"DANTE A FUMETTI" DI ANNA MARIA COTUGNO

 

La straordinaria fortuna critica di Dante si misura tangibilmente dall’elevato numero di saggi che ogni anno vengono pubblicati sui più diversi aspetti della sua opera. Il sommo scrittore, da vero classico, ha ancora tanto da dire alla nostra epoca, come stanno comprendendo ormai tutti.

Tra i testi legati a questo argomento segnaliamo uno pubblicato da Anna Maria Cotugno, che si intitola “Dante a fumetti” (Edizioni del Rosone, Foggia, pp. 99). L’autrice è un’italianista che insegna alla Facoltà di Lettere di Foggia, rivelando un particolare interesse proprio per le tematiche dantesche. Di qui il lavoro in questione, che si inserisce come secondo titolo nell’ambito di una collana accademica, “Studi e testi”, diretta da Sebastiano Valerio.

Il tema portante, come chiarisce del resto il titolo, è rappresentato dalle trasposizioni fumettistiche della “Divina Commedia”, che sono state numerose. D’altra parte la varietà e la corposità, per così dire, dell’opera, non potevano non invitare alcuni disegnatori a cimentarsi con il sempreverde poema.

La Cotugno nelle pagine iniziali rimarca questa predisposizione, offrendo, poi, numerose ed utili notizie di base sul fumetto (“Caratteri e storia del fumetto”) , che aiutano ad entrare meglio in un argomento che di solito prende in contropiede il lettore, visto che certe letture, com’è facile immaginare, appartengono ai primi anni di vita. Tutti hanno sfogliato dei fumetti da piccoli, ma non tutti si sono interrogati sulla storia dei disegni con le nuvolette.

Nella “Commedia” predomina, su tutti i sensi, quello della vista, ricorda l’autrice, che tesse un caldo, e doveroso, elogio della prima e più riuscita trasposizione fumettistica, rappresentata da “L’Inferno di Topolino”, pubblicata negli anni 1949-50. E’ una parodia geniale, riproposta anche in anni successivi, che si avvale dei disegni di Angelo Bioletto e della sceneggiatura di Guido Martina. Oggi si può leggere tranquillamente anche su internet, sul sito della Disney, gustando l’estro di Martina, che aggiunge delle didascalie in terzine, proprio come nell’originale. Topolino veste i panni di Dante, Pippo quelli di Virgilio. “Correva l’anno tal dei tali, e l’orologio della torre suonava le dieci battendo venti rintocchi perché era balbuziente”: è questo l’attacco del fumetto, che presenta i due personaggi intenti a recitare sul palcoscenico. Poco dopo si ritroveranno letteralmente all’Inferno, iniziando una esilarante e ancora freschissima avventura, che la Cotugno rievoca, sottolineando le differenze con l’originale. Certi episodi famosi, ad esempio, non sono compresi nel fumetto, come quello di Paolo e Francesca, probabilmente eliminato per motivi moralistici, vista la destinazione dell’opera. In realtà, questo fumetto è una vera e propria goduria anche per gli adulti; anzi, proprio i più grandi possono gustare fino in fondo i dotti richiami di Martina, come viene ricordato dalla Cotugno, che poi continua la sua analisi, passando in rassegna altre trasposizioni. Persino in Giappone c’è stato chi si è cimentato con il poema dantesco, portando con sé la sua cultura e le sue particolari predilezioni.

Alla fine della lettura di questo informato lavoro, ci accorgiamo che il rapporto tra fumetto e “Commedia” dantesca è molto stretto. Alla Cotugno va un ringraziamento anche per un motivo indiretto: leggendo le sue pagine ci siamo sentiti in dovere di risfogliare, dopo tanti anni, “L’Inferno di Topolino”. E sono state due ore di puro divertimento.

Torna ad Articoli Culturali