ANNIVERSARI

“PELLEGRINO DI PUGLIA” DI BRANDI CINQUANT’ANNI DOPO

 

 

Ci sono dei libri che, come il vino, migliorano con gli anni. Uno di questi è sicuramente “Pellegrino di Puglia” di Cesare Brandi, un volume apparso nel lontano 1960 che quest’anno, com’è facile calcolare, ha tagliato il traguardo del mezzo secolo.

A più riprese sulle pagine di questo quotidiano abbiamo parlato dell’opera, alla quale l’anno scorso abbiamo anche dedicato un saggio, incluso nel volume “Viaggi novecenteschi in terra di Puglia”. Lo ricordiamo non per il gusto di autocitarci, quanto perché uno dei dati che ci ha sempre colpito è stato vedere quanto fosse condivisa l’ammirazione per questo straordinario libro.

Brandi è stato un grande innamorato della Puglia, che percorre a più riprese, soprattutto nella seconda parte degli anni Cinquanta. La regione appare all’estroso professore senese come una sorta di elogio della varietà, una terra nella quale si trova di tutto, dai monumenti più antichi a quelli più moderni, immersi in un paesaggio inconfondibilmente bello e ancora arcaico.

Una vera provocazione, insomma, per la penna e i gusti di Brandi, che pubblica “Pellegrino di Puglia” con i tipi della Laterza, affiancando al testo una sezione iconografica, come spesso avviene in questi casi. L’opera è poi stata riproposta ai lettori, con immutato successo, prima dagli Editori Riuniti, poi dalla Bompiani, che ha da poco mandato in libreria una nuova edizione, con la prefazione di Vittorio Sgarbi. Certo, la firma di Sgarbi può imbarazzare il lettore che non ama il turpiloquio e le intemperanze di questo volto televisivo, ma è bene precisare che tra i due personaggi non c’è alcun punto di contatto.  

Chi vuole conoscere di più sull’argomento, può acquistare l’ampio volume di oltre 1500 pagine stampato dalla Bompiani, “Viaggi e scritti letterari”, che offre momenti di vero piacere intellettuale. Da non perdere, poi, c’è anche “Terre d’Italia”, raccolta di contributi dedicati ai vari volti della nostra nazione, a cura del figlio adottivo, Vittorio Rubiu.

Brandi ha scritto molte opere nell’ambito della critica d’arte, puntellando a livello mondiale la sua fama di padre del restauro moderno, ma oggi sono proprio i suoi scritti creativi quelli che conquistano di più il lettore. Non è un caso, in verità, visto che il Nostro voleva essere anche un letterato e si doleva quando veniva snobbato nelle vesti di scrittore. Oggi possiamo essere certi che aveva ragione ad insistere, a dedicare una parte del suo tempo a comporre pagine imprevedibili e sorvegliate, bizzarre e curiose, sul mondo conosciuto, e in particolare sulla Puglia, terra da lui amata, e che continua a ricambiare questo sentimento.

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