LO SPILLO
CAPITANATA E GRANDE SALENTO
Nei giorni scorsi Pino Aprile è stato a Foggia a presentare il suo fortunato
bestseller “Terroni”. In questo libro, una delle domande ricorrenti è: perché i
meridionali si fanno trattare così? E’ una domanda sacrosanta, che però si può
estendere anche ad altre realtà, a partire dalla gestione del potere in Puglia.
In altri termini, tutti noi potremmo e dovremmo chiederci: perché gli
abitanti della Capitanata si fanno trattare così dai Baresi? Perché accettano,
anzi accettiamo, di essere del tutto esclusi dalla spartizione del potere
regionale? Vendola è barese e la sua giunta contiene un solo assessore foggiano,
e per giunta di serie B quanto a importanza delle deleghe. Prima di lui c’era un
leccese, esponente di una diversa parte politica, ma la situazione era la
stessa, senza dimenticare che il leccese in questione oggi è ministro della
Repubblica. E i foggiani? E’ giusta questa divisione a due di una regione divisa
storicamente in tre province?
Come se non bastasse, i Salentini si stanno seriamente organizzando per
il Grande Salento, come riportato dai giornali di questi giorni, mentre noi ce
ne stiamo buoni buoni, osservando questo derby per il potere che ci vede esclusi
in casa nostra. Ma siamo cretini o facciamo finta di esserlo? E se è vera la
seconda ipotesi, per quale motivo? Forse per una vecchia abitudine ai potenti
del capoluogo barese, quelli che nel collegio della Camera Bari-Foggia
lasciavano a noi solo le briciole?
E che fine ha fatto il progetto di Moldaunia? Era un’idea illuminante e sacrosanta, che tendeva a restituire un’immagine più consona alla nostra storia e più adatta ad un’Italia federale.
Come si vede, le domande sono davvero tante, e tutte inquietanti. Sarebbe ora di
cominciare a dare delle risposte serie!