LA PUGLIA CON LA CAPITANATA A MILANO
OCCASIONI
LETTERARIE ENOGASTRONOMICHE ECONOMICHE
di Francesco Lenoci
Vicepresidente Associazione Regionale Pugliesi – Milano
Dalla bellissima locandina del convegno che ci vede oggi riuniti a Milano, nella splendida sala Barozzi del meraviglioso palazzo che ospita l’Istituto dei Ciechi di Milano, ho estrapolato le seguenti espressioni chiave:
“gli organizzatori”: Edizioni del Rosone - Franco Marasca, Provincia di Foggia e Associazione Regionale Pugliesi di Milano;
“occasioni letterarie”;
“occasioni enogastronomiche”;
“Milano”;
“Puglia”,
“Capitanata”;
“30”.
È mio intento sviluppare le precedenti espressioni e, tenendo conto che il sottoscritto e l’assessore Giuseppe de Leonardis siamo dottori commercialisti, non posso non parlare anche di occasioni economiche.
Associazione Regionale Pugliesi di Milano. Ne sono vicepresidente dal febbraio 2007.
La storia ci dice che già dal 1921 esisteva un’Associazione Regionale di pugliesi a Milano.
A Milano i pugliesi attualmente residenti sono circa 80.000, la prima comunità regionale presente, ben radicata nel territorio annoverando tra i suoi soci commercianti, imprenditori, professionisti, giornalisti, professori e studenti universitari. . . . e ben rappresentata anche nelle istituzioni.
L’Associazione raccoglie oltre 400 nuclei familiari, che vivono un rapporto molto stretto con la terra natia, costituito da vincoli familiari e da conseguenti costanti visite. Mia madre e mio padre, ad esempio, verranno a trovarmi il prossimo venerdì.
L’Associazione ha una sede autonoma: ieri sera eravamo in sede quando ci hanno chiamato dalla trasmissione “Puglia nel Mondo” di Puglia Channel. Il Presidente è Dino Abbascià, un grande Amico . . . un grande Uomo.
Le attività che svolge l’Associazione sono sostanzialmente di due tipi: ricreative e culturali.
Le attività ricreative consistono nell’organizzazione di riunioni e di incontri amichevoli che si svolgono soprattutto il sabato e la domenica pomeriggio, riproponendo a Milano “la piazza del paese”, per usare una felice espressione dell’amico Pino Selvaggi, coordinatore delle attività. Non mancano i consueti pranzi e veglioni, in occasione delle feste tradizionali (Natale, Carnevale).
L’attività caratterizzante dell’Associazione è quella culturale: diamo sostegno ad attività teatrali, rassegne cinematografiche e, in particolare, alla presentazione di libri, vale a dire a occasioni di dibattito e di conoscenza della Puglia, dei suoi valori e delle sue tradizioni. A tal fine si è creato un canale privilegiato di contatto con gli enti locali, i personaggi della cultura, le case editrici.
Ovviamente, non trascuriamo ciò che non è pugliese. Così, ad esempio, abbiamo ascoltato con estremo interesse il 20 gennaio scorso il poeta Franco Loi, massimo esponente della poesia dialettale milanese e Luciano Simonelli, che maneggia con padronanza tantissimi dialetti.
Va segnalato, inoltre, lo svolgimento di attività culturali anche in Puglia. Agostino Picicco, responsabile culturale dell’Associazione, ed il sottoscritto hanno parlato di don Tonino Bello il 27 dicembre 2007 a Santa Maria di Leuca. Torneremo a parlarne lunedì 31 marzo presso la Basilica di San Martino a Martina Franca, il 26 aprile nella Cattedrale di Giovinazzo e il 3 maggio presso la Chiesa Matrice di Santeramo.
Il 16 aprile parleremo di Padre Pio a Milano, presso la Chiesa dell’Università Bocconi.
