BENEDETTINE DI SAN SEVERO
LA MUSICA DELLE "CELESTI SIRENE"
E’ appena stato pubblicato un interessante volume che sottolinea una volta di più l’importanza culturale della nostra terra. Ci riferiamo a “Celesti Sirene. Musica e monachesimo dal Medioevo all’Ottocento”, un volume, a cura di Annamaria Bonsante e Roberto Matteo Pasquandrea, che contiene gli atti di un convegno internazionale tenutosi a San Severo nel marzo del 2008 (Grenzi, Foggia, pp. 209, euro 18).
In quell’occasione la città dell’Alto Tavoliere è stata al
centro delle attenzioni di esperti provenienti da varie nazioni, richiamati
dall’importanza del Fondo musicale appartenuto alle benedettine del monastero di
San Lorenzo.
Non
tutti lo sanno, ma nei locali dell’Archivio Storico Diocesano di San Severo è
conservato uno dei fondi musicali più ricchi del Meridione d’Italia, scoperto
per caso una ventina di anni or sono, come racconta Pasquandrea in un suo
intervento, intitolato per l’appunto “Ormai sono vent’anni”.
In una stanza
nascosta della Cattedrale sanseverese, inerpicandosi su di una scala di legno
traballante, Pasquandrea scoprì un antico baule di legno, molto elegante, che
conteneva numerosi spartiti musicali, provenienti dal monastero delle
Benedettine, soppresso dallo Stato italiano circa un secolo fa, quando le ultime
religiose, ridotte di numero per l’impossibilità di nuove monacazioni, furono
costrette ad abbandonare il complesso barocco sito nel centro della città. Un
canonico, Pensati, prevedendo la prossima fine dell’antico cenobio, aveva
pensato bene di salvare gli spartiti dal saccheggio delle istituzioni comunali.
Con gli anni, però, si era perso il ricordo di questo baule, fino al fortuito
rinvenimento, che ha destato subito l’attenzione di molti addetti ai lavori.
Le monache di
San Lorenzo, provenienti da importanti famiglie di San Severo e dei comuni
limitrofi, erano di clausura, ma amavano la musica sacra, e talvolta anche
quella profana. Di conseguenza, con il tempo si è formato un fondo musicale nel
quale si trovano brani di autori prestigiosi, come si evince sfogliando il
relativo catalogo, pubblicato nel 1993.
Chiuse al
mondo, ma con gli occhi ben aperti sul mondo, per una felice contraddizione, le
religiose hanno fatto parlare ancora una volta di sé, a conferma del ruolo
svolto nella storia locale.
Il
volume che contiene gli atti del 2008 è aperto da un intervento del vescovo
diocesano, mons. Lucio Renna, nel quale si sottolinea lo stretto legame
esistente tra musica e fede. Non a caso Sant’Agostino ripeteva che “chi canta
prega due volte” e mons. Renna, di cui è nota la passione per il mondo delle
sette note, ha buon gioco nel ricordare l’immenso valore della musica e del
canto nelle manifestazioni della fede cristiana.
Alcune
relazioni del volume sono, non a caso, dedicate alle religiose di San Severo. Ci
riferiamo, in particolare, alle pagine della musicologa Annamaria Bonsante e di
Mariella Basile Bonsante, docente di Storia dell’Arte Moderna all’Università di
Bari. Ma anche gli altri studi, benché specialistici, non mancano di interessare
anche i profani.
Il volume,
infine, mostra quali risultati si possono ottenere, anche in ambito locale,
valorizzando i beni culturali. Quel baule, in fondo, con il suo prezioso
contenuto, salvato dalla distruzione, è un simbolo di quello che si può trovare
lavorando seriamente in questo settore. Una provocazione sicuramente felice, in
tempi di tagli selvaggi, come quelli attuali.