ASSOCIAZIONE “LO SCRIGNO”
CARDUCCI CENTO ANNI DOPO
Lo scorso 23 novembre 2007, nella Sala delle Conferenze della Biblioteca Comunale di San Severo, si è tenuta una conferenza, organizzata dall’associazione culturale “Lo Scrigno”, per commemorare Giosuè Carducci in occasione del centenario della morte. Relatore della serata è stato il prof. Francesco Giuliani, che all’argomento ha dedicato due monografie e altri scritti.
Ha aperto i lavori l’ins. Maria Teresa Savino, presidentessa dell’associazione, che ha sottolineato l’importanza di Carducci, un autore che un tempo era molto presente nei libri scolastici, e che pertanto ha lasciato un segno profondo nell’educazione dei giovani di qualche anno fa. L’anniversario non poteva passare inosservato, ha aggiunto, viste le finalità dell’associazione, che da tanti anni opera in città.
Anche l’assessore alla Cultura, l’ins. Michele Monaco, ha posto l’accento sui libri scolastici del passato, così sensibili al fascino di Carducci. In ogni caso, la sua produzione non è relegata nel mondo delle memorie, ma serba ancora molti elementi di attualità.
Ha poi preso la parola il prof. Francesco Giuliani, che ha posto l’accento sui vari volti di Carducci. Nel corso degli anni, il poeta è stato esaltato per un volto particolare della sua produzione, rappresentando un simbolo positivo per molti. C’era un Carducci per i monarchici, uno per gli anticlericali ed i massoni, uno per i liberali, uno per i democratici. Persino i cattolici riuscirono a trovare delle consonanze con la sua opera e le sue idee. Oggi però si è passati dalle polemiche al silenzio, e non è una situazione ideale. Ci sono, ha aggiunto Giuliani, dei segni di riscoperta di questo autore, ma sono ancora deboli. Qualcuno ha persino relegato Carducci tra i minori, mentre per il relatore resta un personaggio molto significativo, che va studiato sia in chiave storica, come protagonista della letteratura del secondo Ottocento, sia in chiave attualizzante.
In particolare, Giuliani ha sottolineato il valore dell’ultima produzione di Carducci, contenuta in Rime e ritmi, soffermandosi sugli Idillii alpini e su poesie come Nel chiostro del Santo, che mostrano un autore più sincero e intimo, che risente delle suggestioni del Decadentismo. Proprio l’ultima lirica contiene un brivido di inquietudine esistenziale, che mostra un Carducci affacciato sul pendio che porta alla via di Damasco. Carducci non si convertì, ma negli ultimi anni di sicuro avvertì il richiamo del sacro.
Giuliani ha infine ricordato che nello stesso 1907 la scomparsa di Carducci fu solennemente commemorata anche a San Severo, nell’interno del “Real Borbone”, il vecchio teatro comunale della città. Fu una manifestazione solenne, alla quale parteciparono, oltre ad un relatore forestiero, moltissime associazioni, unite dall’omaggio all’illustre scomparso, che l’anno prima aveva consegnato all’Italia il primo Premio Nobel per la letteratura.
“A distanza di un secolo - ha rimarcato Giuliani - il ricordo di quella serata rivive nella Sala delle Conferenze della Biblioteca comunale, ed ancora una volta salgono in primo piano i valori delle lettere e della cultura umanistica. E’ una circostanza che deve renderci orgogliosi”.
La relazione di Giuliani è stata scandita dalla lettura di alcune liriche del poeta, a cura della presidentessa dello Scrigno, Savino, che ha declamato alcuni degli Idillii alpini, ossia Mezzogiorno alpino e L’ostessa di Gaby, e Presso una Certosa. In ultimo, poi, ha voluto recitare “Pianto antico”, ed è stato una lettura corale, nel senso che tutti i presenti, tra i quali si distinguevano molti operatori della scuola, di ieri come di oggi, hanno ripetuto nel cuore o a fior di labbra i celebri e toccanti versi di Rime nuove.
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