L’Arte del Francobollo, Milano, aprile 2021, n. 112, pp. 6-9

PIEGHI DI LIBRI LOQUACI

 

 

         […] Per fortuna a spazzar via i pensieri tristi ci pensa il secondo piego di libro. Non è possibile mostrarlo perché il dispiacere alla vista delle gravi ferite da viaggio e dei francobolli strapazzati ha fatto sì che finisse al volo nel cassonetto. Un consiglio a chi crea affrancature filateliche è di attaccarle non nell’angolo in alto a destra ma più a centro campo. Comunque la bellezza era nascosta sotto la pelle, nel nuovo libro di Francesco Giuliani Dalle corone alle stelle. Viaggio filatelico-culturale in Italia (e dintorni). Nuovi studi sulla parola 'pesante' (Edizioni del Rosone Foggia 2020, 483 pagine, 25 euro).

         Quella di Giuliani è firma nota ai lettori de L'Arte del Francobollo e si tratta, a mio parere, della voce più interessante apparsa alla ribalta della cultura filatelica nell'ultimo decennio. Il suo timbro lasciò un’ottima impressione già nel 2014 quando fu a Milanofil a presentare Il canone dei

francobolli. Gli scrittori italiani nella filatelia (Edizioni del Rosone, Foggia 2014, 276 pagine a 18 euro). Libro a sua volta preceduto da La fucina, la vendemmia e il legname. Prose creative sui francobolli della serie "Italia al lavoro" (Edizioni del Rosone, Foggia 2012, 63 pagine, 10 euro) e da Bimillenari scrittori e altri pretesti. Prose creative sui francobolli del Regno d'Italia (Edizioni del Rosone, Foggia 2012, 278 pagine, 20 euro) ai quali hanno tenuto dietro altre due uscite sempre senza mutare editore: nel 2015 Sulle rotte dell'aquila. Gli scrittori italiani nella filatelia mondiale (252 pagine, 18 euro) e nel 2018 La parola 'pesante'. Lingua e letteratura nei francobolli italiani (306 pagine, 20 euro).

         Per inquadrare l’opera di Giuliani che si presenta scortata da una lista imponente di scritti non solo a tema filatelico si deve tener conto della presenza in provincia di una cultura vivace che cresce su un humus fertile e soleggiato, riparato dai venti umidi che soffiano nelle capitali.

         Se a qualcuno venisse la curiosità di interrogare con la voce Postage Stamp le banche dati che repertoriano i saggi apparsi su riviste scientifiche avrà la sorpresa di vederne comparire diversi e collegati al fatto che un esponente della rispettiva disciplina è stato onorato in posta. Essendo i francobolli espressione alta dell’identità nazionale saperli con il volto di uno scienziato, l’immagine della formula chimica vincente o di un edificio vocato diventa motivo di orgoglio che riverbera su quanti operano in tale ambito e siccome a firmare questo tipo di saggi sono colleghi o allievi del commemorato le esose riviste di classe A li accolgono nell'olimpo delle scienze anche quando magari gran cosa non sono.

         In qualità di professore e docente a contratto di letteratura italiana contemporanea all’università di Foggia è sul versante dell’italianistica che Giuliani si indirizza e quando il francobollo ha la fortuna di passare sotto la sua lente si trasforma in vibrazione stimolante da un lato all’esercizio della prosa creativa e dall’altro alla conoscenza della storia della letteratura.

 

 

        L'ultimo libro è diviso in due parti distinte, di peso diverso. La prima fa propria la formula odeporica del viaggio in Italia e propone un tour in chiave filatelico-culturale, regione per regione, tra luoghi e istituzioni entrando nei palazzi del sapere e in quelli della politica, nei rifugi della mafia e nei prati della passione bianconera. Diversi paragrafi riprendono testi già apparsi su L'Arte del Francobollo e rileggerli in versione libro, privi delle illustrazioni, attribuisce loro nuova vita, se non altro perché induce a vincere la pigrizia e a prendere in mano il catalogo o a tirare fuori l’album per rivedere una figura resa attraente con le parole. Senza comunque trascurare il versante iconografico. Da un lato offrendo ingrandimenti a colori di francobolli anche se la presenza negli originali della retinatura offusca la resa e dall’altro spunti al confronto affiancando le due serie dedicate alle regioni italiane, quella celebre del 1950 su bozzetti di Corrado Mezzana, epifania di una nazione artigiana e bucolica, e l’altra apparsa tra 2004 e 2008 in cui è il turismo con i suoi totem la chiave di lettura del bel paese.