Di notevole rilievo risulta l’impegno dell’Associazione nel promuovere turisticamente la Puglia grazie alle iniziative svolte e alla funzione di garanzia che l’emigrante offre all’amico del nord e del resto del mondo che vuole conoscere la Puglia. I più importanti promotori turistici della regione d’origine siano noi fuorisede: è un dato di fatto!
È questa la nuova prospettiva dell’Associazione: se nei decenni scorsi si proponeva di offrire un mutuo aiuto ai nuovi arrivati, di fornire occasioni di aggregazione e condivisione di amicizia, oggi l’Associazione – fermi restando tali intenti – fa un passo avanti.
Non è più un luogo di nostalgici o di gente sterilmente legata al campanile di appartenenza, ma si pone quale laboratorio culturale e di orientamento, nonché quale volano nella valorizzazione della Puglia e dei suoi prodotti.
Cosi, ad esempio, il 23 febbraio 2008, presso la Sede dell’Associazione
si è svolta una conferenza stampa per valorizzare il turismo balneare e archeologico del Salento.
Occasioni letterarie. Nei giorni scorsi la professoressa Falina Marasca mi ha cortesemente fatto avere tre libri del professor Francesco Giuliani pubblicati da Edizioni del Rosone: “Occasioni letterarie pugliesi”, “Saggi, scrittori e paesaggi” e “Alfredo Petrucci” in cui l’autore prosegue nell’acuta e meticolosa ricerca dedicata alle memorie letterarie della regione Puglia. I tre citati libri sono inseriti nella collana “Testimonianze”, diretta da Benito Mundi.
Una volta non esistevano i motori di ricerca e, quindi, era difficile sapere tutto di tutti. Adesso basta cliccare su google, come ho fatto ieri, e ho appreso tante cose su Francesco Giuliani e Benito Mundi.
La prima cosa che mi ha colpito è che Francesco Giuliani è giornalista pubblicista come il sottoscritto.
Ci facciamo un regalo, meditando insieme sul seguente meraviglioso pensiero di don Tonino Bello: “Don Tonino esortava i giornalisti a mettersi al servizio della verità e non al servizio di interessi di parte. A tal proposito li invitava ad essere imparziali notai dell’oggi, ma anche audaci anticipatori del domani. Chiedeva chiarezza espositiva e concettuale per evitare l’opera ardua e rischiosa della decodificazione. Diceva che i giornalisti che si pongono tali obiettivi sono i promotori di una santità urbana e laicale”.
La seconda cosa che mi ha colpito di Francesco Giuliani e Benito Mundi è che sono nati a San Severo, città a me cara.
L’ultima volta che ho parlato a San Severo è stato il 4 marzo 2006. Avevo un berretto diverso da quello che indosso oggi, quello di Presidente del Centro Studi socio-economici “Donato Menichella”: un grande pugliese, un grande figlio della Capitanata, essendo nato a Biccari.
Mi trovavo nella meravigliosa biblioteca economico-giuridica Felice Chirò di BancApulia, banca a me molto cara.
Ieri sera, entrando nel sito di BancApulia, ho rivisto immediatamente che per BancApulia il radicamento al Territorio e la Storia non sono slogan, che vanno necessariamente citati in quanto di moda.
Nell’Home page del sito c’è, infatti, un ellisse contenente le seguenti parole e i seguenti numeri:
BancApulia |
San Severo |
1924 |
L’ellisse è circondata da 4 scritte rosse cliccabili:
in alto a sinistra: Dove si trova BancApulia
in basso a sinistra: Le società del Gruppo BancApulia
in basso a destra: Scegli il mutuo di BancApulia
in alto a destra: BancApulia per la cultura: Visita la nostra biblioteca.
In altri termini: Territorio, Corporate Governance, Business e Cultura.
Ho cliccato e, stando a Milano, sono entrato nella Biblioteca economico-giuridica Felice Chirò di BancApulia. Il progresso tecnologico ha introdotto tante nefandezze, ma consente di fare cose incredibili.
