LA STORIA DELLA TRANVIA DI TORREMAGGIORE E SAN SEVERO
QUANDO TUTTI PRENDEVANO IL TRAM
Quando eravamo bambini, vedevamo, nei pressi della nostra stazione ferroviaria, delle rotaie. Appartenevano ad una tranvia che aveva smesso di funzionare da non molti anni. In seguito, scomparvero anche le rotaie, ma i ricordi infantili, si sa, hanno una particolare forza e sono ritornati a galla più vividi che mai leggendo un volumetto di Marcello Ariano, “Note storiche sulla tranvia di Torremaggiore” (Edizioni del Rosone, Foggia, 2004, pp. 69, euro 8).
L’autore, nato a Torremaggiore ma residente a Foggia, ha al suo attivo vari testi storici, dedicati a fatti e protagonisti del Novecento pugliese, ma ha anche dato alle stampe alcune sillogi di ispirata poesia.
Ora, con quest’ultima fatica, ha riacceso i riflettori sull’esistenza di una linea tranviaria che collegava con più corse due comuni vicini, quali appunti Torremaggiore e San Severo. Il progetto, decisamente ambizioso per l’epoca, si realizza nel 1925, quando la linea viene ufficialmente inaugurata, con la presenza del ministro dei Lavori Pubblici dell’epoca, Giovanni Giuriati. Già questo fatto lascia capire che si trattava di una realizzazione di rilievo, che offriva un mezzo di locomozione in una zona dove spostarsi era difficile.
In particolare, il tram permetteva ai torremaggioresi di arrivare alla stazione di San Severo e di proseguire, eventualmente, sulla linea adriatica. Di qui, pertanto, la giustezza delle osservazioni di Ariano, il quale nota che la tranvia era più importante per i torremaggioresi che per i cugini del comune più popoloso, il che ci sembra giusto.
Scrive l’autore: “Prendere il tram, a partire dagli anni Venti fino ai primi anni Sessanta, sovente ha significato uscire per la prima volta dal proprio ambito familiare, dal proprio paese, per andare alle scuole superiori, per il servizio di leva, per raggiungere San Severo o il Capoluogo per il disbrigo di pratiche e affari, o come punti di partenza per località disparate”.
L’iniziativa di realizzare la tranvia si deve ad un benemerito ingegnere, Luigi Grassi, che costituì anche una società per gestirla, dedicandosi appassionatamente alla sua creatura. La linea elettrica impiegava una ventina di minuti, soste intermedie comprese, per depositare i viaggiatori davanti alla stazione ferroviaria di San Severo, con orari legati ai treni della linea Adriatica. Le corse, nel dopoguerra, erano una trentina.
I cambiamenti in atto nella società, però, con l’ingresso dei pullman di linea, rendono sempre più precaria l’esistenza della tranvia, che cessa di funzionare nel 1962. Eppure oggi, e questo aspetto viene sottolineato nel volumetto, i tempi sono di nuovo proficui per una linea tranviaria come quella, che renderebbe più agevoli i collegamenti tra i due comuni. E’ solo un’idea, per carità, ma la storia, si sa, è ricca di paradossi e così oggi, quello che venne considerato superato quarant’anni fa, è guardato di nuovo con attenzione.
Il libro di Ariano si avvale di numerose illustrazioni d’epoca. Certo, alcuni punti restano ancora da approfondire, ma il testo ha comunque il merito di illuminare meglio una pagina del recente passato che ha avuto una particolare importanza per le comunicazioni e lo sviluppo di due comunità della nostra provincia.
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