         Il contributo maggiore in direzione di un nuovo assetto in nuce per la cultura filatelica del XXI secolo lo imposta la seconda parte del libro, dedicata a quella che l’autore chiama la parola "pesante", cioè che riveste un peso culturale, e dove adottando gli strumenti della filologica genetica si indaga il significato, l'etimologia e l’uso delle parole: «Al centro c’è sempre un interesse linguistico, un’attenzione per il lessico e i termini tecnici e specialistici utilizzati nell'ambito della filatelia. Siamo partiti dalle basi, cercando di rispondere a domande di questo tipo: cos'è un francobollo e da dove arriva il termine? Quali sono gli usi figurati del vocabolo e quali gli utilizzi d’autore? Per trovare delle risposte abbiamo consultato dizionari e testi letterari di ogni genere, facendo ovviamente ricorso ai lavori specialistici di ieri e di oggi, spesso rari e non facilmente rintracciabili».

         «La filatelia, che per definizione non si occupa solo dei francobolli, vista da vicino appare come un arcipelago. Di conseguenza, si rivela un hobby, un settore di studio, un ambiente commerciale, coinvolgendo a diverso titolo persone diverse ... Inoltre, nella filatelia si sono sviluppati diversi ambiti specialistici, come l’aerofilatelia e la filatelia tematica, mentre al contrario, non manca un termine iperonimo come 'storia postale', che ha assunto una notevole importanza da qualche decennio a questa parte».

         Non è il caso di riaprire la querelle se la storia postale sia una specializzazione della filatelia o non sia quest’ultima una branca della storia postale, anche perché parlare di francobolli senza considerare ciò che c’è sotto - la scrittura, le lettere, il vettore, la nazione – si rischia di abbandonarli nel reame delle figurine. Il mistero della poetica del francobollo si cela nel suo ruolo di segno, e di segno collegato a una funzione coinvolgente che attiene storicamente alla sfera psicologica e al sociale. Questo è quello che dovremmo predicare dai nostri pulpiti. Tutto il resto è fumo e nuvolette.

         Ciò è ancor più vero nel tempo attuale in cui è caduta in disuso la pratica dei messaggi per posta e però proprio l’effetto pietas culturale spiega come mai l’epistolografia sia diventata tema di moda presso i dipartimenti e nelle librerie. Detto in altre parole, oggi tutto ciò che sa di scrittura (a mano, a macchina, a stampa) e ruota attorno alla funzione postale assume un’aura attrattiva impensabile fino a pochi anni fa. Il motivo è di natura nostalgica. La dematerializzazione dei messaggi «sta producendo una profonda trasformazione del mondo della posta. Per molti leggere la posta significa semplicemente aprire il computer e scaricare le eventuali mail arrivate. Tra l’altro la stessa mail sta invecchiando ... Le mail, dicono gli esperti, sono appannaggio solo delle persone di mezza età o anziane». Il libro riconosce che le cose sono cambiate in meglio «grazie agli sviluppi della tecnologia che hanno permesso di reperire informazioni con molta più facilità. Consultare da casa le raccolte delle prime riviste in lingua inglese e francese, entrando in siti come Gallica, ad esempio, è un'esperienza entusiasmante, e lo stesso si può dire per l’archivio storico di quotidiani come la Stampa o il Corriere della Sera».

         Aggiungendo gli strumenti digitali alla cassetta degli attrezzi del lessicografo, Giuliani indaga in che modo sono nate e si sono affermate le parole francobollo e filatelia, quest’ultima da lui definita "vocabolo singolare", toccando espressioni come postare o francobollare e registrando giudizi contrapposti sul collezionismo dei francobolli in bocca a filosofi come Benedetto Croce o Walter Benjamin.

         Un auspicio che si spera non resti tale è la necessità nel XXI secolo di progetti di numerizzazione delle carte: «una maggiore disponibilità di documenti on line italiani permetterebbe almeno di offrire un quadro più completo di un'operosità che è comunque significativa. Pensiamo, ad esempio, alle raccolte di alcune riviste del Novecento, non sempre consultabili da parte degli studiosi, che andrebbero rese fruibili attraverso internet».

