GALLERIA RISORGIMENTO A SAN SEVERO
L'ITALIA DI MERISIO E CRISCUOLI
E’ stata appena inaugurata a San Severo, nella Galleria Risorgimento, la mostra fotografica “Momenti d’Italia: Sguardi di ieri, sguardi di oggi”. L’esposizione, voluta dal locale Rotary Club e dal suo presidente, Domenico Pietropaolo, presenta 38 fotografie ispirate alla nostra Italia, equamente divise tra gli scatti del maestro Pepi Merisio e quelli dell’artista Antonio Criscuoli.
Merisio, classe 1931, nato a Caravaggio, in provincia di Bergamo, è uno dei mostri sacri della fotografia nazionale. Non a caso ha pubblicato oltre 100 libri e conta un curriculum di primissimo ordine. Criscuoli, classe 1963, è nato e vive a San Severo, ma ha alle spalle una lunga esperienza nel settore e la mostra in questione rafforza la sua considerazione. Tra l’altro, l’esposizione ha avuto il patrocinio della FIAF, la Federazione Italiana Associazioni Fotografiche, che ha certificato, per così dire, il grande valore dell’iniziativa.
L’inaugurazione ha attirato uno scelto e numeroso pubblico, che ha rivolto non poche domande a Criscuoli, che ha personalmente scoperto le 38 foto, offrendo anche alcune chiavi di lettura e sfatando alcuni vischiosi luoghi comuni. Le immagini non sono solo verismo, documento, ma anche simbolo, rappresentazioni visive di concetti importanti, che offrono chiavi per l’interpretazione della nostra realtà.
Le 38 foto sono tutte in bianco e nero. Quelle di Merisio vanno dagli anni Cinquanta alla fine degli anni Settanta, quelle di Criscuoli sono più recenti, ma disposte in modo da armonizzarsi con le prime, come ad offrire un’altra visuale tra le tante possibili. Ne è venuta fuori un’Italia profondamente bella e varia, ma anche molto cambiata nel tempo. Il progresso economico ha eliminato sacche di povertà, ma ha anche svilito il valore di momenti come il matrimonio. Di qui, ad esempio, l’accostamento tra un matrimonio di paese di qualche decennio fa, nel quale tutti gli sguardi sono rivolti sugli sposi, ed uno, di qualche anno fa, in cui la sposa che si destreggia tra le autovetture, accanto alla madre e ad una sorella.
Anche i riferimenti geografici sono quanto mai diversi. Merisio rappresenta, ad esempio, la povertà di un gruppo di tagliaboschi del Bergamasco, che oggi magari sono diventati tutti leghisti ed immemori del passato, ma mostra anche una luminosa stazione di Milano Centrale, nel 1953. Le luce scintillano, ma è una semplice illusione: i meridionali emigrati venivano accolti da cartelli offensivi e squallide case di ringhiera.
Tra bimbi e tipi anonimi, c’è spazio anche per personaggi famosi, come Paolo VI, colto da Merisio in un bellissimo ritratto, dopo la benedizione dell’Angelus, nel 1964, al quale si affianca, ad opera di Criscuoli, l’immagine di Giovanni Paolo II, nel 2000, che evoca il dramma di un grande personaggio del nostro tempo minato dalla malattia.
A Criscuoli va dato atto di essere entrato subito in
sintonia con il mondo di Merisio, segno di intelligenza e di non comuni qualità
artistiche, di cui ha dato mostra anche di recente, interpretando il Tavoliere
in un volume di prose d’arte. Le congratulazioni ricevute se le merita tutte. La
mostra resterà aperta fino alla fine di maggio, con il fotografo Criscuoli a
disposizione dei più curiosi.