LE “OPERE SCELTE” DI CARMINE CAPUANO
E’ stato pubblicato, a cura di Daniela Mammana, responsabile del CRSEC FG/32, un interessante volume che ripropone una selezione di testi di Carmine Capuano. Per la precisione, il libro si intitola Opere scelte ed inaugura una nuova collana, denominata Spicilegio, ossia, come si chiarisce nell’interno, rifacendosi all’autorità di Niccolò Tommaseo, “raccolta di cose da altri omesse”.
L’intenzione, dunque, è di far luce su momenti e personaggi del passato pugliese che meritano la considerazione di noi posteri.
L’opera, di 111 pagine, che si avvale dei contributi di Gaetano Cristino, Laura Maggio e Antonio Ventura, raggiunge senz’altro l’obiettivo che si prefigge.
Carmine Capuano (1849-1919) è un personaggio noto solo agli addetti ai lavori. Nato a Vico del Gargano, e non ad Ischitella, come riporta il Villani nei due volumi del suo prezioso repertorio sugli scrittori pugliesi, fece una brillante carriera, che lo portò ad essere Segretario Capo dell’Amministrazione Provinciale, a Foggia. Oltre a ciò, fu molto attivo anche nella difesa dei monumenti e dei beni archeologici, in un periodo cruciale.
Nel libro in questione vengono riproposti tre suoi lavori, le Noterelle storiche, edite a Foggia nel 1904, i Poemetti dauni, del 1905, e La cattedrale di Foggia in rapporto all’origine della città, del 1911. Ognuno di questi testi viene preceduto da pagine introduttive che permettono di comprendere meglio il contesto storico e il quadro delle conoscenze di un secolo fa.
I lavori di Capuano sono stati probabilmente scelti anche per la loro misura contenuta, il che ha permesso una riproduzione integrale dei testi. Storico, nel primo e nel terzo lavoro, nel secondo lo scrittore di Vico mette in evidenza soprattutto le sue qualità di letterato, a suo agio con le lettere classiche e moderne.
I Poemetti dauni, in endecasillabi sciolti, sono tre, Arpi, Uria e Argeo, che è poi il più interessante di tutti. In essi i richiami alla tradizione si uniscono agli spunti tratti dalle scoperte archeologiche dell’epoca, come viene opportunamente chiarito da Laura Maggio.
Per Gaetano Cristino, invece, Capuano è stato “un cultore d’arte e di storia fuori da coro”, dalla spiccata personalità, che solleva problemi ancora oggi notevoli.
Il volume di Opere scelte presenta anche una buona bibliografia finale. Una curiosità: Capuano ha, tra l’altro, pubblicato nel 1893 una raccolta di novelle garganiche (ma in verità anche campane), intitolata Lettere anonime, dal nome dello scritto iniziale. Una copia di questo libro, edito a Napoli, di circa 200 pagine, è conservata anche nella Biblioteca provinciale di Foggia. Non siamo di fronte ad un capolavoro, purtroppo, visto che lo scrittore si rivela impacciato nella narrazione, ma la lettura di questa silloge può rappresentare un ideale completamento del volume stampato dal CRSEC foggiano, che contribuisce a rendere la dovuta attenzione ad un personaggio di non comune spessore, quale appunto Carmine Capuano.