         Iniziative culturali che diventano ancore di salvezza. Sono i periodici a cavallo dell’anno 1900 i testimoni di come è potuta nascere la filatelia del XX secolo restituendoci l’eco del travaglio non certo solo milanese che vide confrontarsi il Club filatelico internazionale e la Società filatelica lombarda, al termine del quale uscirà sconfitta l’idea di associazione tra collezionisti come luogo di studio, e prevalse il modello giunto fino a noi di circolo filatelico aperto ai commercianti (pudicamente chiamati scambisti) e ai ragazzini.

         E a proposito di pensieri sulla filatelia bambina, il libro imbuca messaggio di ritorno al mittente per il mainstream didattico di scuola vetero-filatelica in cattedra fino a pochi anni fa: «Crediamo che sia chiaro il senso del nostro discorso. Il ritorno alla filatelia, in età matura, è un’occasione preziosa per assaporare il piacere di quei momenti giovanili… Ovviamente, questa vivificante dimensione può (anzi deve!) essere completata con un approccio che possiamo definire scientifico, che ci porta a studiare i francobolli. Ampliando le conoscenze con libri e documenti di prima mano, inquadrando i dentelli nella più ampia storia postale, che affonda le radici nei secoli. La storia filatelica e postale è ricca di tantissimi testi specialistici, che permettono di evidenziare il bisogno di comunicazione dell’uomo, di ritrovarsi con il prossimo, di uscire fuori dal proprio io».

         Il libro ci concede un momento di tregua sognante quando prospetta l’approccio nostalgico al francobollo «come un fresco e reale ritorno ai pantaloncini corti e ai banchi di scuola ... La passione infantile per i colori e i disegni trionfa per incanto davanti agli occhi, riempiendo l’anima».

         Non suggerisce però cosa fare. Oggi è impossibile riesumare i parametri che un secolo fa spingevano i bambini a correre dietro alle bellezze dentellate. Mi viene da pensare con nostalgia al quaderno di scuola sul quale mio padre ha incollato la sua prima raccolta di usati. Troppe cose sono cambiate. Una proposta filatelica per l’età matura deve poter contare su spunti in grado di conquistare un uditorio colto non collezionista. Il problema è che mentre altri ambiti antiquariali simili modelli li hanno saputi creare, a noi mancano. Nei momenti di passaggio è importante investire in innovazione culturale, coinvolgere intelligenze giovani. Invece la vulgata filatelica ufficiale narcotizza tutti col mantra del futuro radioso Made in China.

         In verità, un ricostituente europeo ci sarebbe già. Lo ha messo a punto David Scott nel laboratorio semiotico al Trinity College di Dublino e distribuito in provetta a università in giro per il mondo dalle quali a volta di corriere arrivano saggi nei quali il francobollo lascia le caselline d’album per sedersi in prima fila sotto luci nuove. Scott ha pubblicato un libro e poi diversi saggi, che sono apparsi da me tradotti su Storie di posta prima serie corredati ogni volta da densa prefazione di Massimo Leone, ricercatore dotatissimo ora professore ordinario di semiotica a Torino. Questa articolata proposta non ha scalfito l’ambiente federativo che si è limitato ad aggiungerla al catalogo aggiornato dei Cinderella Stamps ossia i francobolli di Cenerentola. A stupire di più comunque è l’impermeabilità della filatelia a soggetto o tematica.

         Per fortuna la rete e i suoi forum fanno scoprire, e di nuovo in periferia, intelligenze giovani poco inquadrate che applicano modelli semiotici di lettura alle immagini smerlate (per dirla con lessico dei primordi). Dall’altro lato la carovana dei circoli e dei convegni filatelici lamenta l’incedere degli anni, chiede di essere lasciata in pace, non capisce l’esigenza di aggiornare il modello ottocentesco, prezioso per la nascita del collezionismo ma snervato da due secoli di applicazioni. I mondi di riferimento restano quelli iperconservativi: la Royal Philatelic Society e la Fédération lnternationale de Philatélie coi loro satelliti.