Sono arrivato alla pagina della biblioteca; in basso a sinistra c’è un quadratino denominato “Quaderni economico giuridici”. Ho cliccato e ne sono apparsi sei. Il sesto quaderno l’ho realizzato io ed è intitolato al Premio “Donato Menichella 2006”, assegnato, appunto, a BancApulia, in data 8 giugno 2006, a Roma, presso il meraviglioso Palazzo Altieri.
Dove voglio arrivare?
È presto detto. . . . BancApulia quei quaderni e tantissimi libri li mette a disposizione del pubblico, dei risparmiatori, dei clienti retail, dei clienti corporate.
Cosa fa in questa maniera BancApulia?....... diffonde informazione, diffonde cultura.
Ebbene, Edizioni del Rosone diffonde informazione, diffonde cultura da ben 30 anni!
Un punto fermo: strappare il segreto e diffondere l’informazione - da sempre - è l’unico strumento per la democratizzazione di ogni realtà giuridica di tipo collettivo.
Non lo dico io, lo dice Tito Livio.
Narra Tito Livio che nell’anno 304 a.C. Flavio, uno scriba liberto di Appio Claudio, compì un gesto che provocò l’indignazione dei nobili romani: Flavio, infatti, rese pubblici i formulari delle legis actiones, fino a quel momento gelosamente custoditi nei penetrali dei pontefici, ed espose nel foro l’elenco dei dies fasti, i giorni nei quali era consentito di agire in giudizio. Nel raccontare l’episodio Tito Livio ne mette in luce l’importanza nel quadro delle lotte fra patrizi e plebei. I detentori del potere ben sapevano che il loro privilegio era basato sulla segretezza e che nulla era più pericoloso, per loro, della pubblicità. Per questo i patrizi presero ad odiare Flavio e quand’egli fu eletto edìle curule rinunciarono polemicamente a portare le insegne del loro rango. Ma era troppo tardi: ormai conosciute, sottoposte al controllo collettivo, le formule del diritto non potevano più essere applicate arbitrariamente: il processo di democratizzazione del diritto era iniziato.
Perché vi ho raccontato tutto questo?
Perché tradizionalmente la Puglia è ritenuta povera di letteratura. Si tratta di una visione che rispecchia solo una parte della realtà e che, spesso, viene riproposta in modo superficiale.
Grande merito di Francesco Giuliani è di aver contribuito a smentire con i fatti il citato pregiudizio, evidenziando in che modo il territorio pugliese ha offerto l’occasione per la nascita di pagine di ispirata letteratura, per incontri e riflessioni di particolare rilievo.
Complimenti!
Occasioni enogastronomiche. L’altro ieri sono stato alla conferenza stampa, organizzata dall’Unione Italiana Vini, di presentazione di “Enotria 2008”. Ovviamente si parlava di vino: un prodotto straordinario portavoce dei valori del nostro Paese nel mondo.
Sapete come si colloca la Puglia tra le regioni italiane in relazione alle superfici vitate? . . . .Si colloca al secondo posto con 105 mila ettari, preceduta solo dalla Sicilia.
Sapete qual è la partecipazione della Puglia alla produzione nazionale di vini bianchi e di vini rossi rosati? . . . . Il 14,2% per i bianchi, il 15,9% per i rossi/rosati.
Perché la Puglia è famosa? Lo è anche in virtù dei suoi vini, delle sue pietanze e dei suoi prodotti tipici. Sono qui presenti la Cooperativa Agricola Dauna di Castelluccio dei Sauri e Le Terre del Catapano S.P.Q.T. di Trioia. Tra breve, avremo la possibilità di vivere l’emozione di degustare i favolosi “Teanum Alta Syrah” e “Divino di Troia”.
Ma permettemi di allargare il discorso.
Oggi i Paesi del mondo sono poco meno di 200. Solo 30 sono considerati così avanzati economicamente da partecipare all’OCSE. . . . e l’Italia ne fa parte.
Di questi 30 Paesi, solo 8 sono considerati così ricchi e prestigiosi da essere ammessi in un club internazionale ancora più esclusivo: il G8. . . . e l’Italia ne fa parte.
