L’ULTIMO LAVORO DI COSMA SIANI

MELCHIONDA, UN GARGANICO A TUTTO TONDO          

 

 

           Cosma Siani, garganico di San Marco in Lamis, da molti anni residente nel Lazio, è un nome che non ha bisogno di presentazioni. Docente di Lingua inglese all’Università di Cassino, ha al suo attivo molte pubblicazioni. E’ uno studioso che riesce a coniugare benissimo le capacità espositive con lo scavo in profondità nell’argomento; per essere più espliciti, sa cosa vuole dire e riesce ad ottenere il suo obiettivo nel migliore dei modi. E’ un pregio, questo, sempre più raro ai nostri giorni.

           Abbiamo riscoperto queste sue qualità nei giorni scorsi, leggendo la sua ultima fatica, “Evelino Melchionda scrittore garganico. Il cammino verso la narrativa” (Edizioni Cofine, Roma, pp. 63, euro 12). In questo suo denso lavoro, Siani ricostruisce l’avventura esistenziale e culturale, con particolare riferimento ai suoi testi letterari, com’è giusto che sia, di Melchionda, un personaggio singolare, figlio del Gargano, che meritava senz’altro quest’attenzione.

            Nato a Sannicandro Garganico nel 1910, Melchionda si diploma al classico “Lanza” di Foggia, poi si laurea in medicina a Bari, nel 1934, distinguendosi subito per le sue qualità. Come ufficiale medico, percorre una brillante carriera, che contempla anche incarichi universitari e molte pubblicazioni specialistiche. Siamo di fronte ad uno studioso autorevole, che però, forte del suo ricco bagaglio di studi umanistici, meglio, della sua cultura ad ampio raggio, si dedicherà anche alla letteratura, in particolare nell’ultima parte della sua esistenza (si spegne a Bologna nel 1986).          

        Dal 1979 in poi, con il ritmo di una pubblicazione all’anno, quasi in un’accanita sfida con il tempo, Melchionda dà alle stampe, per la “Ponte Nuovo” di Bologna, 8 volumi, tra romanzi e racconti. Si va da “Il Vescovo e il Generale” a “L’acciottolato”, un lavoro che trae spunto, come si legge nella prefazione, dal ritorno alla sua vecchia casa, nel paese natio. Ed è proprio su questi testi che Siani accentra la sua analisi, con una ricognizione acuta ed equilibrata, che non mira ad una sterile apologia dello scrittore garganico, ma a sottolineare con imparzialità i pregi e i difetti. Di qui anche l’inserzione di passi esemplari di Melchionda, che confermano lo spessore culturale e le qualità di scrittore del personaggio, ma anche una certa tendenza a rompere l’equilibrio narrativo per sconfinare in altri ambiti, tra scoperti intenti morali e digressioni colte.        

        Siani a giusta ragione affianca Melchionda, oltre che al suo concittadino Alfredo Petrucci, a un personaggio come Pasquale Soccio, nato tre anni prima e formatosi nello stesso ambiente culturale, tra neoidealismo e studi classici. Melchionda, però, scienziato di prim’ordine, ha una personalità più complessa, che viene delineata anche grazie ad un ricco apparato di notizie biografiche e di riferimenti bibliografici, utilissimi per tutti.

        Di certo questo lavoro di Siani conferma come il quadro dell’operosità pugliese sia molto più articolato di quanto comunemente si pensi, attestando una volta di più la necessità di rovistare archivi e biblioteche, per sistemare tutte le tessere del mosaico con la dovuta cura.

             

 

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