         CLEMENTE FEDELE

 

          

 

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Storie di Posta, n. 22, 2020, p. 107

         QUANDO LA PAROLA PESANTE È LEGGERA ED ATTUALE

 

 

         Tra i tanti viaggi, metafora della vita, della conoscenza e della felicità, di cui è ricca la letteratura, Francesco Giuliani ha deciso di intraprenderne uno all’interno della filatelia. Non, però, un dotto trattato destinato a pochi, ma una “storia” della filatelia che si legge tutta d’un fiato. Merito, s’intende, dell’autore, che alla scrittura scorrevole unisce una profonda conoscenza e una convinta passione per la filatelia. Così come per i suoi restanti scritti, anche in questo lavoro Giuliani si è dato un obiettivo ben preciso: “dimostrare che i francobolli sono un formidabile e appassionato strumento culturale, un documento storico e artistico che permette di ‘leggere’ in profondità il territorio, di fare scoperte e dimostrare affinità, di portare alla luce retroscena e obiettivi più o meno intuibili”.

         Il volume prende le mosse da una serie di articoli, qui riproposti e adattati, pubblicati a partire dall’inizio del 2019 su L’Arte del Francobollo, incentrati sulle varie regioni, con tappe anche nelle enclave sammarinese e vaticana. Non trascurando “zone e risvolti dolorosi” rappresentati da zone un tempo italiane: l’Istria e la Dalmazia, “poi sottoposte ad una violenta epurazione su base etnica, e al territorio delle ex colonie, dove la produzione filatelica metropolitana è stata sottoposta a cambiamenti di rilievo”. Cosicché, alla fine, le tappe sono diventate 14.

         A questa parte tematica, tra corone e stelle (le filigrane via via adottate come fondo di sicurezza dei vari francobolli), ne ha aggiunta una seconda, frutto dello spessore culturale dell’italianista (insegna all’università di Foggia) Francesco Giuliani.

         Qui il francobollo viene preso in considerazione come hobby, come elemento di studio e di commercio, “coinvolgendo a diverso titolo persone diverse, dal raccoglitore casuale di francobolli all’esperto studioso, dal commerciante filatelico al produttore di album e materiale riservato ai collezionisti”. Non trascurando, beninteso, gli “errori linguistici nei francobolli, o almeno sul mancato rispetto di un registro formale, quale deve essere utilizzato in un valore postale, che rappresenta, va ricordato, una manifestazione di sovranità”. Per cui oltre che corretto e preciso, il francobollo deve essere anche chiaro, privilegiando la comunicazione con gli utenti, ma l’uso del latino in Italia ha rappresentato spesso un ostacolo. Che, in filatelia, ha avuto “un suo ruolo significativo soprattutto nella prima parte del Novecento, toccando il culmine nel ventennio fascista, per poi apparire sempre più fugacemente”. Un uso, quello del latino utilizzato come comunicazione filatelica, decisamente elitario tenuto conto del fatto che negli anni in cui fu massicciamente utilizzato i connazionali ancora “del tutto analfabeti” o “in difficoltà persino di fronte all’italiano” non erano pochi. “Eppure, spesso nei francobolli – sottolinea Francesco Giuliani– si è ragionato come se il latino fosse una lingua universalmente nota, rinunciando in modo reciso a renderla comprensibile, magari affiancando delle semplici traduzioni in italiano”. E in questo l’autore individua “un’eco di certi modi di ragionare che ritenevano disdicevole l’eccessiva divulgazione, quasi che parlare a tutti fosse un limite e non invece un pregio”.

         Dodici i capitoli in cui si articola la seconda parte del volume. Si parte con “Il termine ‘francobollo’: origini e definizioni” a cui fanno seguito “Francobolli: usi figurati e citazioni d’autore”; “Filatelia: il cammino di un vocabolo singolare”; “I volti della filatelia”; “Parole, cataloghi e metafora di vita”; “Parole prestate dai francobolli e dalla posta”; “Errori linguistici nei francobolli italiani”; “Latino e Latinorum”; “Leonardo da Vinci: parole e immagini di un genio”; “Ritorni’ ed ‘esordi’ filatelici: da Guareschi a Ungaretti”; “I francobolli e la storia: il saggio accademico di Edoardo De Betta (1884)”, per concludersi con “La civiltà (misconosciuta) del francobollo: Corrado Mezzana, un’analisi ed un giudizio”.