Quali sono i fattori che consentono al nostro Paese una performance così eccellente?
Non certo la vastità del nostro territorio: . . .siamo appena un ventottesimo del Brasile, un trentesimo degli Stati Uniti, un sessantesimo della Russia.
Non certo la quantità di popolazione: . . . .siamo appena al ventitreesimo posto nel mondo.
Neppure la disponibilità di materie prime, di cui siamo scarsissimi.
E nemmeno la diffusione della nostra lingua, parlata appena da una ottantina di milioni di persone nel mondo, contro i 3 miliardi che parlano inglese.
Ciò che ha consentito agli italiani di recuperare la scarsità di elementi strutturali è:
la nostra creatività;
il nostro stile di vita;
la nostra capacità di cogliere le preziose opportunità offerte dal passaggio epocale da una società industriale, caratterizzata dalla produzione in grandi serie di beni materiali, a una società post-industriale, centrata sulla produzione di beni immateriali come le informazioni, i simboli, i valori e l’estetica.
Questa nostra capacità, a sua volta, è determinata da una sintesi . . . . unica al mondo:
di senso del tempo e di culto per la memoria;
di eleganza e di bellezza.
Tali fattori concorrono a sostenere il made in Italy, grazie alla capacità creativa, alla propensione imprenditoriale, alla dotazione culturale, al gusto della qualità, alla consapevolezza della propria unicità, alla capacità di cogliere e soddisfare i desideri irrazionali, alla forza della tradizione, alla vocazione estetica, allo stile di vita, alla flessibilità.
Non ci mancano, ovviamente, i punti di debolezza: un certo provincialismo, unito al campanilismo e alla frammentazione, una proverbiale disorganizzazione, i difetti connaturati ai settori protetti dall’economia, le carenze del settore pubblico, la difficoltà del settore privato a coniugare la fantasia con la concretezza e con la competenza, una mancanza di chiarezza che a volte sfuma nell’ambiguità[1].
Un nostro difetto grave è l’atteggiamento rinunciatario quando il risultato è scontato, quando si gioca in casa, sul terreno amico. Mi riferisco al settore del turismo. L’Italia:
occupava il terzo posto nel 1950;
era salita al primo posto nel 1970;
è scesa al quarto posto nel 1990;
è retrocessa al quinto posto nel 2004;
è retrocessa al sesto posto nel 2006.
Milano, Puglia, Capitanata: occasioni economiche. Milano è sotto esame. Lunedì 31 marzo si saprà se EXPO 2015 sarà assegnato a Milano o a Smirne.
La posta in gioco, nella gara che oppone Milano alla turca Smirne è decisamente grande, con quasi 20 miliardi di euro di investimenti previsti in caso di vittoria, tra costo del maxi evento (circa 4 miliardi), finanziamenti necessari per le infrastrutture (10 miliardi) e indotto (almeno altri 6 miliardi).
A ciò vanno aggiunti 65 mila nuovi posti di lavoro stimati nel quinquennio 2010-2015 e 29 milioni di turisti attesi nei sei mesi della manifestazione.
Il tema proposto per l’EXPO 2015 “Nutrire il pianeta, energia per la vita” ha il valore di un manifesto programmatico, una dichiarazione d’intenti: dopo la moda e il design, l’editoria e la finanza, Milano ha deciso di puntare sull’agroalimentare, sulla riscoperta della terra e dell’ambiente.
Permettetemi una domanda provocatoria: per la Puglia è meglio che vinca Milano o Smirne?
Per addivenire ad una risposta, occorre prima precisare che viviamo in un’epoca in cui si è avverato ciò che un timido ed eccentrico docente di matematica pura aveva previsto nel 1896, nel libro “Attraverso lo specchio”. In precedenza aveva scritto “Alice nel Paese delle Meraviglie”. Il suo nome è Lewis Carroll.
Nel Regno della Regina Rossa per mantenere il proprio posto, occorreva ….come adesso….correre a più non posso; per andare da qualche altra parte, occorreva….come adesso….correre almeno il doppio.
