MA SAN SEVERO TI PIACE DAVVERO?
E’ da pochi giorni in libreria il sesto e ultimo numero del
2008 dei “Quaderni dell’Orsa”, la rivista culturale edita dalla Libreria Orsa
Minore di San Severo. La cadenza bimestrale è stata ancora una volta
perfettamente rispettata.
Questo fascicolo presenta la novità di un sottotitolo che è
per molti aspetti provocatorio: “Do you like San Severo?”. Che è come dire: ma
ti piace davvero questa strana città posta nel cuore del Tavoliere delle Puglie?
La risposta, come sempre, viene data da una serie di articoli, nei quali è
evidente lo sforzo di vedere il bicchiere mezzo pieno, di non lasciarsi andare
ad un inutile vittimismo.
L’editoriale, “Industria zero. L’arte di fare senza”, a firma
di Michele Piscitelli, parte dai dati di Unioncamere sulla carenza di industrie
in provincia di Foggia. Tra le 103 provincie italiane, la nostra si trova troppo
spesso relegata agli ultimi posti, e il dato sul Pil pro capite è emblematico.
Ma il bicchiere mezzo pieno porta anche a vedere un contesto a misura d’uomo,
l’esistenza di un tessuto di relazioni e di tradizioni che va salvato e
valorizzato, un paesaggio ancora incantevole. C’è bisogno di imprese ed
investimenti, certo, ma anche di progettare uno sviluppo che rispetti i beni
ambientali e sociali disponibili, conclude Piscitelli.
Una preziosa cartolina d'epoca
E’ un’analisi che non fa una grinza e che viene completata,
nello specifico, da altri articoli, tra cui quello di Ebe Anastasio,
“Sanseveresi, brava gente”, e quello di Francesco Capriglione, “Top Dauno”,
dedicato alla Biblioteca Provinciale di Foggia. Questa realtà culturale è
diventata sempre più un punto di riferimento anche per gli studiosi sanseveresi,
di fronte alla pessima gestione della un tempo gloriosa Biblioteca Comunale “Minuziano”,
i cui libri sono stati ammassati in scatole e portati in altri locali, in attesa
di tempi migliori. Per fortuna c’è la Provinciale!
Il fascicolo è al solito ricco di contributi. Enrico Fraccacreta parla del paesaggio (“I tamburi del paesaggio”), dando spazio alla sua vena creativa, Raffaele Niro stende una sorta di mappa degli intellettuali sanseveresi, fingendo di parlare dal futuro (“H 20. Memorie di un archeologo del futuro”), e su questa scia si muovono anche Gabriella de Fazio e Margherita di Fazio. Una sezione è dedicata alle recensioni, un’altra alla storia e alle tradizioni locali.
Avvicinandoci
al Natale, poi, non va dimenticato l’articolo di Tommaso Ciavarella, “La cucina
delle meraviglie”, che si sofferma sulla “Zuppetta”, il pranzo tradizionale dei
sanseveresi, che si differenziano in questo anche dai comuni limitrofi. Si
tratta presumibilmente di un’eredità della civiltà della transumanza, e di qui
la presenza di cibi poveri e di formaggi, che diventano, alla fine, una
meraviglia gastronomica. Del resto, chi vuole può cimentarsi: Ciavarella spiega
in modo dettagliato come prepararla. Sarà di certo un successo!
IN LIBRERIA "I RACCONTI DELL'ORSA"
E’ appena giunto in libreria, con la solita puntualità, il quinto numero dei
“Quaderni dell’Orsa”, edito dalla Libreria Orsa Minore di San Severo. Il colore
della copertina, questa volta, è azzurro, una tinta che dà serenità.
Il fascicolo presenta una novità, evidente sin dal titolo, che è “Racconti
dell’Orsa”. E’ una scelta voluta, ovviamente, che viene resa esplicita
nell’editoriale firmato da Gabriella De Fazio, “Un altro modo per capire”.
Cosa sappiamo della città, cosa sappiamo del nostro territorio? In fondo poco,
vista la mancanza di studi specifici approfonditi. Di qui l’importanza
attribuita alla letteratura come specchio, come strumento per leggere la realtà.
Il fascicolo, in questo modo, si è trasformato, una tantum, in una piccola ma
preziosa antologia letteraria, nella quale trovano posto brani di scrittori
scomparsi, accanto a scritti di autorevoli esponenti del nostro mondo
letterario.