 

         Duro il giudizio che riguarda essenzialmente il “recente misfatto che ha definitivamente disperso” tra l’indifferenza quasi generale, “una parte considerevole del materiale filatelico appartenuto al più grande bozzettista dell’area italiana”. Ovvero la dispersione, da “parte della casa d’aste tedesca che il 16 novembre 2019, senza alcun problema o colpo di scena, ha battuto” un certo numero di lotti provenienti da quello che è stato l’archivio di disegni preparatori per i bozzetti dei francobolli di proprietà della famiglia di Edgar Erskine Hume jr (Frankfort nel Kentucky). Una vendita che ha generato “un moto di rabbia unito ad una sensazione di avvilimento, di impotenza, di fronte a tanta mancanza di sensibilità e di attenzione”.

         Certo, i materiali dapprima dispersi in Gran Bretagna da Warwick & Warwik e in seguito dalla Südphila Peter Feuser, alcuni dei quali poi approdati in vendita Ferrario e Soler y Llach avrebbero certamente meritato di trovare la giusta collocazione nel Museo storico delle Comunicazioni di Roma. Al pari dei materiali ancor più numerosi offerti in Svezia da AB Philea: un unico lotto offerto a 50.000 corone, rimasto invenduto. Di fronte alla prevedibile indisponibilità statale stupisce che nessuno si sia fatto avanti raccogliendo, attraverso una pubblica sottoscrizione tra gli appassionati, i non eccessivi fondi necessari per acquistare le preziose testimonianze mezzaniane da donare in seguito al Museo storico delle comunicazioni. Dove sono conservati tanti bozzetti, approvati e non approvati, ed altri materiali di Corrado Mezzana.

         Un libro di viaggio in Italia oggi: filatelia, cultura e attualità.

         DANILO BOGONI

 

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            FIL-ITALIA, Volume XLVII, no. 1 Winter 2021, pp. 37-38

            ON THE BOOKSHELF

 

         Dalle Corone alle Stelle – Viaggio filatelico-culturale in Italia (e dintorni). Nuovi studi sulla parola ‘pesante’” (From Crowns to Stars – Philatelic and cultural journey to Italy (and environs). New studies on the ‘heavy’ word) by Francesco Giuliani, in Italian, 484 pages (14 x 21 centimeters) including 10 colour plates, perfect bound, Names Index, General Index; ISBN 978-88-3335-078-3. Edizioni del Rosone “Franco Marasca”, Foggia September 2020, info@edizionidelrosone.it (www.edizionidelrosone.it) - €25.00 (+ postage)

 

            This is a philatelically and culturally inspired ‘Journal de Voyage en Italie’ where priorities had to be carefully selected and choices had stamps encountered during the journey. To those philatelists of an adventuresome spirit, there is nothing more appealing than a philatelic and cultural journey to Italy. The miniature-sized design of stamps is an hand to explore all the details, a rather instinctive process for a collector, and one that oftentimes leads to surprising discoveries.

         The title is well-chosen as it captures the attention of both stamp collectors and intellectually oriented readers who had underestimated the cultural depth of philately. In this instance, the stars refer to Dante’s attention to the stars which marked the ending of each section of the Commedia; at the same time stars are the watermark of most modern Italian stamps, but you have to see “through” the stamp to detect the stars as they do not shine in the philatelic sky but through Sherlock Homes procedures. Examining the watermarks gives us a clear indication of changing times, from monarchy to republic, hence ‘from crowns to stars’.

         At this juncture, the reader will begin to figure out where this book is taking us: small is beautiful of the volume covers a journey through the Italian regions, including San Marino, Vatican City, the former Italian territories of Istria and Dalmatia, and the overseas short-lived colonies. This route leads us to the individual regions through the analysis of

postage stamps and postal stationery issued from the unification of Italy to date. Giuliani explains “In over a century and a half, especially after the introduction of the commemorative stamps, postage stamps gave space to great figures, events, anniversaries, landscapes, to social campaigns, to ethical issues, in short, everything found space in these stamp issues and there is the only an embarrassment of choice. But at the base of the choices, as well as of the omissions, there are always precise reasons, which we took care to explain.”

