglio tenere per sé.

“Il matrimonio illustrato”, contrariamente all’argomento trattato, ci sembra un’antologia da regalare ad una persona cara o, al contrario, da leggere da soli. Tertium non datur, se non si vuole dare fuoco alla miccia di un pericoloso litigio.

 

         Gesualdo e Giovanna Bufalino, Il matrimonio illustrato, Bompiani, 2003, pag. 344, euro 18.

   

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