Nella prima categoria troviamo senz’altro Nino Casiglio e Giuseppe Annese, di
cui vengono presentati, rispettivamente, il racconto “La signorina” e un brano
del romanzo “Macerazioni divertenti”. Il collante, come viene evidenziato in un
articolo di presentazione dei brani, a nostra firma, è la città di San Severo.
L’arte, la vita e la città si fondono, con risultati molto interessanti, che non
vanno trascurati. Più misurato e introspettivo, Casiglio, più stravagante e
pirotecnico, Annese, ma entrambi scrittori di grande spessore.
Quanto ai viventi, ricordiamo “La visita” di Enrico Fraccacreta, che veste i
panni del narratore, lasciando da parte quelli più consueti di poeta, calando
nella pagina un tema che deve stare molto a cuore a tutti, quello del distacco
di tante energie giovanili dalla nostra terra. Con il passato, vengono meno
anche le tradizioni agricole, quei valori che hanno a lungo caratterizzato la
nostra comunità, e che non mancano di attualità, malgrado tutto e tutti.
Enzo Verrengia, invece, si sposta sul Gargano, con “Pomeridiana”, un bel racconto che affonda le radici nell’autobiografia, per suggerire il senso di un approccio con la realtà insito già in quei lontani ricordi, liberamente trasfigurati nell’arte (“Era la postura di uno che, probabilmente per fattori del tutto casuali, magari biologici, si ritrovava nato già maturo. Uno per il quale la vita è un continuo pomeriggio”).
L’elenco continua con lo scritto di un altro narratore molto apprezzato, come
Emanuele Italia, che presenta “Il muro”, un brano denso dei suoi tipici umori
filosofici, per poi continuare con altri interessanti contributi, a firma di
Luciano Niro, Raffaele Niro e Aldo Sabatino.
Una sezione di scritti, come si vede, di tutto rispetto, che caratterizza il
fascicolo, ma che non ne esaurisce i temi, visto che nella parte successiva dei
“Racconti dell’Orsa” fa capolino più esplicitamente la realtà quotidiana, con le
sue cronache spesso dolorose. Vicende di precariato, come “Diario precario”, di
Mario Mucedola, di vite troncate dalla morte sul lavoro, come in “Arrangiatevi”,
di Michele Piscitelli, ricostruzione, in polemica con certi spiriti leghisti e
nordisti, della morte di Giovanni Tarantino, un giovane di Carapelle che si era
trasferito in quel di Modena. Lavorava in un cantiere, dove si pagava la giusta
mercede, ma non c’era il rispetto delle norme di sicurezza. Di qui il triste
epilogo: “Finisce qui, quando era appena cominciata, la storia di Giovanni
Tarantino, operaio ventunenne di Carapelle”.
Da leggere attentamente, poi, anche per la sua tragica attualità, è il
contributo di Raffaele Vescera, “L’omicidio di Franco Marcone a Foggia”. E’ una
ricostruzione, condita di elementi gialli, della fine di un dirigente onesto,
vittima di speculatori e sciacalli, abituati a passare sopra ogni valore e ogni
ostacolo. Quello che conta è arricchirsi. Il brano di Vescera è un invito a non
dimenticare, ad esprimere uno sdegno sempre vivo, che trova nella rivista la sua
sede ideale.
Dei fascicoli finora pubblicati, questo ci sembra senz’altro il più ricco ed interessante. Ai lettori, l’invito a non farselo sfuggire.
IL PRIMO FASCICOLO DEI “QUADERNI DELL’ORSA”
Pubblicare una rivista culturale nella nostra città resta, a dispetto del passare degli anni, una vera e propria impresa. Le preferenze dei lettori, si sa, vanno sempre alle notizie di cronaca nera o rosa, mentre per altri esistono solo le gesta di qualche giovanotto che guadagna miliardi di vecchie lire dando calci ad un pallone. E la cultura? Resta sempre la parente povera dell’informazione, purtroppo, e del resto gli ultimi dati nazionali hanno confermato le carenze della nostra provincia in questo settore. Quanto poi alla nostra città, stendiamo un pietoso velo, tra postulanti di professione e servi con la laurea…
Il precedente più importante di rivista culturale locale resta ancora, a distanza di oltre un secolo, “La Vita”, un quindicinale pubblicato nel 1901 da un gruppo di amici, tra i quali Dante Gervasio, Manlio D’Anzeo, Angelo Fraccacreta e Giuseppe Checchia-Rispoli. L’avventura durò un anno, per l’appunto, ma ha lasciato un segno, grazie anche ad alcune autorevoli collaborazioni.