         Equally important is the author’s explanation about the innovative concept of regions: “The republican constitution of 1948 sanctioned the birth of 19 regions (which became 20 in 1963, with the separation between Abruzzo and Molise), of which 5 enjoyed special statute, even if in fact, the first elections for regions with ordinary statute were held only in 1970, after multiple postponements. The current situation sees, among other things, the presence of a region, the Trentino-Alto Adige [South Tyrol], formed by two autonomous provinces, those of Trento and Bolzano”.

       

 

       The importance of stamps as a vehicle of information and propaganda was well understood by Mussolini. In the postwar years, the public was sensitised about the constitution, the republican values, and the creation of regions. At the end of a brilliant career, Corrado Mezzana, the same highly talented stamp designer who had imparted an extra gear to the promotion of the regime propaganda and its colonial and imperialist ambitions, found himself designing the 1950 definitive series stamps depicting the Italian regions at work. This was completely in tune with Section One of the new constitution: “Italy is a democratic Republic founded on labour. Sovereignty belongs to the people and is exercised by the people in the forms and within the limits of the Constitution.”. Between 2004 and 2008 a new series entirely devoted to the regions was issued in five parts; each stamp featured a map of a given region and some of its historic, religious and touristic attractions; a difficult task indeed for the stamp designer who had to highlight landmarks chosen to please the public and, why not, the electorate. The series was popular and well-received. It goes without saying that the two series featuring the regions are visited in great detail by the author as he explores the peninsula and its islands.

         The journey begins with Sicily and Sardinia, the largest islands of the Mediterranean and a treasure trove both historically, culturally, and philatelically. From the very onset, we realise that the two islands are linked by the ‘Hero of the Two Worlds’: Giuseppe Garibaldi (born in Nice when it was still part of the Kingdom of Sardinia and the liberator of Sicily and Southern Italy). After handing over the Bourbons kingdoms to Victor Emmanuel II he retired to Caprera, north of Sardinia where he spent his last years. Stamp issues honouring Garibaldi are plentiful not only by Italy and San Marino but also by many other countries.

         Tourist attractions were first highlighted by a 1953 short series; a more thorough approach to this aspect was initiated twenty years later with stamp issues on an annual basis. On the same route was also an annual series focusing of the Italian artistic and cultural heritage. The colour plates are mostly utilised to show the regions of Italy through the stamp issues of 1950 and those of the 2004-2008 annual sets of this specific theme.

         Although the vogue of philatelic travel in Italy has been explored by thematic collectors, what Giuliani presents to us in this book is a goldmine of information he has researched and taught for decades as a Humanities Faculty professor at Foggia’s University and his many years as a very keen collector and a learned and polished stamp writer with a new approach. He is also the author of a very successful 2018 book titled ‘La Parola Pesante’ (The Heavy Word) centering on Italian stamp designs and the weight of their inscriptions.

         The second part consists of essays in which, through the historical-linguistic analysis of keywords, such as “postage stamp” and “philately”, attention is focused on the terms used by enthusiasts from the nineteenth century onwards, calling into question leading figures, from Migliorini to Croce, from Montale to Guareschi.

         This book is aimed at philatelists who have varied cultural interests, especially those looking for depth and the unexpected gravitas in our tiny stamps. The author speaks and writes in plain language and even ‘google translations’ will go a long way if you are not fluent in Italia.

         The Index of Names and the General Index are most welcome and useful. Highly recommended to fearless readers and learners.

         Giorgio Migliavacca

 

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L’Arte del Francobollo, Milano, n. 107, novembre 2020 p. 72

DALLE CORONE ALLE STELLE

 

            Si presenta sotto le vesti del bel volume compatto, comodo da leggere anche a letto prima di prendere sonno rilassatamente, con copertina succosa il nuovo libro di Francesco Giuliani, Dalle corone alle stelle. Viaggio filatelico-culturale in Italia (e dintorni). Nuovi studi sulla parola 'pesante' (Edizioni del Rosone, Foggia 2020, pag. 483, 25 euro). Le prime 262 pagine recuperano il testo degli articoli dedicati ai francobolli delle varie regioni italiane pubblicati su questa rivista. Potrebbe far storcere il naso trovarli ora riproposti senza immagini ma è una scelta-libro intelligente perché spingerà il lettore collezionista a riguardare gli album della collezione Italia e il non collezionista a cercare e sfogliare un catalogo di francobolli al fine di capire e confrontare i riferimenti e giudizi estetici che ogni vignetta ispira.

