SAN SEVERO. ALLA PRESENZA DEL FIGLIO, FRANCO
UN INCONTRO PER GIORGIO PERLASCA
Lo scorso 6 dicembre 2014, nell'Auditorium del Teatro Comunale "Verdi" di San Severo, si è tenuto un interessantissimo incontro sul tema "Il falso diplomatico Giorgio Perlasca e gli Ebrei di Budapest". L'incontro, che ha avuto il patrocino delle Amministrazioni Comunali di San Severo, Rignano Garganico e San Paolo Civitate, ha visto l'adesione di numerosi sodalizi locali, ossia l'Antea, la ditta Sales, l'Associazione bandistica "Città di San Severo", il Lions Club, il Club Unesco, la Daunia Enoica, l'Istituto Nazionale per la Guardia d'Onore alle reali Tombe del Pantheon, il Movimento Monarchico Italiano. Una presenza notevole del mondo culturale di Capitanata, che ha fatto onore all'ospite della serata, il dr. Franco Perlasca, figlio di Giorgio, proveniente dall'incontro con gli studenti di una scuola media di Foggia. Perlasca ha visitato San Severo, nel primo pomeriggio, recandosi in alcuni luoghi significativi, come il monumento ai caduti e la Chiesa dedicata a Maria Santissima del Soccorso, poi ha partecipato all'incontro, davanti ad una platea affollata e attentissima.
Ha moderato i lavori il giornalista Desio Cristalli, che ha dato la parola al sindaco di San Severo, avv. Francesco Miglio, per un intervento che ha battuto sul tema della solidarietà, e ai due rappresentanti dei comuni di Rignano e San Paolo, che hanno sottolineato l'impegno delle loro amministrazioni per i valori testimoniati da Perlasca. Ha poi preso la parola l'avv. Matteo Calvano, che ha voluto fortemente questo incontro, profondendo molte energie per la sua buona riuscita. Calvano, coordinatore delle associazioni organizzatrici, ha avuto parole di ammirazione per la coerenza di Giorgio Perlasca e per la sua fedeltà ai veri valori.
Ha poi preso la parola il primo relatore della serata, Francesco Giuliani, che si è detto orgoglioso per la possibilità di parlare di un personaggio, come Giorgio Perlasca, la cui storia è così incredibile da sembrare la sceneggiatura di un romanzo di avventura con venature di thriller e di giallo. La realtà, come sempre, supera la fantasia, e questo è il caso. Giuliani è partito da un accostamento con Manzoni, per la riconoscibilità del bene da parte degli uomini, che si manifesta sempre, anche quando gli stessi uomini fanno finta di non capire e volgono lo sguardo dall'altra parte. Perlasca, uomo semplice, ha fatto impallidire la cultura ufficiale, fatta di scrittori e giornalisti al soldo del regime e dei potenti di turno, pronti poi a saltare sul carro del nuovo vincitore. Ma la storia di Perlasca è anche storia di giornalisti desiderosi di abbattere il muro di ipocrisia, a partire da Minoli, che ha parlato di Perlasca nel 1990, e di Deaglio, che ha scritto un libro fondamentale sul tema. Giuliani ha poi ribadito il valore del silenzio di Perlasca, durato per anni, e ha ricordato i condizionamenti ideologici italiani, che hanno impedito al personaggio di ottenere il giusto premio. Perlasca è stato scoperto prima all'estero, in Israele, in Ungheria, poi in Italia, visto che non si inseriva in quel contesto di ipocrisia antifascista che ha segnato la vita italiana.
Ha poi preso la parola il protagonista assoluto della serata, Franco Perlasca, funzionario di banca impegnato nel sostegno della Fondazione Giorgio Perlasca, che presiede. Con il suo eloquio pacato ma fatto di parole precise e dense di contenuto, Perlasca ha parlato davanti ad un uditorio in cui proverbialmente si sarebbe sentito il ronzio di una mosca. Egli ha ricordato le vicende che hanno segnato l'esistenza del padre, un uomo semplice ma in grado di sentire il richiamo del suo cuore, che lo spingeva ad aiutare le vittime dell'olocausto, gli ebrei vittime della follia finale del nazismo. Uomo del Nord, ma dotato di una fantasia mediterranea, prende al volo la possibilità di spacciarsi per il sostituto dell'ambasciatore spagnolo ritiratosi in Svizzera, dando inizio ad una spettacolare opera di salvezza di oltre 5200 persone. Giorgio Perlasca ha agito e poi ha avuto il coraggio di ritornare alla vita di ogni giorno, senza raccontare nulla. Il figlio ha ribadito di non aver mai capito cosa avesse fatto di straordinario il genitore, fino agli anni Ottanta, quando finalmente la notizia si viene a sapere e dall'Ungheria arrivano alcune donne salvate da Perlasca e desiderose di ringraziarlo. Siamo nel 1987 e due anni dopo Giorgio Perlasca sarà proclamato Giusto tra le nazioni, in Israele. Gli onori saranno tanti, soprattutto all'estero, poi arrivano la trasmissione di Minoli, il libro di Deaglio, la fiction della Rai con Zingaretti nei panni del protagonista, le giornate della Memoria, che vedono Franco Perlasca impegnato a rispondere a tutti gli inviti, nei limiti delle sue possibilità, visto che continua a lavorare. Perlasca incontra ogni anno migliaia di studenti e adulti, diffondendo una lezione importante, attraverso il ricordo di un uomo che era un Giusto, più che un Eroe.
Franco Perlasca al termine si è anche prestato ad un incontro della rubrica "Scaffale", che va in onda ogni settimana dagli schermi di 99TV, condotta da Francesco Giuliani, affiancato dal giornalista e presidente dell'Unesco Club di San Severo Michele Princigallo e dall'avv. Matteo Calvano. Un modo per sottolineare che la storia di Perlasca è fatta anche di libri, e dunque di cultura, quella vera.