UN LIBRO DEL 1973
IL GARGANO DI PEPI MERISIO
Resterà aperta fino a fine maggio, a San Severo, la mostra
fotografica “Momenti d’Italia: Sguardi di ieri, sguardi di oggi”, ospitata nella
Galleria Risorgimento, nei pressi del centrale Corso Garibaldi. La mostra,
voluta dal locale Rotary Club, presenta 38 scatti dell’artista sanseverese
Antonio Criscuoli e altrettanti del maestro fotografo Pepi Merisio.
Merisio, nato a Caravaggio, in provincia di Bergamo,
nel 1931, è uno dei nomi di spicco della fotografia nazionale. Ha al suo attivo
molti libri e tra questi alcuni dedicati alla nostra terra, che meritano
senz’altro di essere conosciuti, come “Gargano: paese di leggenda”, edito nel
1973 a Milano dalla Publiepi.
Il libro, che abbiamo acquistato proprio dopo aver
osservato la mostra sanseverese, contiene alcune decine di foto di Pepi Merisio,
accompagnate dai testi di Damiano Bianco. E’ un volume professionale, di circa
150 pagine, studiato come strenna di Natale per i periodici delle Edizioni
Paoline.
Pastori sul Gargano, foto di Pepi Merisio
Le immagini sono in gran parte in bianco e nero, com’è
prassi, ma non mancano le eccezioni. Lo sperone d’Italia viene ritratto nei suoi
molteplici, e talvolta anche contraddittori, aspetti. C’è il Gargano incantevole
delle coste e degli anfratti, dalla Baia delle Zagare alle Tremiti, che evocano
visioni paradisiache, ma non mancano, all’opposto, caverne ed abitazioni
trogloditiche, come a Peschici e a nord di Manfredonia.
Merisio ha l’occhio sicuro ed esperto del fotografo
di professione, che costruisce lo scatto con meticolosità, ma senza artifici,
anzi, dando l’impressione di una riassicurante normalità.
Molte immagini sono dedicate al Gargano interno,
terra ancora di pastori, intenti a condurre le bestie al pascolo o a fumarsi una
sigaretta. Merisio li insegue anche nelle masserie, dove si conservano le
tradizioni dell’arte casearia. Non mancano, poi, i volti scavati dalle rughe dei
pescatori e i riferimenti a tante attività artigianali che negli anni Settanta
sopravvivevano ancora, mentre oggi, forse, sono solo un pallido ricordo.
E’ un Gargano operoso o tranquillo, a seconda dei
casi. A Carpino la gente sosta in piazza e ben quattro scatti consecutivi
colgono la dignitosa rassegnazione di queste persone, per lo più anziane, come
la vecchia ritratta in primo piano.
Nelle foto scattate a Monte Sant’Angelo, poi,
Merisio dà libero sfogo al suo estro, tra particolari che sanno di medioevo e
immagini di fedeli che perpetuano un pellegrinaggio vecchio di secoli. Uomini di
ogni età chiedono un aiuto all’Angelo, confidando nell’aiuto celeste.
L’artista sa anche abbandonarsi alla poesia
dell’obiettivo. Di qui la visione del faro di Vieste, la città sperduta cantata
da tanti viaggiatori. Sembra di stare ai confini del mondo abitato, ai margini
persino di una terra periferica per antonomasia, come lo Sperone.
Sfogliare le pagine di questo “Gargano: paese di
leggenda” è un vero piacere. Da allora molte cose, ovviamente, sono cambiate, ma
l’arte ottiene qui il suo obiettivo, quello di fissare un momento della vita
dell’uomo e della natura, di strappare al perpetuo fluire un volto o un
particolare di questi nostri conterranei garganici, trasmettendo fino a noi
questo tesoro.