Un’altra precisazione si rende necessaria: per risollevare le sorti della Puglia non si può chiamare in causa quella che risulta essere, da qualche anno, la parola maggiormente utilizzata.
Quella parola è….“coraggio”.
Il ricorso al “coraggio” è del tutto fuori luogo!
È mio profondo convincimento che per conseguire un obiettivo occorrono sostanzialmente tre cose:
1) istruzione,
2) preparazione,
3) determinazione.
Con il “coraggio” non si cresce, non si ha un futuro!
Provo a spiegarmi.
Per quanto concerne “l’istruzione” faccio ricorso alle parole del Governatore di Banca d’Italia:
“L’istruzione allenta i vincoli economici e culturali che legano gli individui al proprio ambiente di origine. Aumenta le probabilità che i più capaci e meritevoli accedano a funzioni di governo nell’organizzazione dei fattori produttivi”[2].
Con riguardo alla “preparazione” ritengo doveroso richiamare la valorizzazione del capitale intellettuale, che non è solo capitale umano (che non ha mai fatto difetto a tanti nati in Puglia e nelle altre regioni italiane), ma anche capitale relazionale e capitale organizzativo (di cui - sovente - siamo deficitari).
Resta da spiegare cosa intendo per “determinazione”. Utilizzo per farlo la risposta che diede Julio Velasco qualche anno fa ad un giornalista, che gli chiedeva come facesse a scegliere, a parità di tecnica, un pallavolista per l’allora invincibile nazionale italiana. Gli rispose: “Semplice….scarto quelli che hanno gli occhi di bue e prendo quelli che hanno gli occhi della tigre”.
E veniamo alla risposta. Dobbiamo tutti augurarci che vinca Milano. In tal caso festeggeremo alla grande per 24 ore. Ma poi basta. Occorrerà mettersi al lavoro.
Non è questa la sede adatta per discorsi complicati su cosa c’è da fare.
Mi limito solo ad osservare che la Puglia ha avuto dal Padreterno due grandi doni: Padre Pio e don Tonino Bello.
Il turismo religioso porta a Lourdes ogni anno 6,5 milioni di persone.
A Milano in sei mesi verranno 29 milioni di persone: capite che se vogliamo far proseguire, ipotizziamo a 6 milioni di turisti, il viaggio fino a San Giovanni Rotondo e Alessano occorrerà adoperarsi seriamente: non c’è un solo attimo da perdere e a tale iniziativa debbono dedicarsi persone istruite, preparate e determinate.
I temi dell’EXPO 2015 saranno: l’agroalimentare, la riscoperta della terra e dell’ambiente. Sono temi che la Puglia può affrontare con successo: ce li abbiamo nel dna. Ma ancora una volta occorrerà adoperarsi intelligentemente, chiamando, ad esempio, a raccolta tutti i talenti pugliesi che, sappiamo bene, per la massima parte non risiedono più e non lavorano più in Puglia.
Edizioni del Rosone “Franco Marasca”. Chi mi ha fatto conoscere le Edizioni del Rosone è il mio Amico Franco Presicci. Una volta mi ha fatto fare un figurone. Dovete sapere che a Martina Franca c’erano tanti posti, addirittura risalenti a due secoli or sono, in cui si conservava la neve, per farne commercio nei mesi estivi. Il nome di quei posti era “neviera”. Un mio collega docente universitario a Parma aveva deciso di comprarne una e di ristrutturarla. Sapeva poco o niente, come me, della storia delle neviere. Ne parlai con Franco Presicci che, come in un gioco di magia, fece apparire di lì a poco un libro delle Edizioni del Rosone “Le neviere. L’industria del freddo in Capitanata nell’età moderna”.
Tanto tempo è passato e siamo qui riuniti a festeggiare i primi 30 anni di vita delle Edizioni del Rosone.
Tanti tanti tanti tanti tanti Auguri dall’Associazione Regionale Pugliesi di Milano.