Per completezza d’informazione, in un altro articolo di questa pagina abbiamo riproposto l’editoriale del 1901. Per chi volesse saperne ancora di più, rinviamo al nostro lavoro “La Vita. Una rivista culturale pugliese”, apparso nel 1998 per i tipi di Felice Miranda.
In questo desolante contesto, nell’anno di grazia 2008, non possiamo che salutare con soddisfazione la pubblicazione del primo fascicolo dei “Quaderni dell’Orsa”, un bimestrale culturale pubblicato dalla libreria “Orsa Minore” di San Severo, gestita dai coniugi Michele Piscitelli e Gabriella de Fazio.
La rivista, che ha come direttore responsabile Michele Trecca, si avvale di un nutrito comitato di redazione, formato, oltre che dai nomi appena citati, da Antonio Carafa, Matteo Di Sipio, Enrico Fraccacreta, Ettore Fraccacreta, Francesco Giuliani, Francesco Paolo Lops, Maria Grazia Nigelli, Luciano Niro, Silvestro Regina, Michele Trecca, Enzo Verrengia e Raffaele Vescera.
Il numero d’esordio, in realtà, è già stato preceduto da un corposo numero zero, che ha riscosso un notevole successo, rappresentando un ulteriore incentivo all’inizio della vera e propria sfida. Il termine “sfida”non ci sembra esagerato, se si pensa che la pubblicazione si propone l’obiettivo di sostenersi soprattutto con le vendite. La rivista, con le sue 60 pagine, offre vari spunti di approfondimento, ma mira anche a garantire la leggibilità. Questo significa rinunciare a certi lunghi e paludati interventi, dando la preferenza a scritti che abbiano il dono della chiarezza e della sintesi.
Il fascicolo appena edito si apre con un editoriale in cui Gabriella de Fazio fa il punto della situazione attuale, molto compromessa, ma non priva di solidi punti di riferimento, indispensabili per costruire una società migliore. “Viene da pensare - scrive - a quegli artigiani gentiluomini, a quei contadini, a quei maestri, campioni di garbo ed educazione, che parlavano piano e lavoravano forte. Ci sono ancora, qui e altrove. E ci sono appunto i loro figli e nipoti”. L’analisi, insomma, porta in primo piano, una volta di più, la necessità di una cultura che aiuta a vivere meglio. Sfogliando gli articoli, troviamo un interessante articolo di un accademico, Ugo Bardi, intitolato “La questione (energetica) meridionale”, sul tema del raffronto tra le varie parti dell’Italia.
La domanda è sempre quella, “Perché alcune regioni sono più ricche di altre?”, ma le risposte cambiano, e la rivista intende offrire vari punti di vista, in modo da favorire un proficuo dibattito. A tematiche affini sono ispirati anche gli articoli di Enzo Verrengia (“A Sud del meridione”) e Francesco Capriglione, che esamina le “radici culturali della raccomandazione”. Ci sono raccomandazioni e raccomandazioni, ovviamente, e si passa dal consigliere comunale disoccupato assunto dai potenti di turno, dal voltagabbana beneficato con una costosa consulenza, a Dante Alighieri. Il sommo poeta, infatti, nota Capriglione, è “un raccomandato da Beatrice presso santa Lucia e san Bernardo, che lo raccomanda alla Madonna, che lo raccomanda al Figlio, che intercede presso il Padre”. Più propriamente letterari sono invece gli interventi di Enrico Fraccacreta, che intervista la celebre poetessa Maria Luisa Spaziani, finendo per parlare, ovviamente, di Montale e dell’attualità della sua poesia, e di Raffaele Vescera, che dedica un omaggio a San Severo “città d’arte”. Da parte nostra, abbiamo inteso fare gli auguri ad Emanuele Italia, che ha tagliato il traguardo degli ottant’anni, facendo un consuntivo della sua densa e fertile produzione letteraria. Non mancano, poi, articoli di pugliesi che vivono altrove. E’ il caso di Stefania Presutto, che ci parla della Patagonia, e di Marina de Fazio, che si sofferma sul Kansas, nel cuore degli Stati Uniti. Completano il quadro interventi, come quello di Antonio Carafa, che si sofferma laicamente sulla festa patronale del Soccorso, e recensioni.
Si tratta, come si vede, di tematiche coinvolgenti, che formano l’ossatura di questo fascicolo dei “Quaderni dell’Orsa”, che offre, ad un prezzo contenuto, numerosi spunti di conoscenza e di approfondimento. La sfida ci sembra iniziata nel migliore dei modi. Auguri.