         Al centro del libro brilla un inserto di tavole a colori con i francobolli ingranditi di due serie: l'ordinaria Italia al lavoro del 1950 e la turistica Italia delle regioni del 2004-2008. In mezzo il timbro della trasformazione sociale di una nazione! Basta confrontare le vignette dedicate all'Emilia Romagna. Il francobollo del 1950 reca una donna al lavoro sotto il sole in campagna con lo sfondo del campanile. Il commemorativo del 2004 propone una Teodora donna conturbante e imperatrice del vivere by night.    

        La seconda parte del libro contiene un'indagine linguistica dotta e di notevole peso critico che ricostruisce l'affermazione del termine "filatelia", di ispirazione inglese, a spese della francesizzante "timbrofilia" e anche di "filotelia". In qualità di docente universitario, l'autore possiede strumenti ben affilati per operare con taglio scientifico e seziona con cura il divenire del collezionismo dentellato o smerlato nella seconda metà dell'Ottocento. I falsi, i valori su busta o quelli usati, l'album, i proto-commercianti, le prime riviste, i circoli, le esposizioni, le furbate degli enti emittenti vengono esaminati utilizzando fonti edite di vario genere dai libri ai contributi giornalistici, con ampio apparato di note e rimandi.

         L'opera di Giuliani si inserisce alla grande nel filone di indagini dedicate alla storia del collezionismo filatelico in Italia e al suo lavoro l'Arte del Francobollo dedicherà altro spazio. Per ora l'auspicio è di poter presto leggere un'integrazione dedicata al momento di svolta a cavallo dell'anno 1900 quando il contrasto tra l'idea culturale e quella commerciale del collezionismo contrappose la filosofia del Club filatelico internazionale a quella dell'Unione filatelica lombarda. Sconfitta l'idea della preminenza degli studi, la filatelia ha avuto una sua stabile evoluzione che solo l'ingresso in campo nell'ultima parte del Novecento dei modelli storico-postali ha potuto in parte integrare.

         CLEMENTE FEDELE

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L’echo de la Timbrologie, Amiens, Décembre 2020, n. 1956, p. 67

AUX AMOUREUX DE L'ITALIE ET DE SA PHILATELIE

 

 

         Si vous avez aimé La Parole Pesante, alors vous apprécierez forcément le nouveau livre de l’italianiste Francesco Giuliani, car cet ouvrage est, en partie, un prolongement du précédent.

         Son titre, Dalla Corone alle Stelle, fait référence a un poème de Dante Alighieri (1265-1321), le Père de la Langue italienne, tout en évoquant les filigranes des timbres-poste. En ces temps de confinement, il nous invite à un intéressant voyage philatélique et culturel en Italie, ainsi que dans la sphère italienne (Saint-Marin, Vatican). Son point de départ? Les  îles (Sicile, Sardaigne…) avant de plonger vers l’intérieur des terres. Il ne se limite pas aux territoires italiens actuels mais il s'étend jusqu’aux anciennes colonie italiennes ultramarines.

         Il décrypte les timbres-poste mais aussi les entiers postaux émis par l’Italie depuis son unification jusqu’à aujourd’hui, region par region, pour nous offrir de chacune d’entre elles, un portrait culturel et littéraire. À travers les grand personnages devenus effigies, les lieux emblématiques présents en philatélie, il dessine le contour de ces entités géographiques et historiques dans leurs ressemblances et dans leurs dissemblances.

         C'est un hommage à la «civilisation (méconnue) du timbre». Exclusivement en italien, le livre n’est pas illustré à l’exception d’un petit cahier central de dix pages où sont présentés des timbres en couleur.

 

         Italy- Dalle Corone alle stelle. Viaggio filatelico-culturale in Italia (e dintorni). Nuovi studi sulla parola «pesante» par Francesco Giuliani aux Edizioni del Rosone. Format: 14 x 21 cm. 483 pages. Prix: 25 euro + 6 pour les envois vers la France (autre pays se renseigner auprès de l’éditeur). En vente auprès des éditions del Rosone: info@edizionidelrosone.it

 

 

 

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