SAN SEVERO

UNA CULTURA TRA LUCI PRIVATE E OMBRE PUBBLICHE

 

 

Una cultura che si esprime in molti modi e con apprezzabili risultati, ma frammentata e mal sostenuta dall’Amministrazione Comunale e, in generale, dagli Enti pubblici. In estrema sintesi, potremmo definire così la situazione esistente a San Severo, dove le luci e le ombre sono davvero numerose.

La vitalità cittadina trova un chiaro risalto nelle molte iniziative che hanno come protagonisti alcuni operatori del settore e alcune associazioni. Non è il caso di fare dei nomi, anche perché spesso è facile peccare di omissione, specie in questi casi, ma è indubbio che ci sono vari autori che portano avanti da anni dei discorsi organici e rilevanti sulla cultura del territorio, inquadrata nel più ampio contesto nazionale. Sono, poi, in buona parte, gli stessi personaggi che operano anche nel mondo della pubblicistica, collaborando a terze pagine e ad inserti culturali, come il nostro.

I risultati raggiunti sono però più il frutto di iniziative personali, di sforzi di singoli, che tasselli organici che si inseriscono in un mosaico dai disegni ben definiti.

Le stesse associazioni culturali appaiono procedere per lo più a ruota libera, portando avanti non di rado un discorso autoreferenziale, che fa riferimento al singolo dirigente o presidente di sodalizio. Le conseguenze sono che spesso le occasioni di crescita per il territorio perdono di efficacia, lasciando tutto come prima.

In questa parcellizzazione del mondo culturale un ruolo negativo continua ad essere svolto dall’Ente Comune, che da una parte viene visto come un semplice dispensatore di contributi a pioggia, dall’altra rivela di non avere le idee chiare. Manca, in altri termini, un progetto culturale per la città, inteso come un piano di priorità e di interventi, anche, perché no, economici, posti a sostegno e tutela della qualità culturale. Si procede a tentoni, navigando a vista o, peggio, usando discutibili criteri di valutazione, che non hanno nulla a che fare con la cultura.

 

 

 

 

 

Si crea, così, un meccanismo perverso, che non è nuovo, purtroppo, ma che non per questo è meno criticabile o fa meno danni; in altri termini, si sviluppa un giro di amicizie, di complicità, di favori, per cui le associazioni gareggiano nel propiziarsi l’Amministrazione Comunale, nello sforzo di acquisire contributi, intesi non come un sacrosanto diritto, ma come un favore personale, che va poi ricambiato con una sorta di collateralismo.

Ne deriva, tra le tante conseguenze, l’assenza delle associazioni di fronte alle questioni che riguardano la vita culturale della città. Qualche tempo fa, ad esempio, è nata una polemica sulla salvaguardia della facciata della scuola elementare “Pascoli”. Ebbene, se non fosse stato per l’intervento di un singolo cittadino, abitante nella zona, la città, malgrado tante associazioni e tanti uomini che si dicono di cultura, avrebbe perso un patrimonio liberty nella più assoluta noncuranza. E tutto questo per non alienarsi qualche simpatia altolocata! Anche di fronte ad una manifestazione pseudo-storica, che però gode di favori dall’alto, il silenzio di tante associazioni è stato fin troppo eloquente ed è toccato ai giornalisti rompere uno spesso muro di omertà.

          San Severo è anche questo: si fa a gara nell’essere più realisti del re, legando troppo spesso la cultura alla politica, in un connubio che è spesso un abbraccio asfissiante. Ed invece gli sforzi degli operatori del settore andrebbero aiutati ed inseriti in un quadro trasparente e finalizzato ad una crescita che non può non avere delle ricadute sulla vita quotidiana, arginando il degrado che caratterizza, purtroppo, anche la nostra comunità. Se si aggiunge, poi, la scarsità di strutture a disposizione dei giovani e, in generale, di quanti vogliono interessarsi di cultura, il quadro diventa ancora più cupo.

          Sia pur in questo contesto discutibile e per molti versi demoralizzante, che ripropone vezzi e difetti antichi, non mancano segni di vitalità che portano a valorizzare l’identità del territorio, le tradizioni della comunità, anche se, come abbiamo già detto, quasi sempre legati all’iniziativa dei singoli.

          In questo quadro si segnalano opere che valorizzano gli scrittori del passato, che sanano lacune nelle conoscenze storiche, che offrono una pubblicistica di spessore. In quest’ultimo ambito va segnalata, come incoraggiante promessa, la nascita della nuova rivista “I Quaderni dell’Orsa”, voluta dai titolari della Libreria Orsa Minore di San Severo. E’ una sfida interessante proprio perché vorrebbe dare un segnale di unità, chiamando a rapporto le energie disponibili sul territorio. Potrebbe essere un segnale di vera crescita che finora le chiacchiere dei potenti di turno, distratti dalla ricerca di clientele e amicizie interessate, non hanno prodotto.

 

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